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A cinque anni dal massacro di avellaneda: Dario y Maxi presente!

26 Giugno 2007

 

Cinque anni fa, il 26 giugno 2002, al culmine di una fase di lotta incredibile per tutto il mondo e in particolare per il sudamerica, le forze dell'ordine argentine reprimono nel sangue l'ennesimo corteo. Gli scontri nascono per volontà di fronteggiamento della polizia federale, che non vuole concedere il blocco stradale sul puente puerrydon, storico luogo dei piqueteros della capitale. In Argentina non è come dalle nostre parti, e gli sbirri non si fanno remore a estrarre fucili e sparare a gratis sulla folla, la memoria della dittatura e della resistenza sono ancora molto vive nelle persone, nonostante gli ultimi anni in cui la tranquillità ha portato molta più indifferenza.

Maxi viene ammazzato mentre si sta ritirando per tornare con i compagni verso le proprie sedi. Dario lo sorregge, si ferma in stazione di Avellaneda per aiutare il compagno sperando di salvarlo. Il commissario Franchiotti e alcuni altri sgherri entrano in stazione, vedono Dario, figura carismatica dell'MTD di Lanus, tra i più autonomi e combattivi, e lo freddano a fucilate. Un fotografo immortala la scena che costerà a Franchiotti e soci una pesante condanna (anche se i mandanti politici del duplice omicidio, Duhalde e compagnia, non saranno mai additati come i veri colpevoli).

Dario e Maxi erano compagni eccezionali. Io non li ho conosciuti di persona, ma persone con cui ho condiviso tutto erano i loro fratelli, le loro sorelle, le loro amanti. Per me ricordare la passione che ho sentito ogni mese alla celebrazione della loro morte è uno dei motivi per cui continuare a lottare e a ritenere l'attivismo politico una spinta fondamentale. Un giorno tornerò in Argentina, e ho il timore che non sarà per un breve passaggio.

Dario y Maxi presiente! Seguimos en la lucha! 

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