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Cruz Santo Subito

12 Novembre 2006

Il tono della partita si capisce dalla prima frase che ascolto entrando al Drago Verde, dal commentatore della partita per Sky: "il Tadini stadio proibito per l'Inter e per Mancini. I nerazzurri negli ultimi 15 incontri hanno vinto una sola volta". Mi tocco, ma mi sa che non basta. In ogni caso affrontiamo la partita con troppa sufficienza, al contrario delle ultime partite "facili" in cui avevamo mostrato una grade maturità nel non sottovalutare nessuno. Il Parma gioca di rimessa e quasi ci fa la festa con un numero di Budan e con un paio di sviste difensive giganti che Muslimovic non manda dentro perché è fortunatamente un brocco che corre tanto ma non ha i piedi buoni neanche come ferro da stiro.

Dietro Grosso è il solito buco in difesa da cui entrano tutti gli spifferi, anche se davanti inizia a far vedere delle cose per cui lo ricordiamo con ardore nelle notti di luglio; Materazzi commette le prime sbavature della stagione (capita), mentre Cordoba preoccupa per le sviste clamorose senza successivo recupero in stile TGV con tacchetti. Maicon per la prima volta è il migliore dietro e sulle fasce fa quello che sa fare: correre e crossare.  A centrocampo l'assenza di Stankovic è un po' come la morte di un genitore al primo pranzo di famiglia. Dacourt e Vieria anche se diligenti non bastano a sostituirlo. Zanetti fa il suo e Figo ispira solo a tratti, mostrando una classe che potrebbe dare molto di più. Davanti Ibra è ormai illuminato e Crespo si porta sempre via due o tre difensori, anche se non ha ancora quel tocco di Dio che nelle prime di campionato gliela faceva mettere dentro anche senza braccia, gambe, occhi e orecchie.

Dominiamo il primo tempo e dopo un primo gol geniale dello zingaro svedese con una mirabile velocità di esecuzione, sprechiamo un po'. Giustamente il Parma ci punisce con un numero di Budan che nello svirgolare, fa il suo miglior tiro di tutta la partita. Al rientro in campo il Parma crede al commento iniziale del telespettatore e innesta un polmone in più a ogni giocatore, decidendo di giocare la carta del "mi butto per terra e faccio finta che mi hanno tirato una gomitata ogni volta che un nerazzurro mi sta a meno di due metri": non funziona ma irrita. In compenso due svistone di Cordoba regala dei dolcissimi e mielosi tu per tu tra Cesar e Muslimovic che per fortuna non mette dentro neanche un panettone. Spingiamo, spingiamo, ma sempre più affaticati. 

Dopo due minuti di primo tempo io e il mio socio preveggiamo i cambi: Cruz per Crespo e Solari per Figo. Serve più freschezza o anche un colpo di culo (che alla brutta va sempre bene). Tra il 20' e il 30' il Mancio per la prima volta in vita mia mi dà ragione e butta dentro i due argentini, che ci danno più tono, ma sono afflitti dalla sfiga (Solari palo pieno che corre lungo tutta la linea della porta fino all'esterno di Ibra che finisce non si capisce come fuori) e da un De Lucia all'esordio nel giorno del suo compleanno che toglie dalla porta due palloni che erano gol in tutte le altre vite possibili del portiere crociato. Quando Saccani decreta 6 minuti di recupero il mancio butta dentro anche Gonzales che ha il grande pregio di confezionare il cross che  viene sporcato da un nerazzurro e finisce diritto sulla testa di Cruz che santo subito la mette a colpo sicuro: De Lucia fa l'ennesimo miracolo (mortacci sua!) ma Cruz santo subito la ribadisce di piede senza neanche pensarci. Vinciamo e restiamo in vetta, in barba a tutti i gufi rossoneri a meno venti. Brrrrrr, freddo eh?

PS: lo dico io, cosi' non gli do la soddisfazione ai cugini maledetti. Negli anni scorsi erano Milan e Juve che riagguntavano le vette al secondo di recupero. Si vede che ci dice bene. <stock> [rumore della stecca]. 

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