Grande Cuore Inter
Dopo la visita alla Casa della Carità in settimana, dimostriamo la nostra generosità concedendo ai rosiconi il premio di consolazione della Coppa Italia, da veri signori. Il segnale più bello per me, quello che mi dimostra che (forse) i tempi e gli interisti sono cambiati è l’ora di cori al 4-4-2 dopo la sconfitta, perché io come altri ricordano quando la vittoria della snobbata Coppa Italia era festeggiata come una Champions League, dato che era l’unico traguardo a cui riuscivamo ad avvicinarci. Non è più così e cari rosiconi frequentatori del blog se mi proponete altri 5, 7, 10 anni così in cui noi vinciamo in Campionato e voi in Coppa Italia firmo col sangue 🙂
Mancini affronta la partita sapendo di dover motivare un gruppo stanco, acciaccato e all’ultima fatica. Tra infortuni, squalifiche e altro mancano: jc, matrix, samuel, cordoba, rivas, dacourt, mezzo stankovic, cambiasso, figo, ibra, cruz. Vedete un po’ voi. Le parole dei romanisti in settimana ci aiutano ma l’approccio che ha l’Inter a questa gara è: bello vincere, ma nessun dramma per come finisce, l’importante era il Campionato. L’allenatore decide di abbandonare il 4-5-1 che tante gioie ci ha dato a Roma per un 4-1-4-1 che non paga molto: infatti per tutto il primo tempo la Roma fa quello che vuole a centrocampo (ho visto fare tre stop di petto su nostro rinvio dal fondo…) e per 30-40 min soffriamo molto e prendiamo un gol da babbi, di piede sul primo palo da un difensore su calcio d’angolo (detto così vi rendete conto che pare impossibile 🙂 L’altro errore del mancio è scegliere l’esperienza sulla voglia di vincere: Pelé con tutti i limiti che può avere ha giocato tutta la Coppa e non si capisce perché escluderlo dall’11 iniziale, per uno Stankovic che nella seduta del giorno prima di allenamento non aveva fatto altro che differenziato. Infatti quando li avvicenda la partita cambia, tornando al 4-5-1. La Roma scompare e per il seocondo tempo è solo Inter, a parte la folata partita da un fallo non sanzionato su Cesar e che si conclude con lo svarione di Maicon (ancora ubriaco dai festeggiamente evidentemente) che consente alla Roma di fare il secondo gol. Sembra in piccolo la finale di Champions: 40 min di una squadra e 60 dell’altra, la parità ci starebbe ma il palo ce la nega. D’altronde davanti abbiamo come unica punta fino al 90esimo un membro di una categoria protetta come Suazo e con lui lì segnare vale doppio, dato che è come giocare in 10.
Alla fine va bene anche così, lasciamo festeggiare i romanisti come se avessero vinto il campionato del mondo con i caroselli in città e la festa al circo massimo. Se lo meritano perché hanno fatto un bellissimo campionato e preferisco loro che gobbi e rossoneri: loro non fanno altrettanto e si dimenticano che hanno patito quanto noi il duopolio, ma se ne ricorderanno in fretta. Io sono felice perché ho raggiunto il mio principale e più blasonato obiettivo stagionale, e ora attendo le pantomime estive di calcio mercato e con moderato interesse gli Europei, il tutto sapendo che alla fine per me quel che resta è la maglietta neroazzurra e quell’istinto irrazionale di gridare come un ossesso dimenticando il resto appena dei ragazzi che la indossano calcano un campo di calcio. Il calcio moderno sono solo soldi e business, ma il calcio e basta è ancora questo: colori sociali e tifo. C’è solo Inter.
Ma che bello è festeggiare perdendo.
E’ stato quasi come ricordarsi che il giuoco del pallone è e rimane, prima di tutto, un bel giuoco.
Se ne riparla a Settembre, quando il cuore e il la psicopatia cronica da tifo nerassurro riprenderanno il sopravvento nel mio povero corpo sofferente.
Quando meritate voi, vincete voi. Per il resto…c’è solo l’Inter.
🙂
Dissento, secondo le regole di Derossi abbiamo vinto noi.
CordialitÃ
K