Nuovo anno, nuovi vecchi processi: la mayday parade non si tocca
Sembrerà strano a tutti che un evento così importante e pesante politicamente come la mayday parade non sia stata interessata dal solerte intervento di giudici, procuratori e polizia giudiziaria. Infatti non è così: la mayday 2004, quella di Adotta una catena e la prima con una partecipazione ampia a livello nazionale e internazionale, è oggetto di un processo che si è concluso oggi con la sua sentenza di primo grado.
Le accuse iniziali erano ridicole. A parte aver accorpato la mayday con il presidio in solidarietà con marta, milo e orlando in un unico processo, il rinvio a giudizio andava da violenza privata (picchetti davanti alla standa di via torino e a zara di corso vittorio emanuele), a propaganda sovversiva (i volantinaggi), a danneggiamento aggravato (la pittura di telecamere e vetrine di alcuni esercizi commerciali). Il processo ha mostrato come le accuse fossero un palese travisamente della realtà: i picchetti erano legittime forme di protesta contro chi il primo maggio costringe la gente a lavorare per una paga da fame; la propaganda sovversiva era legittima forma di contestazione di un modello di vita e di lavoro che noi avversiamo; i danneggiamenti erano quattro pennellate innocue.
La sentenza è andata bene a metà, che di questi tempi è già qualcosa. Il pm aveva chiesto l’assoluzione di tutti, tranne che per 8 persone per le quali aveva chiesto dai 6 ai 9 mesi per danneggiamento. Due persone inoltre dovevano secondo la pm essere condannate per imbrattamente a una multa. La giudice come al solito, non si è accontentata: 10 persone (incluse le due di cui sopra) sono state condannate per danneggiamento a pene tra i sei mesi e i quattordici mesi. Gli altri assolti. E’ andata bene perché ritorniamo nell’alveo del buon senso con le assoluzioni. E’ andata male perché rifilare 14 mesi a chi anche scrivesse due cazzate su una vetrina di un macdonald durante un corteo di centomila persone che di fatto rappresenta un ampio settore della società è una follia. Per ora gira bene e speriamo che in appello il buon senso impronti anche la sorte degli attuali condannati. Basterebbe quello per accorgersi delle stupidaggini che il mondo della magistratura continua a rifilarci.
Per chi non se lo ricordasse poi, mercoledì non solo riprende il processo per i fatti alla scuola Diaz il 21 luglio 2001, ma comincia anche il processo d’appello per i fatti del San Paolo: i poliziotti che hanno massacrato gente inerme in un pronto soccorso sono stati quasi tutti assolti nonostante fossero ritratti da un video chiaro come il sole; due dei quattro compagni a processo hanno preso un anno e otto mesi per resistenza aggravata e lesioni. Poi si parla di mondo alla rovescia… Ma d’altronde è evidente che il pm Gittardi uno specchio a casa per guardarsi in faccia la mattina non ce l’ha.
Sai già cosa ti sto per chiedere…
Visto che hai poco tempo ed ispirazione per la mostra ti andrebbe una chiacchierata?
Argomento a scelta (tua ovviamente)!
mi pare anche più interessante.
un semplice grazie, per quel lavoro di recupero della memoria-presente che tragicamente ci manca…