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I reati associativi in Germania: l’articolo 129a (analogo del nostrano 270 bis e seguenti)

8 Ottobre 2007

Ripropongo qua sotto la traduzione di un testo che verrà pubblicato su Statewatch a breve, scritto da una dei loro attivisti, circa la vicenda che ha visto recentemente sollevarsi un certo putiferio in Germania: tre attivisti e quattro sociologici vicini al movimento sono stati arrestati con l'accusa di fare parte di un gruppo terroristico. Le prove, soprattutto per i sociologici, starebbero nelle parole che usano nei loro articoli ("gentrification", "marxista-leninista") e nella possibilità di accedere alle biblioteche universitarei, oltre al fatto di aver dimenticato il proprio telefono a casa una sera andando a bere una birra con uno degli attivisti arrestati. Questo popò di prove basta usando le misure dell'articolo 129a del codice penale tedesco (analogo al nostro 270/bis) per portare una persona normale a farsi oltre un mese di isolamento 23 ore al giorno, nelle forme detentive più dure inaugurate per punire i rivoluzionari della RAF ma tuttora usate come una sorta di Guantanamo tedesca. Il testo è molto completo e secondo me vale una lettura. Per maggiori informazioni: il sito della campagna.

 

GERMANIA

REATI ASSOCIATIVI – LA LEGGE ANTITERRORISMO USATA PER
CRIMINALIZZARE LA RICERCA CRITICA

Negli ultimi anni in Germania
l'opposizione politica e il giornalismo di indagine sono stati
pesantemente sotto attacco da parte di polizia e servizi segreti. In
linea con la tendenza generale all'erosione delle libertà
civili in tuta Europa, esacerbata dalla cosiddetta “guerra al
terrorismo” e pompata da attività poco limpide dei servizi,
molti giornalisti sono stati spiati (v. il bollettino di Statewatch
vol. 16 nr. 1), molti manifestanti contro il G8 sono stati
criminalizzati (v. il bollettino di Statewatch vol. 17 nr 2), e
recentemente anche scienziati sociali con posizioni critiche sono
stati accusati di essere parte di una organizzazione terroristica per
essersi avvicinati ai movimenti sociali e aver usato parole come
“gentrification”, “precarizzazione” e “marxista-leninista”
nelle proprie pubblicazioni, ritrovate anche in alcune lettere
inviate da un gruppo che ha rivendicato una serie di attentati contro
auto ed edifici militari nei dintorni di Berlino dal 2001 in poi.
Contemporaneamente all'arresto di uno di questi studiosi, tre
attivisti sono stati catturati e accusati di aver tentato di dare
fuoco a furgoni militari in una zona industriale vicino a Berlino.
L'accusa per tutti è quella di essere parte di una
organizzazione terroristica. La polizia afferma che facciano tutti
parte di un gruppo denominato “militante gruppe” (gruppo
militante, da qui in avanti “mg”), ma non hanno saputo fornire
prove fattuali di queste affermazioni.

A differenza di precedenti processi
anti-terrorismo contro la sinistra radicale e i movimenti, che non
hanno visto grande attenzione da parte dei media tradizionali,
l'ufficio del procuratore tedesco è stato sommerso di lettere
di protesta. Emeriti professori come Mike Davis e David Harvey,
nonché istituti universitari come il Centre for Urban and
Community Studies
o la Education International,
hanno chiesto usando parole forti l'interruzione del processo in
quanto pericoloso per la libertà di pensiero e di ricerca.

In
ogni caso, oltre al preoccupante trend che sta portando le persone a
essere perseguite per quello che scrivono, i recenti arresti hanno
portano a un dibattito più lungimirante sull'applicazione
delle leggi anti-terrorismo ad atti criminali “ordinari”. Un
giudice della Corte Suprema si è infatti posto questo dubbio e
dall'11 ottobre, una sezione penale della stessa corte dovrà
decidere se l' “mg” è un gruppo terroristico o meno. In
base alla nuova definizione di terrorismo, introdotta in Germania
dalla ricezione della normativa europea trasformata in legge tedesca
nel 2003, un atto può essere definito terroristico se
“minaccia le fondamenta” dell'ordine dello Stato, una definizione
che ovviamente lascia parecchio spazio alle interpretazioni. La
questione è se gli incendi del “mg”, nessuno dei quali ha
fatto alcuna vittima o anche solo lontanamente minacciato la vita
pubblica, possano essere definiti atti terroristici. La decisione
della corte non influirà solo sulla detenzione e i diritti di
difesa degli accusati, ma avrà un effetto rilevante sulla
definizione di terrorismo in Germania.

I
“sospetti”: indagini sui movimenti sociali

Secondo i rapporti investigativi, i quattro ricercatori erano
sotto indagine almeno dal settembre 2006. Altri tre sono finiti sotto
inchiesta dopo due supposti incontri tra Andrej H. e Florian L. nel
febbraio e nell'aprile 2007. Nella notte del 31 luglio di quest'anno,
Florian L., Alex H. e Oliver R. sono stati fermati mentre guidavano
un auto a Brandeburgo, sospettati di progettare l'incendio di veicoli
militari nella zona. La polizia li ha fatti accostare, ha spaccato i
finestrini dell'auto e ha cominciato a picchiarli, uno di loro mentre
era ancora nell'auto con la cintura di sicurezza allacciata,
prelevandoli direttamente dal finestrino della macchina. Andrej H.,
un sociologo dell'Università Humboldt di Berlino e padre di
tre figli, ha ricevuto un trattamento meno violento ma ugualmente
intimidatorio mentre la polizia perquisiva il suo appartamento e lo
arrestava davanti a tutta la sua famiglia alle 7 del mattino. Tutti e
quattro gli arrestati, almeno tre dei quali con indosso tutte in
stile Guantanamo, sono stati trasportati in elicottero agli uffici
del procuratore a Karlruhe la stessa notte, e posti in stato di
arresto investigativo. Lo stesso giorno le case di altre tre persone,
Matthias B. e due altri ricercatori che scrivono di gentrification
urbana e povertà economica e sociale, sono state perquisite e
è stato loro notificato un provvedimento di indagine circa la
partecipazione a un'organizzazione terroristica.

Dopo tre settimane di isolamento in cella per 23 ore al giorno,
con praticamente nessuna possiblità di vedere avvocati o
famigliari, Andrej H. è stato rilasciato per decisione del
giudice. Il mandato di arresto è ancora valido però, in
attesa della decisione sull'appello del pubblico ministero contro la
sua scarcerazione che sarà presa dalla Corte Federale di
Giustizia in ottobre. Florian L., Alex H. e Oliver R. restano tuttora
in prigione, nelle stesse condizioni descritte poco sopra, che le
autorità possono usare sulla base della legge anti-terrorismo.
A parte le stringenti condizioni detentive, i diritti di difesa dei
tre attivisti sono gravemente limitati e il contatto con i loro
avvocati avviene solo attraverso una finestra di plexiglas, mentre la
loro corrispondenza è totalmente monitorata. (v. sotto).

Le procedure in caso di articolo 129a – considerati i gruppi che
esse hanno preso di mira e la natura delle accuse (minaccia
all'ordine dello Stato) – sono motivate da ragioni politica (v.
sotto). Il contesto politico e l'ideologia degli accusati è
quindi centrale nel ragionamento relativo all'accusa. Per comprendere
le presenti indagini è quindi necessaria una menzione del
background politico degli accusati. I quattro “ricercatori
attivisti” sono tutti stati coinvolti nel movimento dissidente
della Germania dell'Est critico nei confronti del sistema politico
del dissolto stato orientale. Tre degli accusati sono stati membri
del comitato editoriale dell'ultimo giornale anticonformista e
dell'unico forum di pubblico dibattito dei movimenti di sinistra
della germania Est, the Telegraph (http://www.telegraph.ostbuero.de/)

Dopo il crollo del blocco comunista e la transizione al
capitalismo in Germania Est, tre di loro sono stati coinvolti in
ricerce e azioni contro i processi di “gentrification” (ovvero la
sostituzione della popolazione dei ceti meno abbienti con gente di
ceto medio e alto in zone “strategiche” della città,
attraverso il rialzo dei prezzi immobiliari). In particolare alcune
porzioni orientali di Berlino sono state oggetto di un ampio progetto
di ristrutturazione con effetti devastanti per le famiglie con meno
reddito, il tutto guidato dalle dinamiche di privatizzazione
introdotte dopo la riunificazione. Gli studi condotti su questa
transizione, però, non sono stati solo di natura accademica,
ma mirati a un cambiamento sociale attraverso l'organizzazione di
comitati di vicinato che hanno preso il nome di “We will al stay”
(Resteremo Tutti, ndt), di cui due degli accusati hanno fatto parte.
Inoltre le ricerche condotte da uno degli accusati hanno mostrato che
più del 50% dei 140.000 abitanti del distretto in
ristrutturazione di “Prenzlauer Berg” avevano abbandonato l'area,
giungendo alla conclusione che il progetto “si opponeva
diametralmente alle politiche del consiglio comunale e distrettuale
che afferma di puntare a riabilitare e conservare le attuali
strutture sociali”. I fondamenti scientifici di questo
ragionamento, che illustrano effettivi sviluppi sociali ed economici,
sono stati pesantemente criticati dagli attivisti e dai residenti al
tempo, generando un grande dibattito politico.

Per associazione, il pubblico ministero sta ora
costruendo un nesso causale tra la sostanziale ideologia
anti-capitalista degli accusati e le pratiche militanti dell' “mg”.
Il costrutto della pubblica accusa segue più o meno questa
linea: i quattro accusati sono leader intellettuali del “mg”, gli
altri tre formano il braccio operativo dell'organizzazione. L'ipotesi
è tutta fondata su due supposti incontri mesi prima
dell'arresto tra Andrej H. e Florian L. L'accusa non è
minimamente turbata dal fatto che non si sappia di cosa hanno parlato
i due, ma anzi afferma che la ragione della fallita intercettazione
del contenuto è la prova stessa della tesi accusatoria: i due
infatti avrebbero lasciato a casa i telefoni cellulari quando si sono
incontrati, un comportamente chiaramente cospiratorio e quindi
sospetto, proprio di attività criminali e in questo caso,
terroristiche.

Le basi legali: i molti usi della
legislazione anti-terrorismo

La legge anti-terrorismo usata in questo caso è
l'articolo 129a del codice penale tedesco, introdotta dal Parlamento
nell'agosto 1976 per affrontare il problema della RAF. L'articolo
criminalizza la partecipazione, la promozione e l'appoggio a
organizzazione terroristiche, più che gli atti criminali in
sé, rendendo quindi fondamentale la costruzione di una
organizzazione terroristica come prerequisito per l'uso di questo
reato da parte di una pubblica accusa. Dato che si tratta di un
“reato associativo”, un individuo può essere perseguito e
punito per tutti i reati commessi dall'organizzazione della quale è
parte, anche se non viene provato che sia coinvolto direttamente in
nessuno di essi. Inizialmente per definire terroristica una
organizzazione era necessario che essa commettesse o preparasse reti
come omicidi, rapimenti o attentati dinamitardi, ma questa lista con
l'andare del tempo è stata allungata parecchio. Fino al 2003
la definizione di “terrorismo” era completamente assente dai
testi di legge.

L'articolo 129a è stato usato
tradizionalmente per criminalizzare i movimenti di sinistra. Nel 1870
l'allora Imperto feudale usò l'articolo 128 (divieto di
organizzazioni clandestine) e l'articolo 129 (divieto di
organizzazioni considerate “nemiche dello Stato”) per
criminalizzare il Partito Social Democratico. Nei primi del Novecento
simili misure furono prese contro comunisti e socialisti,
criminalizzando la loro promozione mediante volantini come
“preparativi di tradimento”. Dopo l'era fascista, il Partito
Comunista fu vietato grazie a una nuova legge penale, seguita
dall'introduzione dell'articolo 129a nel 1976.

Il nucleo fondamentale dell'articolo è
il suo stato di emergenza che ne garantisce la possibilità di
sospensione dei diritti civili di base protetti sotto la normale
legislazione penale e procedurale. La detenzione è un elemento
centrale dell'articolo, dato che i sospetti sono tenuti in prigione
per mesi o addirittura anni in attesa di giudizio, senza alcuna
indicazione di che cosa siano in pericolo di fare. Padri di famiglia
con un impiego stabile e perfettamente integrati nella struttura
sociale, per esempio, possono essere tenuti in prigione sulla base di
prove inesistenti, sicuri dell'accondiscendenza normalmente accordata
dai giudici alle pubbliche accuse. I diritti di visita sono
praticamente inesistenti: i sospetti sono tenuti in isolamento per 23
ore al giorno, gli è permesso rivecere solo una visita alla
settimana, e anche gli avvocati devono parlare ai loro assistiti
attraverso un vetro antiproiettile. Spesso i sospetti sono tenuti in
prigioni lontane dalle proprie case, rendendo quasi impossibile per
amici e parenti le visite. Il diritto alla difesa viene pesantemente
limitato, dato che gli avvocati non hanno accesso agli atti di
indagine, rendendo la preparazione della difesa dei loro assistiti
parecchio complessa, come anche il fatto che la corrispondenza
dell'arrestato è totalmente sotto il controllo del giudice.

Nel 1987 la lista dei reati che potevano essere
commessi con finalità terroristiche è stata estesa per
includere: interruzione di tratte ferroviarie, navali o aeree al fine
di interrompere il trasporto di armi; blocchi stradali durante uno
sciopero; “interruzione di pubblico servizio” (es: segare un palo
della luce); distruzione di edifici pubblici o di veicoli della
polizia o dell'esercito. Nel 2002 è stato introdotto
l'articolo 129b che estende le misure anti-terrorismo a
organizzazioni che sono attive solo al di fuori della Germani ma che
sono appoggiate o sostenute da residenti sul suolo tedesco.
L'articolo è pensato sostanzialmente per agire contro le
organizzazioni islamiche, ma può essere applicato a tutti i
movimenti di solidarietà che coinvolgano organizzazioni
denominate come terroristiche. Nel 2003 la definizione europea di
terrorismo è stata introdotta nell'ordinamento tedesco: perché
sia applicabile i reati commessi per loro natura devono:

poter seriamente danneggiare un paese o una
organizzazione internazionale se commessi con il fine di intimidire
seriamente un popolo, o di indebitamente condizionare un Governo o
una organizzazione internazionale nel fare o non fare un determinato
atto, o seriamente destabilizzare o distruggere le strutture di base
politiche, sociali, costituzionali o economiche di un paese o di una
organizzazione internazionale
(1)

Nel 1989 è
stata introdotta la Crown Witness Regulation che offre la possibilità
agli accusati di patteggiare uno sconto di pena di fronte alla
delazione incriminante altre persone, in pratica introducendo il
pentitismo anche in Germania come in Irlanda del Nord (2).

E' evidente che l'opposizione politica continua a essere
criminalizzata in Germania grazie all'uso di questa legislazione:
negli ultimi 30 anni tra 5.500 e 6.000 indagini preventive sono state
realizzate dalla polizia sulla base dell'articolo 129a, anche contro
anonimi. Circa 20.000 persone sono state affette dalle procedure
dell'articolo 129a, come sospetti o come parenti e amici di sospetti.
Nonostante i dati esatti non siano registrati e possano solo essere
dedotti da risposte a varie interrogazioni parlamentari, vari
avvocati stimano che tra il 1980 e il 1989 ci siano state oltre 3.000
indagini, e da allora almeno 200 indagini all'anno. La maggior parte
di queste operazioni riguarda il sostegno e la promozione di una
organizzazione, non la partecipazione diretta. Secondo i dati
ufficiali, in media solo il 5% delle indagini avviate grazie
all'articolo 129a portano a una incriminazione, anche se quest'anno
la cifra è ancora più bassa, attestandosi intorno al
3%. Lo stesso indice nelle normali indagini penali è del 50%.
In altre parole, nel 95% dei casi, i processi vengono archiviati per
insufficienza di prove (2).

L'esperienza accumulata in 30 anni di uso
dell'articolo 129a ha mostrato che le perquisizioni casalinghe
portano al sequestro a lungo termine di file, computer, hard disk e
rubriche; le intercettazioni telefoniche spiano le relazioni e la
vita di intere scene sociali, realizzando profili e mappature di
tutti i dintorni dei movimenti; infine gli attivisti sono stati
costretti a spendere soldi e anni della loro vita in lavoro gratuito
e volontario per fare fronte a questi disegni repressivi e alle
necessità di difesa legale. Rolf Gössner, presidente
della
International Human Rights League,
ha riassunto così l'uso dell'articolo 129a:

Per le autorità inquirenti non è
determinante se l'indagine effettivamente arriva a giudizio e quindi
si trasforma in una condanna. Per loro l'indagine stessa è
molto più significativa. Con il complesso di poteri speciali
innescati dall'uso dell'articolo 129a, hanno a loro disposizione
strumenti pratici per accedere a determinate scene che altrimenti
sarebbero per loro inaccessibili, per intercettare le loro strutture
comunicative oltre il livello individuale, per raccogliere dati e
formulare sociogrammi di resistenza che non verranno usati solo per
ragioni repressive, ma principalmente per fini preventivi e
operativi. Le conseguenze di questa strategia di criminalizzazione
sono l'intimidazione del movimento, la desolidarizzazione e la
deterrenza.”
(4)

E' quindi
corretto dire che più che uno strumento per apprendere i
criminali, la legge anti-terrorismo tedesca è usata non solo
come elemento di spionaggio, ma come strumento di danneggiamento e
criminalizzazione dei movimenti di opposizione.

La
costituzione di un gruppo terroristico

L'intero
costrutto legale intorno al terrorismo verrà presto messo alla
prova da questo caso. Il giudice che presiede la terza sezione penale
della Corte Federale di Giustizia, responsabile per la sentenza circa
l'appello del procuratore sulla liberazione preventiva del sociologo
Andrej H., ha deciso che non solo la detenzione andava interrotta ma
che l'applicazione delle misure anti-terrorismo dell'articolo 129a
dovevano essere verificate alla luce di questo caso, mettendo in
discussione anche le indagini relative e l'inchiesta. Florian L.,
Axel H. e Oliver R. sono accusati di aver attaccato un detonatore
incendiario ad alcuni mezzi dell'esercito parcheggiati nella zona
industriale di Brandeburgo. Questo supposto tentativo di attentato
incendiario, secondo la polizia, mostra chiare somiglianze con una
serie di attacchi incendiari contro auto e edifici portati a termine
dal “mg”, che si autodefinisce social-rivoluzionario, comunista e
anti-imperialista. Secondo il sito dell'ufficio federale di indagini
criminali (Bundeskriminalamt, BKA) il gruppo ha rivendicato 10
attacchi incendiari dal 2001 – alcuni giornali ne riportano più
di 20 – contro auto della polizia e dell'esercito, e contro
edifici, come gli uffici dell'erario e collocamento o una stazione di
polizia di Berlino. L'incendio di auto è diventato in effetti
uno sport popolare nell'area di Berlino negli utlimi anni, con 91
macchine, di solito di lusso, colpita nell'ultimo anno

(
Die Zeit,
23.8.07); un sito è stato addirittura realizzato per tenere
aggiornata la lista delle auto prese a bersaglio (5). Gli autori di
questi roghi, però, come anche l'identità dell' “mg”
rimane un mistero, e considerata anche la scarsa attenzione data
dalle pubblicazioni e dai progetti dei movimenti alle azioni del
gruppo, anche abbastanza insignificante nel contesto della scena
tedesca.

Nonostante le indagini della polizia datate
oltre un lustro, che includono anche una serie di perquisizioni delle
abitazioni di manifestanti contro il G8 nei primi mesi del 2007
asseritamente inserite nella cornice dell'indagine contro l' “mg”,
non ci sono stati risultati concreti in relazione al gruppo e ai suoi
presunti roghi. I tre arrestati sono stati suppostamente colti in
flagranza, mentre cercavano di mettere un congegno incendiario su un
veicolo dell'esercito. La relazione con il “mg” è dedotta
dal tipo di reato (tentato incendio) e dal momento del tentativo (la
notte). Il costrutto della polizia circa la partecipazione
all'organizzazione si basa sostanzialmente su questo, e sul fatto che
alcuni degli accusati si conoscessero tra loro. E' probabilmente la
totale assenza di prove che ha spinto la polizia a usare le misure
anti-terrorismo per realizzare questi ultimi arresti, dato che le
prove contro i quattro sociologi sembrano essere solo le loro
pubblicazioni.

Niente prova ma colpevole per associazione

Nei faldoni della
polizia visti dalla difesa fino ad ora non ci sono prove contro
Andrej H., Mathias B. e gli altri due ricercatori che mostrino che
essi siano coinvolti in qualsiasi modo negli attacchi dell' “mg”.
Nonostante questo tutti e quattro sono accusati di fare parte di una
organizzazione terroristica “in associazione”. La BKA ritiene che
la loro scelta di determinate parole nelle loro pubblicazioni, quali
“riproduzione”, “prassi politica”, “gentrification” e
“Marxista-Leninista”, li renda non solo “capaci
intellettualmente” di aver redatto i “complessi testi del
'militante gruppe'”, ma il loro contatto con le università
darebbe loro la possibilità di accedere alle biblioteche
d'istituto, che potrebbero essere “usate per realizzare le ricerche
necessarie alla scrittura dei testi del 'militante gruppe'”. Uno
degli accusati è ritenuto un membro dell'organizzazione perché
ha scritto un articolo su una conferenza in cui gli intervenuti hanno
parlato di un attacco del 1972 della RAF che è stato
menzionato anche dal “mg” qualche mese prima.

Il legame tra il
circolo di accademici di sinistra e uno dei tre arrestat, che al
momento serve come prova della “appartenenza” all'organizzazione,
è un incontro avvenuto tra Andrej H. e Florian L., che la BKA
dichiara essere stato a fini di cospirazione, considerata la
dimenticanza di Andrej del proprio cellulare a casa. Inoltre il
coinvolgimento di Andrej nell'organizzazione delle proteste contro il
G8 durante l'estate del 2007 è considerato da parte della
polizia prova di estermismo di sinistra.

Il tentativo da
parte della polizia di appicciare l'etichetta di estremismo alle
diverse proteste contro il G8 è cominciata nel 2005. Il “mg”
è stato usato come giustificazione per perquisire le case di
alcuni organizzatori all'inizio del 2007, senza trovare alcuna prova.
Nonostante questo, la polizia ha continuato a usare le proteste
contro il G8 per costruire una apparente indagine in relazione al
“mg”. Inoltre l'uso della dimenticanza del proprio telefono a
casa come prova di supposta evasione della sorveglianza è un
modo del tutto nuovo di vedere “l'onere della prova”, anche nel
caso di un processo per terrorismo. Le basi di prova sono state
descritte come “legalmente deboli e politicamente pericolose”
dalla difesa.

Proteste Internazionali

Nonostante le
misure dell'articolo 129a siano diventate una politica abbastanza
comune contro i movimenti politici tedeschi, questa volta la legge
potrebbe essersi spinta un po' oltre. Il tentativo di polizia e
politici di criminalizzare le mobilitazini contro il G8 dal 2005 in
poi sono fallite clamorosamente grazie a un ampio sostegno civile in
favore dei manifestanti e degli organizzatori (vedi il bollettivo di
Statewath vol 17 nr 2). Proteste spontanee si sono avute subito dopo
gli arresti, con manifestazioni e azioni di solidarietà non
solo in Germania ma anche in altre parti d'Europa. Si è subito
formata una “Coalizione per la Fine Immediata della Sezione dei
Processi per 129a e per il Rilascio degli Accusati”, che mantiene
un sito web dedicato alle informazioni circa i casi relativi
all'articolo 129a e alla loro copertura nei media (v.
http://www.einstellung.so36.net/en/),
e il Partito dei Verdi ha deciso di porre la questione in Parlamento.
Inoltre:

più
di 3000 studiosi di università e organizzazioni accademiche di
tutto il mondo, insieme ad attivisti e organizzatori, hanno firmato
una lettera aperta di protesta contro gli arresti e una richiesta di
rigetto della sezione 129a. Una risoluzione molto forte della
Associazione Americana di Sociologia è stata votata al loro
meeting annuale a New York a metà agosto; una protesta è
stata realizzata all'International Critical Geography Group; e
un'altra lettera di protesta è stata formalizzata recentemente
da un incontro di studiosi sociali a Vancouver. Due Accademici
amercani residenti in Gran Bretagna hanno descritto le accuse e la
detenzione come una “Guantanamo tedesca”.”
(6)

Un caso
esemplare: terrorismo e democrazia

Il
risultato di questi casi sarà interessante anche perché
potrà testare i limiti della legislazione anti-terorrismo,
nota per la sua assenza di confini e applicabilità.
Dall'inizio nelle dichiarazioni della ampia campagna di solidarietà
con gli accusati l'abolizione dell'articolo 129a è diventata
uno degli elementi rivendicativi centrali. Dalla sua costituzione nel
1976 i gruppi che difendono le libertà civili e gli attivisti
poliici hanno puntato il dito contro la natura antidemocratica della
legge anti-terrorismo e dei suoi effetti distruttivi sui movimenti
sociali, sulla libertà di espressione e sul sistema di
giustizia penale nel suo insieme. Delineando gli effetti della legge
anti-terrorismo nell'Irlanda del Nord, Paddy Hillyard afferma che le
leggi inglese ed europea contro il terrorismo avranno un effetto
disastroso sulla società civile, senza ridurre in alcun modo
l'attività terroristica, e nel caso dell'Irlanda del Nord ha
addirittura portato a una crescita dei livelli di violenza impedendo
seriamente un compromesso politico.

Tutte
le misure anti-terrorismo condividono alcuni elementi chiave delle
leggi di emergenza: le organizzazioni sono vietate; si introducono
accuse penali definite in maniera vaga come; la libertà di
parola circa queste organizzazioni è limitata; si favorisce
l'uso di pentiti e informatori per raccogliere notizie sui movimenti.
In questo senso si formano ue sistemi di giustizia paralleli anche se
interrelati: quello per i sospetti di attività terroristiche e
quello per i “reati comuni”. Questi mondi paralleli confliggono
sul terreno delle pratiche quotidiane di polizia e magistratura,
minando i principi democratici di base che dovrebbero proteggere i
cittadini dal potere incontrollato dello Stato:

Lo
sviluppo di un distinto sistema giuridico penale per affrontare la
violenza politica ha corrotto i meccanismi della ordinaria giustizia
penale in tre modi. In primo luogo i poteri e le misure relative ad
esempio ai tempi di detenzione garantiti dalle leggi anti-terrorismo
sono stati incorporati nella normale legislazione penale. In secondo
luogo, la legislazione anti-terrorismo è stata usata
costantemente per affrontare situazioni relative a normali condotte
penalmente rilevanti. In terzo luogo, tutto il sistema giudiziario è
risultato screditato dall'uso arbitrario dell'espediente politico al
posto della legge, con la magistratura nordirlandese incapace di
difendere l'indipendenza della legge di fronte alla politica.” (7)

Anche
se ci sono significative differenze tra la situazione di guerra
civile in Irlanda del Nord e gli abusi contro i diritti umani degli
attivisti politici nell'attuale situazione politica tedesca, le
osservazioni generali citate sopra rimangono valide anche per
quest'ultimo contesto. Sarà interessante osservare se la
magistratura sia disposta e capace di difendere la propria
indipendenza in questo caso. Diversi professori di diritto hanno
chiesto una interpretazione restrittiva dell'articolo 129a, da
applicare solo quando “lo Stato nel suo insieme” è
minacciato, per esempio, da “ampi attacchi ai rifornimenti
energetici” e non dall' “incendio di singoli veicoli”, come nel
caso attuale. Alcuni giudici hanno commentato che l'attuale
legislazione esclude atti che “meramente subordinano conseguenze
senza significativi effetti”. (8).

Sorprendentemente
l'attuale Ministro della Giustizia, Brigitte Zypries, si è
spinto oltre nella sua delimitazione della definizione di terrorismo.
Quando le è stato chiesto quali attacchi terroristici
potrebbero minacciare le fondamenta democratiche dello stato tedesco,
ha risposto: “un attacco come quello del 9/11 sarebbe una terribile
tragedia, ma rimarrebbe un atto criminale e non metterebbe in
discussione l'esistenza del nostro Stato”.
(Der
Spiegel
no. 39/2007, 24.9.2007).

Anche ignorando l'assenza di prove circa il
legame degli accusati con il “mg”, secondo questa affermazione e
le attuali prove circa l'accusa, il gruppo in questione non sarebbe
neanche considerato un'organizzazione terroristica.

Tutte le informazioni relative al caso sono a disposizione sul
stio della campagna
Termine Immediato per i 129a:
http://einstellung.so36.net/en.
La campagna ha bisogno di donazioni e sostegno economico per
continuare nel suo lavoro solidale contro la repressione

Fonti:

(1)
Council Framework Decision of 13 June 2002 on combating terrorism,
OJL 164/3, 22.6.2002

(2)
"The 'War on terror' – Lessons from Northern Ireland"
(2005) by Paddy Hillyard, Statewatch Bulletin, vol 15 no 5.

(3)
Der Terror-Paragraph – 1976 trat der Strafrechtsparagraph 129a in
Kraft: eine juristische Mehrzweckwaffe (2006) by Heinz Jürgen
Schneider,
junge Welt,
18.8.2006.

(4)
see above

(5)
http://www.brennende-autos.de/

(6)
German GWOT Misfire, by Neil Smith,
The
Nation
, 24 September 2007,
http://www.thenation.com/docprint.mhtml?i=20070924&s=smith

(7)
Paddy Hillyard, Statewatch Bulletin, vol 15 no 5.

(8)
Der Spiegel,
27.08.2007,
http://einstellung.so36.net/de/ps/221

 

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