Inter in Wonderland: antartide
Ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare, ma suppongo siano state allucinazioni dovute all’alterato stato di coscienza che i -10 gradi centigradi dello stadio hanno consentito di raggiungere. Soprattutto, considerato che il mio cervello è ancora congelato, non ho modo di raccontarvele neanche se lo volessi. D’altronde commentare una partita così è difficile: viene solo da chiedersi chi è il genio che decide gli anticipi e i posticipi – lautamente stipendiato – selezionando con così mirevole sagacia le notturne a Nord di Napoli nei mesi invernali.
Il mio stato di latente congelamento non mi ha concesso di capire molto se non alcune cose basilari: c’era una squadra composta di 10 pinguini con maglia crociata e 1 pinguino grigio in porta; c’era una squadra composta da 10 pinguini blu scuro e 1 pinguino giallo in porta; il tutto era governato dal figlio di una zebra con un mantello giallo fosforescente. Ho dedotto quasi subito che tifavo per i pinguini con la croce rossa sul petto e ho gioito per il gol di quello di loro con la criniera.
Per il resto il Mago Pinguinho ha fatto il compiti e per l’ennesima partita il nostro lato dell’Antartide è sembrato totalmente in controllo del match. In effetti la botta di culo degli orobici al 43esimo mica può ripetersi ogni volta. E’ dai tempi dell’Inter dei record e di quella dell’inizio dell’anno successivo che non avevo la sensazione che gli avversari non potessero fare un cazzo di niente. La differenza con quell’Inter era che lì avevo anche la sensazione che avremmo fatto sempre e comunque gol strabordando. Qui questa seconda sensazione è più tenue, ho una minore percezione di potenza.
In ogni caso, in antartide, al giro di boa del 2009 era importante vincere, per andare ad affrontare la pausa senza stress e polemiche, concentrandosi su come migliorare ancora di più. Ci vediamo alla Befana, fate i bravi. Io provvederò appena riuscirò a riacquistare la piena facoltà di tutti i miei arti, orgoglioso di non essere mancato allo stadio nonostante il clima proibitivo e pronto a rinfacciarlo a tutti coloro che hanno mandato sugli spalti una sagoma di cartone al loro posto. Come vedete lo spirito natalizio mi pervade come sempre.