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L’Esselunga torna al secolo scorso

29 Febbraio 2008

 

Ripubblico un articolo che ho appena postato su precaria.org. Ne approfitto per consigliare a tutti di tenere d’occhio il sito in questione, perché tutta una rete di precari e attivisti sta puntando a farlo diventare una buona fonte di informazione alternativa selezionata, spigliata e aggiornata, o come dice frenchi popolare e sofisticata. Se avete voglia di partecipare, non dovete fare altro che iniziare a pubblicare le cose nella zona OP e poi piano piano costruire una relazione con la rete che vuole essere la protagonista del sito. Un esperimento interessante per rompere il cerchio, vediamo dove va.

L’Esselunga torna al Secolo Scorso

Il 2 febbraio 2008 una cassiera dell’Esselunga di via Papiniano è costretta
a rimanere alla cassa in attesa di un cambio di turno nonostante un
impellente bisogno di andare al bagno, fino a quando, umiliata, non può
fare altro che pisciarsi addosso. Dopo questo episodio, la
cassiera denuncia quanto avvenuto, ma a parte gli articoli di colore,
nessuno si preoccupa. Tranne i suoi datori di lavoro, che il 28 febbraio pomeriggio hanno pensato bene di mandarle un messaggio inequivocabile: un energumeno l’ha aspettata nello spogliatoio del personale, le ha messo un bavaglio in bocca, picchiandola 
e intimandole che "aveva parlato troppo". Sabato 1 marzo duecento
persone hanno manifestato di fronte al supermercato dove lavora la
donna, ma solo due delle novanta colleghe hanno partecipato allo
sciopero indetto dai confederali (fonte: Repubblica). Chi ha aspettato
fino ad ora per preoccuparsi, è bene che cambi idea in fretta.

Che i supermercati Esselunga non fossero un paradiso
si sa da tempo. Che il loro proprietario, il prode e littorio Caprotti
non fosse proprio un libertario anche questo è cosa nota, nonostante le
arie da liberale tradito che ha cercato di darsi pubblicando un libello
contro le Coop (che per carità nessuno vuole difendere, ci
mancherebbe). Ma quello che sta accadendo nel supermercato di via
Papiniano a Milano ha dell’incredibile, e solo un cieco potrebbe fare
finta di non vedere i prodromi di un rigurgito di metodi e pratiche che tutti speravamo appartenere al passato

Il supermercato di via Papiniano è situato giusto di fianco al carcere
milanese di San Vittore, in una zona popolare tuttosommato abbastanza
vicino al centro. E’ una sede abbastanza grande, già presa di mira in
almeno un paio di occasioni durante la mayday del 2004 da iniziative
legate alla campagna "Picchetta una Catena" – che si proponevano alle
grandi catene di tenere chiuso in maniera sensibile il primo maggio,
festa dei lavoratori – e da azioni successive di sensibilizzazione e di
protesta per le condizioni di lavoro.

All’inizio del mese di febbraio le cronache milanesi – che certamente
questo non è argomento da prime pagine, non certo come le parolacce di
Pippo Baudo – hanno riportato un episodio che già in sé avrebbe
meritato di destare preoccupazione: una cassiera ha chiesto ripetutamente un cambio volante per poter andare in bagno; il cambio le è stato negato fino a quando la povera donna ha dovuto pisciarsi sotto,
scoppiando in lacrime per l’umiliazione. Usiamo le parole per quello
che sono: non si è "orinata addosso", non ha "perso il controllo dei
propri organi escretori". Si è pisciata addosso.  A 44 anni. Per non
fare perdere tempo e denaro all’azienda. Vi viene da vomitare? Anche a
noi.

La donna coraggiosamente ha denunciato l’episodio, e si è presa
dieci giorni di malattia perché stava male. E sfiderei chiunque a saper
affrontare una umiliazione simile senza sentirsi male. Al suo ritorno
al supermercato qualcuno deve aver pensato che era necessaria una bella
lezione: altrimenti poi questi dipendenti si montano la testa, no? Il
28 febbraio 2007 la donna si è recata come al solito nello spogliatoio
del personale per cambiarsi a fine turno prima di andare a casa. prendere delle monete per la macchinetta del caffé. Mentre era nello spogliatoio è stata aggredita alle spalle da un uomo, che le ha messo uno straccio in bocca per impedirle di gridare, le ha sbattuto la testa contro l’armadietto e l’ha fatta svenire. Le parole che hanno accompagnato l’aggressione non lasciano dubbi: "hai parlato troppo!"

L’episodio è avvenuto all’interno del supermercato, e quindi
ad opera di qualcuno che non può non essere stato tollerato – e a
pensare male si fa peccato ma ci si azzecca sempre, quindi noi diciamo inviato – dalla direzione del supermercato stesso. Dopo l’episodio i funzionari della Esselunga hanno parlato di "incidente", non hanno avvisato la polizia, né denunciato l’accaduto, e ovviamente hanno ripulito per bene lo spogliatoio, in modo da rendere adeguatamente impunibile il responsabile

I sindacati hanno indetto per il 1 marzo uno sciopero di tutte le Esselunga di Milano,
e davanti al supermercato di via Papiniano si sono radunate nella
giornata di sabato duecento persone, anche se solo due delle novanta
colleghe della vittima hanno partecipato allo sciopero (fonte:
un’articolo su La Repubblica, nella cronaca milanese). Il prossimo appuntamento è un volantinaggio martedì 4 marzo
davanti agli esercizi commerciali della catena. Quando il 31 ottobre
2004 qualcuno si presentò a un’altra Esselunga con uno striscione che
recitava Tutti Santi (i lavoratori) Tutti Stronzi (i proprietari delle catene)
non andava lontano dalla verità: fossero solo stronzi ci consoleremmo.
Il problema è che inizia a respirarsi una brutta aria, come non si
respirava da tempo in territorio italiano, e sembra che prenderne atto
sia molto difficile, o forse solo scomodo per chi crede che la propria
vita sia agiata e priva di complicazioni.

Categorie:concrete, movimenti tellurici Tag:
  1. 1 Marzo 2008 a 15:16 | #1

    ultimo particolare è che oltre a picchiarla le hanno messo la testa nel cesso dicendogli di pisciare… veramente dei pezzi di merda! (e il plurale è voluto anche se l’ha fatto una persona sola)

  2. nero
    1 Marzo 2008 a 18:11 | #2

    ieri ho sentito anche io l’intervista alla donna su radiopop con tanto di dettagli e dieci giorni di infortunio come prognosi ospedaliera (difficile farseli da sola).
    Durante il microfono aperto serale ha telefonato anche un ex vice direttore dell’esselunga di varedo confermando le pratiche vessatorie nei confronti dei dipendenti come “modus pensandi” dell’Esselunga. Ovviamente e’ stato tagliato quando diceva che i sindacati non vogliono fare abbastanza per intervenire nel settore.

    PS: qualcuno ha l’intervista in mp3?

  3. paco
    2 Marzo 2008 a 22:39 | #3

    volevo semplicemente augurarti sogni d’oro: sogni d’oro.
    Domani un bel babbà per colazione me racumandi.
    + rumenta per tutti

  4. paco
    2 Marzo 2008 a 22:43 | #4

    mi accorgo solo ora di avere commentato il post sbagliato. Chiedo venia per la blasfemia e mi accodo accoratamente alla cordata degli sgomenti per l’accaduto alla dipendente esselunga. Ripugnante. soirée

  5. 4 Marzo 2008 a 11:57 | #5

    Sono scioccata, queste persone le dovrebbero ricoprire di merda e fango, letteralmente.

  6. 4 Marzo 2008 a 13:22 | #6

    E’ sconvolgente… probabilmente la notizia è “trapelata” solo a Milano, perchè non mi pare di averla letta da nessuna parte qui a Genova. Copio il tuo articolo anche sul mio blog, citandoti naturalmente… bisogna dare massima diffusione alla notizia!

  7. nero
    4 Marzo 2008 a 18:54 | #7

    quello che mi sciocca di piu’ sono le reazioni: se andate a vedere il post su precaria.org vedrete che un sacco di gente si schiera per partito preso con l’Esselunga; non basta, lo stesso Caprotti pare abbia comprato delle pagine intere di giornale per dire che sporgerà querela contro i media che hanno dato risalto alla notizia per lesione della propria immagine. Pensa che merda! :/

  8. 21 Marzo 2008 a 15:35 | #8

    Grazie per l’informazione Nero… spulciavo il tuo sito in cerca di un post a proposito del recaptcha, e guarda dove mi e’ caduto l’occhio! Questo lo ripasso in inglese sul mio blog appena posso, ora mi vien da vomitare.

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