Tutti pazzi per Materazzi!
Dopo la strapazzata che la Lazio ha rifilato ai propri cugini romanisti si sapeva che non sarebbe stata una partita facile. In più quest'anno pare che tutti abbiano il solo obiettivo di farci il culo, per ora obiettivo regolarmente fallito. E la partita a Lazio non fa eccezione, dato che la chiudiamo con due gol di scarto e a reti inviolate. Il gesto della serata, dopo 90 minuti di botte non sanzionate, 45 minuti in dieci, e 10 minuti di insulti dei laziali, è quello di Matrix dopo il gol: dito dritto davanti alla bocca e labbiale che dice chiaramente "dovete stare muti". Che bello sentirsi a casa come nei cortili di Comasina e Bruzzano 🙂
I laziali partono a paletta e cercano con il pressing di fare brutto, ma ci riescono per 15 minuti senza mai impensierire Julio Cesar. Oddo e Makinwa sul lato presidiato da Maxwell, il terzino gentiluomo, fanno venire i sudori freddi ai tifosi nerazzurri, ma in compenso tra Matrix e Burdisso (mi è parso di vederne tre in campo), la situazione dietro non corre rischi di nesun genere. Tra il 15' e il 45' li dominiamo, fino a uno slalom palla al piede di Valdanito che centra per Cambiasso che da sdraiato infila l'incolpevole Peruzzone (a cui vogliamo istintivamente bene, al contrario del resto della Lazio). Pancev che doveva fare orrido e Ledesma il campione non toccano palla, ma in compenso toccano e parecchio gli avversari… Si vede che stanno scoprendo un nuovo lato della loro sessualità.
Al 46' l'arbitro Rocchi si inventa una seconda ammonizione per Ibra che stava giocando come l'ira d'iddio, e lo butta fuori (spazio al Chino domenica). Il nuovo regolamento FIFA interpretato alla lettera quanto poco alla lettera è interpretato il vecchio buon senso calcistico inizia a rompere il cazzo. La partita ovviamente cambia faccia, ma i nerazzurri tirano fuori un carattere pazzesco: Mancini azzecca la mossa, dando disposizioni di rallentare la manovra laziale per costringerli a costruire anziché mettere in difficoltà la difesa con ripartenze improvvise.
Oddo inizia a pennellare cross e tutta la Lazio ci prova solo da più di trenta metri, incontrando sulla sua strada i corazzieri della nostra difesa (anche quelli alti solo uno e ottanta come Burdisso) oppure i pugni di Julio Cesar, che non gliene fa passare una liscia. Entra Adriano (io ho capito, questa è la vera punizione per lui, fino a che non scopre il carbone portato dalla befana, ovvero un bel trasferimento semestrale al Crotone) ed esce Maxwell, Zanetti arretra e mummifica Oddo (che però si dimostra veramente un bel giocatorino); entra Figo ed esce l'immenso Crespo tra gli applausi. Soffriamo in seduta permanente, ma Luis fa quello che deve: tiene palla, fa salire la squadra, si procura calci piazzati. Da un calcio di punizione praticamente sulla bandierina, pennella a centro area, salta Vieira e il questa volta ingenuo Peruzzi va sulla cucuzza nera e pelata del francese, da dietro sbuca Matrix e insacca.
Mancano cinque minuti ma la partita è chiusa, nonostante la mossa a sorpresa di Delio Rossi, che butta nella mischia gli albanesi 🙂 Altre segnalazioni: il capitano che corre per tutta la partita senza stancarsi mai e cavalcando nelle praterie palla al piede fino a che non lo abbattono regolarmente (più precisamente lo abbatte sempre, visto che tra Mudingayi e Ledesma avranno fatto 80 falli collezionando una ammonizione in due….); Maicon che scorrazza sulla fascia; Stankovic che non si stanca mai di recuperare palloni; la superbia del nostro gioco nello stretto sui passaggi corti, che mi lascia vieppiù a bocca aperta.