All tomorrow’s departed
I defunti del titolo sono certamente i consulenti tecnici del buon Scorsese, che andrebbero mandati in siberia a spaccare il ghiaccio: tutto l'intreccio rimpinzato di infiltrati, controinfiltrati, pseudoinfiltrati, doppiogiochisti e via dicendo si regge via messaggi sms. Domanda: dobbiamo proprio essere italiani e aver seguito con passione il dibattito estivo sulle intercettazioni per sapere che gli sms sono probabilmente l'oggetto più intercettabile del mondo dopo le mail di hotmail? Risposta: no.
A parte questa incongruenza che rende il film poco credibile, il resto funziona: la sceneggiatura e gli attori non sono male (Di Caprio e Nicholson uber alles, che pero' la vincono facile sul monoespressivo Matt Damon e sulla gatta morta Vera Farmiga), e l'azione regge. Fino a un certo punto regge anche la morale: la società moderna è composta di ratti senza dignità che cercano di fregarsi l'un l'altro in ogni momento. Se non fosse che l'unico a salvarsi è il comandante della polizia che muore martire ma onesto, e il suo collaboratore che lascia la polizia piuttosto che cedere i nomi dei propri informatori alla potenziale talpa nella divisione investigazioni. Insomma, sarà pur vero che gli sbirri sono tutti corrotti e imbecilli, ma alla fine sono meglio dei "delinquenti". Da parte nostra salviamo solo Mr French che si fa saltare in aria per non entrare nel mondo dei rats.
Certo se non fossimo costretti a rigirarci nella sedia ad ogni messaggio via cellulare che regge il doppiogioco dei personaggi, o alla scena pietosa in cui una Vera piatta come una asse da stiro che mostra una ecografia con tanto di riconoscimento dei caratteri genitali del feto a Matt Damon, saremmo più contenti e crederemmo di più all'intreccio che stiamo seguendo. D'altronde non tutte le ciambelle escono col buco, e Scorsese poteva pagare qualcuno di meglio per spiegargli come funzionano gli apparecchi di telecomunicazione.
Voto complessivo: 6,5