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Venerdì 26 ottobre: un incontro per parlare di processi e di come affrontarli

25 Ottobre 2007

 

Riporto l'appello per un'assemblea pubblica per confrontarsi su processi e forme di supporto e appoggio per affrontare la dimensione repressiva. L'appuntamento è per venerdì 26 ottobre 2007, ore 21.00 al Teatro Barrios in via Boffalora 51, in Barona, a Milano.

PS: né ieri al processo né alla serata i buoni si sono visti. Chissà dove trovano il loro coiffeur by night <grin>

Un incontro per discutere sui processi contro i movimenti

L'azione durissima della magistratura nel processo sugli scontri dell’11 marzo 2006 in corso Buenos Aires a Milano s'inserisce nel generale clima di repressione che colpisce le vite di decine e decine di persone dalla Sardegna a Cosenza, fino ad arrivare al capoluogo lombrado,attraverso l'uso di reati associativi e similari (reati di pericolo come devastazione e saccheggio ad esempio) e di inchieste gestite mediaticamente in stile "sbatti il mostro in prima pagina", attraverso lo stillicidio di denunce contro singoli per reati "minori", lo sgombero forzato degli spazi sociali occupati, la repressione del diritto alla mobilità come per esempio la vicenda dei treni per il corteo contro Bush a Roma.
In una prospettiva più generale gli spazi di agibilità politica delle varie forme di protesta, resistenza e antagonismo che si muovono al di fuori degli schemi precostituiti vengono ad essere profondamente limitati.

In prospettiva del processo di appello per la manifestazione antifascista del 11 marzo 2006 a Milano nasce un ambito composto da alcuni imputati, da compagni e compagne milanesi, “LibereRibelli”, con l’esigenza di riprendere il dibattito e di formulare una proposta collettiva di mobilitazione.
Un ambito che nasce dall’esigenza di rilanciare il dibattito e la mobilitazione, partendo dalla vicenda degli arresti di C.so Buones Aires, per aprire una riflessione sullo sviluppo delle politiche repressive in un contesto più generale di deriva autoritaria della società.
All’interno di una più articolata campagna di informazione e di lotta abbiamo individuato la necessità di costruire un convegno/incontro che diventi un momento di discussione e di approfondimento per connettere le varie esperienze, le vicende processuali e le campagne di liberazione e d’informazione che si sono sviluppate.
La questione che è necessario affrontare è se stia maturando “un salto nel livello repressivo dello Stato” nei molteplici procedimenti giudiziari che si stanno svolgendo nel nostro paese contro il “movimento”, contro i suoi attivisti e le lotte a cui partecipano.

Il processo per gli scontri dell'11 marzo 2006 ne è un esempio: in corso Buenos Aires scoppiavano scontri fra la polizia e i manifestanti, 43 persone venivano rastrellate e arrestate dalle forze dell' "ordine" perché trovati nei pressi del luogo.
Per 25 antifasciste/i dei fermati vengono confermati gli arresti, mentre nel clima di campagna elettorale i mass media e tutto l'arco politico e istituzionale già pronunciano la sentenza di condanna stigmatizzando la manifestazione come teppismo politico e gli arrestati come i nuovi barbari.
I 25 restano in carcere preventivo per 4 mesi fino alla fine del processo di primo grado che ne condanna 18 a 6 anni, scontati a 4 per il rito abbreviato, ai sensi del reato di "devastazione e saccheggio", un reato in disuso dall'immediato dopoguerra, con una pena prevista dagli 8 ai 15 anni di reclusione, che attraverso la gravità delle imputazione consente lunghe misure preventive di detenzione tra carcere, arresti domiciliari e obblighi di firma.
Dopo un tentativo fallito a Torino alla fine degli anni ’90 e un primo uso nei confronti degli ultrà, dal G8 di Genova in poi la magistratura sta tentando di contestarlo regolarmente nelle inchieste relative ai disordini di piazza.
A Milano si vuole creare un precedente molto grave nell’applicazione del reato di “devastazione e saccheggio” applicandolo alla protesta politica. L’escamotage di utilizzare il "concorso morale" ha infine consentito al giudice di condannare 18 persone a 4 anni di carcere, senza bisogno di contestare prove ed episodi specifici.
Una pena collettiva che ha una funzione di monito generale in quanto punisce la semplice partecipazione ad una manifestazione.
A fronte di questa stretta repressiva è apparsa evidente la complessiva impreparazione di tutti coloro che dovevano occuparsi di dare una risposta.

Adesso è importante iniziare nuovamente a discutere, far circolare informazioni e collettivizzare le esperienze.
Quindi l’idea di un incontro che partendo dal racconto degli avvocati, degli imputati, delle realtà di movimento, dei comitati di genitori o altro, di come hanno operato, di come hanno reagito di fronte al fenomeno repressivo, si possa costruire un confronto e conoscenza reciproca.

La complessità della materia in oggetto anche in relazione al fatto che molteplici sarebbero le vicende da analizzare ci ha fatto considerare l’ipotesi di costruire un convegno su più momenti assembleari.

Momenti assembleari che innanzitutto si strutturino attraverso blocchi tematici di confronto, che noi abbiamo individuato in:

 

  • elementi giuridico / politici (quali reati contestati, quale interpretazione e uso politico ne è stato fatto)
  • reti di appoggio e mobilitazione (familiari, comitati, ecc)
  • reti di appoggio legale
  • reti di avvocati
  • rapporti tra imputati
  • strategie processuali
  • strategie mediatiche

 

Un altro elemento importante per la costruzione degli incontri è l’individuazione delle esperienze processuali, e la disponibilità di che a vario titolo ne è coinvolto.
Sono molti i processi che si stanno celebrando, in via di conclusione e che a breve partiranno, e abbiamo l’esigenza di analizzarne alcuni, discutere le varie problematiche e criticità per valorizzarne gli aspetti positivi.

Infine il convegno si concluderà con un momento di discussione finalizzato, nelle nostre aspettative, a risaldare rapporti di scambio,solidarietà e dibattito tra le esperienze e soprattutto a lanciare iniziative di mobilitazioni che coinvolgano diverse realtà sul territorio nazionale.

  1. Kundo
    26 Ottobre 2007 a 15:35 | #1

    Potevi anche avvertire prima…

    La pagherai cara, molto cara….

    Devasterò e saccheggerò i posti che solitamnete frequenti….

    K

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