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La classe non è acqua, è rumore

11 Aprile 2008

Ich warte auf meiner Eisbergspitze
am Ende der Physik
auf Novemberhitze
und auf Dinge dies nicht gibt
Ich warte warte immer weiter
letztendlich auf Musik

Ormai da anni l’unica band che posso usare per rispondere alla domanda "quale musica ascolti" sono gli intramontabili Einstürzende Neubauten che dal 1980 offrono al sottoscritto (o meglio dal 1990 quando li ho scoperti) qualcosa per cui valga la pena di pagare il prezzo di un concerto o di un album registrato. I loro pezzi sono sempre una amalgama magnifica di rumore, suono e parola, che avrebbe molto da insegnare a chi pensa che il tedesco non sia una lingua adatta alla musica moderna o alla poesia: i loro testi sono stupendi e hanno una forza immaginifica imponente, spesso più dell’inglese che è una lingua troppo semplice per veicolare dei concetti articolati senza sembrare ampolloso. 

Ieri sera sono andato per la seconda volta in vita mia a un concerto della band berlinese. Prima di questo avevo visto quello del tour di "Ende Neu" nel 1996/1997 al Tempelhof di Berlino, dove ero capitato praticamente per caso insieme all’intramontabile Ciamma (un talento teatrale che ancora opera in quel di Milano, ma che come molti del giro con cui ho fatto cose nella mia vita ha preferito rimanere ai margini ma fare quello che voleva, che piegarsi alle necessità di produzione). La formazione è ridotta a 3/5 della line-up "originale" anche se questo termine è difficile da usare: tra il 1980 e il 1981 gli EN erano Blixa Bargeld, N.U. Unruh, Alexander Hacke, F.M. Einheit, Marc Chung. Gli ultimi due dal 1996 in poi hanno abbandonato il gruppo (con grande rammarico del sottoscrittosoprattutto per quanto riguarda Einheit che è sempre stato l’anima punk e sonica del gruppo) e sono stati sostituiti da Jochen Arbeit e Rudi Moser (con il contributo nei live del tastierista australiano Ash Wednesday).

I ragazzi terribili degli anni ottanta berlinesi ormai sono degli attempati cinquantenni che si divertono a demolire il suono con strumenti di ogni tipo sfoggiando mise tutto sommato sobrie (se facciamo eccezione per Alex Hacke la cui dignità è stata da lungo tempo riposta su una mensola, almeno per quanto riguarda la questione estetica). La loro performance è meno di impatto di quelle di altri tempi, ma il muro sonoro non ha perso nulla della sua efficacia, anche se qualche pezzo dal vecchio repertorio avrebbe fatto felice tutti i presenti. E non si sono certo risparmiati, dato che hanno suonato per due ore tonde. La cosa che lascia totalmente affascinati non sono tanto gli strumenti magnifici che hanno costruito in 30 anni di carriera a partire da oggetti della deriva industriale e urbana, ma la presenza che i suoni generati riescono ad avere nella composizione complessiva dei loro pezzi, anche dal vivo. Ogni suono appare in primo piano, si perde negli altri, e porta l’occhio e l’orecchio dell’ascoltatore a cercare sul palco la sua provenienza e il suo percorso: nel macello che fanno non è una cosa scontata riuscire a dare il giusto peso a ogni rumore, ed è questa abilità nel dominare il caos e la complessità della loro musica anche dal vivo che li rende un gradino sopra tutti coloro che hanno cercato di imitarli (e che li fa entrare nell’olimpo delle band che si ricorderanno nei secoli dei secoli). 

Senza contare che sono tra i pochi con un nome anche a livello di produzioni internazionali che hanno avuto il coraggio di abbandonare le etichette per provare a produrre i propri album attraverso il supporto e la costruzione di comunità con i propri fans. Un progetto coraggioso che continua ogni concerto che registrano e rendono disponibile immediatamente dopo la performance in un doppio cd. L’Italia e le major discografiche da questo punto di vista sono millenni addietro.  Per chi se il è persi un tentativo a Bologna o Napoli dovrebbe essere una buona idea, oppure il prossimo album e il prossimo tour che tocca sempre la città di Milano (per mia fortuna 🙂

PS: tnx to Rosario per gli accrediti che mi hanno consentito di entrare a free

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  1. ppn
    11 Aprile 2008 a 11:28 | #1

    …peccato che non sono riuscito a venire.
    Mi consolo con il fatto che già li vidi proprio lì a milano, godendo come un sacchetto di bulloni nelle mani del ferramenta. E prima ancora a Urbino, nella cornice della fortezza, con la luna piena e non più di qualche centinaio di persone sotto il palco. Gratis, perchè allora Frequenze Disturbate lo era. Anche per me quella volta è stato un caso: “andiamo a Urbino stasera che ci sono dei concerti aggratise?” E andiamo. Arrivati lì non c’è nessuno e vabbè, sarà la solita serata con qualche gruppetto local semisconosciuto -che va benissimo- . Poi salta fuori Andy: “c’è un gruppo tedesco tipo strunfnbaubau o qualcosa del genere…” Eio: “Seee…non saranno mica gli Einsturzende Neubauten?” “Sì, una roba del genere”

    Ecco, immagina la mia faccia quando mi avvicino al palco e aspetto che sia abbastanza arredato da capire chi cazzo sta per suonare. E a un certo punto arriva Lui. E capisco che dio esiste -difatti lo celebro degnamente, paragonandolo a quasi tutti i miei animali preferiti compreso l’oritteropo- e che è lui che mi ha concesso di trovarmi lì in quel momento. Passo dallo scazzo di una serata qualunque, che forse magari potrebbe anche essere divertente, alla serata in cui vedrò gli Stronzi di Baudo da sotto il palco senza nemmeno dover spingere nessuno, a U-r-b-i-n-o. E c’è pure la luna piena esattamente dietro il palco, a completare la scenetta sexy.
    Poi tolgono il telo e Lui si mostra in tutto il suo dentato splendore: il cazzo di fottuto xilofono rotante.

    Merda che bello!

  2. Kundo
    11 Aprile 2008 a 13:24 | #2

    Grazie a dio ogni tanto recuperi qualche punto …

    K

    P.S. potevi anche dirmelo!

  3. nero
    11 Aprile 2008 a 14:09 | #3

    che ne so io che ti piace la musica di classe, kundo? 🙂

  4. Kundo
    11 Aprile 2008 a 19:26 | #4

    Perchè?? non ti sembro un tipo di classe?????

    Cazzo, con questa hai perso i punti conquistati in precedenza… dirò alla tipa della pizzeria di sputarti nella pizza alla prossima…

    K (uno di classe)

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