La storia siamo noi
Oggi ci sarebbero da postare un milione di cose, e forse lo farò, ma nel frattempo tra una riunione fiume a genova e un’altra, tra una notte passata a trascrivere udienze e un’altra a comporre il nuovo city of gods, penso sia importante ricordare a tutti che domani ci sarà la sentenza dell’appello per i fatti dell’11 marzo 2006 a Milano, una sentenza che potrebbe cambiare la vita di 18 persone condannate in primo grado a 4 anni per non aver fatto assolutamente nulla se non condividere lo spirito antifascista di una giornata di mobilitazione. Per chi vuole saperne di più sul processo il sito della campagna che facemmo per sostenere gli arrestati è ancora lì e spiega tutto nel dettaglio: dovevadoevado.
L’appuntamento è per domani 8 novembre a palazzo di giustizia, ore 9.00, ma la sentenza è prevista per il primo pomeriggio.
Colgo l’occasione per pubblicare l’appello di supportolegale per partecipare alla giornata di mobilitazione del 17 novembre per non lasciare che la storia di genova venga scritta dai tribunali e che 25 persone paghino per quello di cui siamo stati tutti protagonisti insieme in quei giorni. Nei prossimi giorni questa mobilitazione sarà un leit motif del blog, percui preparatevi a sentirla spesso.
LA STORIA SIAMO NOI
Un appello alla mobilitazione di tutti per il 17 novembre
"La storia siamo noi" non è uno slogan. E’ un approccio preciso: da
un lato la storia sociale, dall’altro la storia del potere. Chi lo ha
cantato in questi anni lo ha fatto con l’istinto di chi sa di aver
vissuto un pezzo importante della storia, ufficiosa o ufficiale che
sia. E lo ha fatto pensando a Genova 2001. Con ogni mezzo necessario.
Dal 21 luglio 2001 in poi la giustizia e la politica hanno cominciato
la revisione della storia che ognuno di noi ha vissuto sulla nostra
pelle: coloro che si sono ribellati a una certa visione del mondo sono
diventati terroristi; coloro che hanno seminato il panico nelle strade
di Genova sono diventati i paladini dell’ordine e della giustizia.
Per sei lunghi anni tutto questo è serpeggiato nelle aule di tribunale,
mentre la nostra voce collettiva si affievoliva, con un processo di
rimozione collettiva che ha fatto sì che in molti dimenticassero che
Genova non è stata solo il terrore in divisa, ma anche e soprattutto la
forza e l’energia di centinaia di migliaia di persone che almeno per
pochi giorni hanno pensato che il mondo potesse essere diverso da come
ce lo hanno sempre raccontato e rappresentato.
Per sei lunghi anni il teatrino delle corti penali si è sostituito alla
presa di parola delle persone vive, nella convinzione che verità
giuridica e realtà storica in qualche modo convergessero, nella speranza che in
qualche modo tutto si sistemasse e non fossero in pochi a pagare la
stizzosa vendetta del potere.
Le requisitorie dei pm Anna Canepa e Andrea Canciani nel processo che
vede 25 persone imputate per devastazione e saccheggio, hanno
completato l’operazione di revisione della storia che è cominciata il
giorno dopo le mobilitazioni contro il g8 del 2001 e si sono concluse con la richiesta di 225 anni di carcere.
Pensiamo che sia arrivato il momento di prendere di nuovo la parola, di
gridare con forza che gli eventi del luglio 2001 appartengono a tutti
noi, di mobilitarsi in massa e con intelligenza per fare si che 25
persone non paghino per qualcosa di cui siamo stati protagonisti tutt*,
nessuno escluso.
Vogliamo rilanciare con forza la mobilitazione di massa del 17 novembre
a Genova, e tutte le iniziative tese a riappropriarci della nostra
memoria e del senso di quei giorni lontani sei anni ma ancora vivi in
quello che hanno rappresentato.
Vorremmo che tutti rilanciassero questo appello senza firme, senza
identità, senza se e senza ma, perché Genova non è finita, è ancora
qui, oggi, e riguarda tutti e tutti se ne devono fare carico, senza
esclusioni.
Per cominciare primo appuntamento a Genova: 17 novembre 2007
LA STORIA SIAMO NOI