Insoddisfazione: regalare due punti a una neopromossa
Perché sia chiaro da subito: siamo noi nerazzurri ad aver regalato due punti alla neopromossa Juventus, non loro ad averli conquistati. L’Inter commette il peccato veniale di non chiudere la partita, facendo vibrare nei suoi tifosi l’insoddisfazione di una vittoria tonda che a Torino avrebbe fatto godere molto. A livello sistemico non è un grave problema: la Roma sta ancora sotto di tre punti, la Juve di quattro e la Fiorentina è vicina a due, tra tutte essendo la più simpatica ma non certo quella che può intimorire.
Il primo tempo entriamo in campo contratti e la tensione si taglia con il coltello. La Juventus gioca la partita della vita ma non impensierisce minimamente. Ranieri è terrorizzato dal reparto offensivo nerazzurro, e fa giocare i suoi difensori altissimi per evitare di prendere gol. Infatti alla prima occasione in cui il fuorigioco non scatta, Cruz lanciato in porta non manca il bersaglio. Uno a zero. Tre minuti dopo è Ibra a trovarsi in gioco da solo davanti a Buffon ma non ci crede neanche lui e incespica, unico giustificato a soffrire un po’ la tensione e giocare da essere umano anziché da genio.
Tutti si aspettano che il vantaggio porti in campo un Inter più sciolta e convinta di chiudere la partita. Così non è, e qui sta il principale demerito della partita e di Mancini. I gobbi con il loro fair play riescono a distruggerci altri due titolari, Maicon e Figo, mentre Chiellini rifila una gomitata da prova tv e tre giornate di squalifica senza ricevere in cambio neanche un giallo. Misteri della fede. Noi sprechiamo palloni da gol a più non posso, e non è neanche Buffon che si supera ma proprio noi che pecchiamo di superbia. Mancini ha un embolo tattico e con Chivu in campo, quando entra Burdisso non avanza il romeno, ma l’argentino, spostando il baricentro della squadra di venti metri indietro mentre dominavamo. Risultato netto: il gol di Camoranesi con il solito colpo di culo della deviazione fortuita. Gli ultimi quindici minuti solo il fuorigioco ossessivo dei gobbi, i falli in attacco fischiati a caso (il più clamoroso il mani inventato di Rocchi ai danni di Cesar) evitano ai nerazzurri di ribaltare la gara e levare quel senso di insoddisfazione ai propri tifosi. Suazo entra al posto di Cruz per sfruttare la velocità, ma sbaglia tutto almeno due volte colpevolmente.
Alla fine regaliamo altri due punti a una squadra minore, che solo con la propria arroganza può affermare di "voler lottare per lo scudetto". Avevamo la chance di metterli a tacere per sempre, ma ci tocca rimandarla al girone di ritorno. L’arbitro Rocchi è evidentemente casalingo, ma un rigore negato per parte pareggia le questioni più spinose, checché ne dica il Milan che si rende ridicolo, mentre ributtanti sono i leccaculo che paga nei giornali per non citare della partita di sabato anche il rigore negato al Torino. Si sa, il fair play è anche questo, pagare le persone giuste nel posto giusto.
Ora, guardare avanti, verso mercoledì e verso le prossime partite in casa. Ancora primi in classifica, e con la grande eleganza di non fuggire per non levare il divertimento a chi guarda il campionato. 🙂
Update: apprendo la mattina successiva alla partita dai giornali che molti lamentano il mancato rigore di Cordoba su Del Piero, ma che nessuno sembra aver visto quello di dieci minuti dopo di Chiellini su Ibra. Apprendo anche che nessuno dei giustizialisti della domenica si sbraccia per chiedere la prova tv per la gomitata in faccia gratis di Chiellini (sempre lui guarda caso) su Ibra, che a parti inverse sarebbe sicuramente costata tre giornate al nerazzurro. Same old story, morning glory: questa è la differenza tra quando siamo più forti noi con classe e quando erano più forti loro con spocchia e tigna. Gobbi siete e gobbi resterete.
rammaricato, contrito per quello che ho fatto.
pero’…
🙂 GODO
…a godere per un pareggio regalato dagli attuali campioni d’italia…
puaret!
“Ero a Norrkoping con mio figlio. Volevamo andare a vedere Ibrahimovic che giocava in B. Ne parlavano un gran bene. Ci fermò un contrattempo. Il giorno dopo leggemmo che aveva sputato agli avversari. Era il capo di una banda di strada a Malmoe. Ora mi dicono che è migliorato. È bravo”.
Liddas (Nils Liedholm).
Ciao Barone, anche se Petrini scrive che senza flebo negli spogliatoi non facevi giocare nessuno. Il tuo vino però era ottimo, se ne va un altro pezzo del calcio più bello.
NO AL CALCIO MODERNO