Home > poche parole (quotes), storia e memoria > Fascismo in doppio petto

Fascismo in doppio petto

2 Luglio 2007

Notevole l'ex premier Silvio Berlusconi e le sue affermazioni che sicuramente troverebbero terreno d'intesa con il nascituro PD:

Lo Stato, a detta di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ha
abdicato all'uso legale della forza nei confronti di minoranze di
cittadini che bloccano servizi e opere pubbliche nel Paese. Parlando
alla scuola di formazione politica organizzata dal presidente della
Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha detto: "Lo Stato ha abdicato
ha abdicato all'uso legale della forza; trecento persone alla Stazione
Tiburtina bloccano un intero Paese, un manipolo di persone dice no alla
Tav, in questo Paese ci possono essere delle minoranze che bloccano
opere pubbliche e servizi. Lo Stato non li contrasta, abdica all'uso
legale della forza, perche' al Governo c'e' una sinistra che vede
queste manifestazioni come esercizio di democrazia".

Per altro chiosa la Merkel:

Angela Merkel e' a favore di dell'impiego dell'esercito in patria per
far fronte al crescente pericolo terroristico. In una dichiarazione
rilasciata al termine della riunione della direzione della Cdu, il
cancelliere ha spiegato che "nel contesto dei pericoli terroristici"
deve essere possibile l'impiego della Bundeswehr "in settori limitati",
poiche' la vecchia separazione tra sicurezza interna ed esterna
"appartiene al passato"
.

fonte: repubblica online 

Io ho i brividi: il fatto che soggetti come questo si riempiano la bocca di parole come democrazia e libertà fa ribaltare nelle tombe tutti coloro che hanno versato sangue per una repubblica. Oggi è il giorno dei rivoltamenti di stomaco.    

  1. tabozzo
    2 Luglio 2007 a 18:52 | #1

    Che fascismo e socialdemocrazia prendano oggi rotte convergenti, può sembrare a molti un paradosso. Ma è qualcosa di più di una profezia affidata alle dubbie conferme del futuro. Il linguaggio dei leader socialisti e fascisti lascia vedere chiaramente che man mano che il Partito socialista va denunziando i metodi rivoluzionari, il movimento fascista disarma le sue forme di violenta repressione, e la distanza tra i due contendenti diminuisce: tra poco si ridurrà alla distanza che separa due contraenti…………
    ……..Vedete dunque, o proletari italiani, come sia vile il gioco degli uni e degli altri. Nè socialdemocratici nè fascisti hanno l’onore di avere un programma decente, ma quelli che demagogicamente sfoderano dei manifesti elettorali hanno molti punti di contatto, da un certo sindacalismo collaborazionista, alle autonomie locali, e il vecchio sfruttato bagaglio di tutto il riformismo della macchina statale borghese……………..
    …E da tutto ciò, soprattutto, risalta ancora una volta la bontà della nostra valutazione comunista del periodo che viviamo. La borghesia non si sogna di soffocare che i movimenti che esorbitano dai quadri della democrazia, sistema che non si sogna di sopprimere. Sui confini di questo sistema, essa si difende e lo difende col terrore e la reazione, ma non ha bisogno di chiudere il libro del parlamentarismo per aprire quello delle repressioni, come pensa la corrente superficialità degli pseudo socialisti. E, per converso, la socialdemocrazia quando si chiude nei limiti del sistema democratico e parlamentare, placa facilmente la reazione, destinata ai moti rivoluzionari della classe lavoratrice che investono impalcatura stessa del potere democratico borghese, e la placa nel modo più semplice: vendendole la sua complicità.

    Fascisti e socialdemocratici sono due aspetti dello stesso nemico di domani.

    NELLA TORBIDA VIGILIA ELETTORALE
    Amadeo Bordiga (1919)

    Oggi Faccio il citazionista, ma i tuoi spunti odierni mi rammentano la solita, immutabile, lurida storia che si ripete.

  2. *
    2 Luglio 2007 a 19:52 | #2

    e il buon Amadeo diceva pure che il peggior prodotto del fascismo è l’antifascismo..

  3. Gianluca
    2 Luglio 2007 a 21:56 | #3

    Ci sono signori dimenticano di essere, in fin dei conti, dipendenti preposti a curarsi dell’interesse di chi li ha espressi. Certi signori dimenticano che il rinunciare a parte dei propri diritti – legislativo, esecutivo, giudiziario – in loro favore da parte di una società civile non è una investitura divina o una loro condizione di diritto, ma una concessione vicaria.
    Certi signori ritengono che tra la somma degli individui votanti e la totalità che compone lo stato non vi sia alcuna differenza; viene facile allora, persa la dimensione della singolarità, ritagliare dalla totalità regioni buone e regioni cattive, e chiamarle la maggioranza, a seconda di quanto queste regioni appoggino o meno arbitrarie decisioni legittimate da non si sa (o forse sì) bene quale autorità, e l’opposizione.
    Ben esasperati i confini, tra oppositori e sostenitori, tra buoni e cattivi, o qualsiasi altra polarità va bene, tutto ha la sua bella logica, nulla esce dagli schemi del prevedibile, azioni di maggioranza, conseguenti reazioni d’opposizione, e l’altalena è lanciata. Ma qualcuno però arriva a rompere le uova nel paniere, minoranze – come si può in una democrazia
    parlare di minoranze con accezione spregiativa devo ancora capirlo – che stufe di parlare ai sordi decidono di farsi sentire. Ed ecco ciò che fa paura, la decentralizzazione, la delocalizzazione. Chiunque, stufo di non essere rappresentato, alza la voce, si organizza, agisce. Ecco qualcosa scuote il Potere nei suoi fondamenti di illegittimità, che sia un Gay Pride o un presidio a Venaus contro il TAV non importa, ma è un fantasma che ritorna come spettro, uno spettro della autodeterminazione, e qualcuno non vuole che possa riprendere ad aggirarsi per l’europa. Forse è la piaga nella quale infilare il dito.

    Reef, se ti ricordi, altrimenti Gianluca, che fa lo stesso.

  4. nero
    2 Luglio 2007 a 22:57 | #4

    mi ricordo si’… dove eri finito… figo reincontrarsi giovane dal cappellino e dagli occhiali buffi 🙂

  5. nero
    2 Luglio 2007 a 23:01 | #5

    A scanso di equivoci, a me bordiga mi ha sempre dato l’orticaria. Alcune interpretazioni di bordiga sono interessanti: ad esempio quella che vede la negatività dell’antifascismo non tanto nell’opposizione ai fascismi e alla violenza del più forte sul più debole, quanto nella nota caratteristica di gran parte degli antifascisti di non riuscire ad elaborare strategie di decostruzione efficaci di cio’ che combattono.

    Caro *, non cercare con citazioni un po’ ad minchiam di portare acqua a un mulino che non mi appartiene: quello di quelli che non si schierano e che cercando di equiparare tutto. E’ lo stesso partito di quelli che convergono, tanto “l’e’ tut’ instess'”… ciao.

  6. Gianluca
    2 Luglio 2007 a 23:22 | #6

    Il tuo ricordo viene tradito oggi: niente cappellino e occhiali meno buffi, almeno spero, a quelli non si rinuncia.
    La risposta alla domanda invece, mah, “ai margini” può essere una risposta carima, “da nessuna parte, non ho mai iniziato” però la preferisco. Sempre imbarazzante non sapere cosa rispondere, un “boh” sarebbe forse troppo umiliante.

    Sono arrivato al blog pungolato dal tuo (ultimo) pezzo su carmilla, mi è piaciuto.

    G.

  7. Gianluca
    2 Luglio 2007 a 23:51 | #7

    Pensavo poi:

    «poiche’ la vecchia separazione tra sicurezza interna ed esterna “appartiene al passato”»

    Con il concetto di stato nazionale che vale quel che vale, con quello di diritto internazionale che si rivela quello per quello che è, una barzelletta, ti aspettavi dichiarazioni differenti?
    In questi tempi l’opposizione amico/nemico non va tanto di moda, pare che ogni cosa si giochi su quella buono/cattivo, con tutta l’ambigua fluidità del caso.
    Il ragionamento porta a conclusioni angoscianti.

    G.

  8. *
    4 Luglio 2007 a 12:53 | #8

    caro nero, l’interpretazione mia della frase di Bordiga era esattamente quella che hai fatto tu.
    Polemicone.

I commenti sono chiusi.