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Un giorno per la Palestina

3 Gennaio 2009

 

E’ da quando è iniziata l’offensiva "difensiva" (cit. la Presidenza dell’Unione Europea di marca ceca o forse cieca) israeliana a Gaza mi sono fatto molte domande, reprimendo la furia che mi sale dallo stomaco ogni volta che penso alle migliaia di persone prigioniere e bombardate con il placet di tutto il mondo. Oggi ho avuto l’occasione di dedicare un giorno a tutte le persone che ho incontrato nei territori, a Khaled, a Saif, a Bilal, a Lubna, a tutto il campo profughi di Deheishe, a Meri, che sicuramente ora è sotto le bombe. E’ poco, quasi nulla, rispetto a quello che sarebbe necessario fare, a quello che sarebbe giusto fare, ma è il mio piccolo sasso contro un tank. 

Oggi pomeriggio qualche migliaio di persone ha percorso le strade fredde di Milano, tanti arabi, tanti palestini, bambini, donne, uomini, vecchi, che gridavano che Israele è uno Stato di assassini. Ovviamente sui media italiani si parla solo della fottuta bandiera israeliana data alle fiamme, e anche Moni Ovadia, che stimo per molte altre cose, ha perso l’occasione di stare zitto mentre il suo popolo lo Stato di Israele che rappresenta tutto il suo popolo agli occhi del mondo si comporta come e peggio dei carnefici che ha conosciuto tanto da vicino  durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi pomeriggio Milano era fredda, ma mi è sembrata un po’ più umana di quanto abbia potuto notare negli ultimi due anni. Per alcuni brevi attimi ho risentito quel piccolo inestinguibile calore che sale dalle viscere quando stai partecipando a qualcosa di giusto, in un senso superiore e più alto di quello che potresti intendere tutti i giorni. 

La manifestazione è finita in piazza Duomo, in mezzo allo shopping, ai pischelli ignavi e incuriositi, alle signore impellicciate ignare e disprezzabili. Le stesse signore impellicciate che nel giro di un paio d’ore potevi vedere aggirarsi all’Anteo, a vedere Il Giardino dei Limoni, un film israeliano, semplice e senza sofisticazioni, che cerca di raccontare con equilibrio e con immediatezza tutta la tragedia di quello che avviene in Palestina tutti i giorni: la violenza insensata, l’oppressione, la rabbia che viene alimentata e covata, le contraddizioni all’interno del popolo palestinese, i dubbi degli israeliani di buona volontà e il cinismo di quelli di cattiva volontà. Il filme è molto bello, e vedere tutta quella gente che nel pomeriggio per strada non c’era, o era chiuso in qualche negozio per i saldi, è veramente uno spreco di bile. Il mio commento a fine film è stato: "una bella vacanza studio a Gaza di un mese a calci in culo, poi vediamo se fanno ancora i commenti da intellettuale di sto cazzo dell’ultima ora dopo questo film, loro e le loro pelliccie del cazzo". 

Poi torno a casa, guardo il tg3 (non il tg5 o il tg1 o il tg4) e si parla solo dei razzi "criminali" di hamas, mentre soldati israeliani entrano in un territorio già devastato con carri armati, artiglieria e supporto aereo. Altro che Davide e Golia. L’unica briciola di speranza mi viene quando giro su BBC World e assisto a una doppia intervista con il portavoce del governo israeliano dall’altro, tutto frasi fatte e diplomazia, e Mustafà Barghouti dall’altra, tutto schiettezza e parole semplici ma dirette. In Italia una intervista in cui entrambi i punti di vista di questa guerra siano esposti così limpidamente non la vedremo mai, e questo la dice lunga. Come non vedremo mai l’ex sindaco della nostra Capitale (Ken "il Rosso" Livingstone per essere chiari) dire che Israele sta commettendo un crimine di guerra. Siamo un paese arretrato, stupido e inerte di fronte a ogni cosa. E’ stato così anche nel nostro più buio passato, della cui caduta (quasi) tutti adesso si attribuiscono il merito. 

Il giorno che l’occupazione israeliana verrà denunciata da tutti nel mondo, forse ci sarà una chance che i Palestinesi, cocciuti, orgogliosi e con l’unico tesoro della loro dignità, non si facciano ammazzare fino all’ultimo. Palestina Libera. 

 

  1. 4 Gennaio 2009 a 16:44 | #1

    Non dire, per favore, di Moni Ovadia, «mentre il suo popolo si comporta come e peggio». Chi si comporta «come e peggio» non è il popolo ebraico, è il governo di Israele, spalleggiato da una buona parte dei suoi cittadini. Se lasciamo che si faccia l’equivalenza il governo di Israele=gli ebrei, si farà anche l’equivalenza gli ebrei=gli assassini che stanno massacrando Gaza. Invece le responsabilità del massacro (che sono TUTTE di Israele) hanno artefici precisi: uomini (e donne) come Olmert, come Barak, come la Livni e tutte le persone che gli danno ragione, ivi compresi tanti italiani/americani/ecc ecc…

  2. nero
    5 Gennaio 2009 a 11:51 | #2

    quello che dici è vero, ma la rabbia è tanta e di ebrei che prendono posizione con fermezza e senza esitazioni contro israele ne vedo molto pochi in giro (non nessuno, ovviamente, pochi). A maggior ragione loro dovrebbero essere i primi a sconfessare quello che lo Stato di Israele sta facendo anche a nome loro.

    Grazie per il commento puntuale.

  3. lorenzo
    7 Gennaio 2009 a 2:31 | #3

    ken il rosso mi sa che non e’ piu’ sindaco di niente

  4. montalbano
    7 Gennaio 2009 a 8:20 | #4

    bello il tuo commento al film, vedrò di vederlo al più presto.
    per quanto riguarda la manifestazione l’unico commento dei media è stato sulle bandiere bruciate…con gasparri che dice: gli italiani devono schierarsi dalla parte di una democrazia “matura” come israele. non c’è limite alla decenza.
    fuori tema: ieri sera potevamo andare al gaucho….kundo doveva sapere che ci sarebbero andati giocatori, senò a che serve kundo.

  5. nero
    7 Gennaio 2009 a 21:11 | #5

    infatti ho scritto “ex sindaco”

  6. 10 Gennaio 2009 a 17:18 | #6

    Condivido molto di quel che ha is scritto, forse come diceva mario si tratta del governo non del popolo.
    Su giardino di limoni concordo… parlando di cinema vieni a vederte il mio classificone 2008 che non condividerai… http://www.vivelamour.splinder.com/

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