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2-9-11

19 Ottobre 2008

 

 Era l’esame per Mourinho, almeno per me: volevo vedere se la lezione del derby era stata appresa oppure no, se la squadra cominciava a girare oppure no, se l’Inter era capace di dimostrare quello che vale oppure no. Esame superato al 100%: partita sontuosa e Roma umiliata come non capitava da tempo. Sarà una partita importante, perché servirà a tutti i giocatori a capire quello che può esprimere la squadra. Come l’anno scorso e l’anno prima dopo la partita con la Roma ci troviamo primi in classifica da soli, ed è una sensazione di cui noi tifosi non abbiamo mai abbastanza. Come dopo il derby l’amarezza era tanta, dopo questa vittoria netta la felicità è incontenibile, e intorno a me al pub per tutto il secondo tempo tutti gli interisti hanno cantato tutti i cori di anni di sfighe e di sofferenze, esorcizzandoli in una specie di ridente rito catartico.
La partita è facile da raccontare: l’Inter scende in campo con un 4-3-3 abbastanza tipico, spinge e grazie a un clamoroso errore di Cicinho che tiene in gioco Ibra e un altrettanto scellerata uscita di Doni che si fa uccellare, si ritrova in vantaggio al settimo minuto. Per i successivi 25 minuti è un arrembaggio dell’Inter che non si chiude con una caterva di gol per sfortuna (Maicon) e per egoismo (Quaresma che non appoggia almeno tre volte una palla in tre contro due). Gli ultimi dieci minuti sono il solo contributo alla partita della Roma, che un po’ per sorte un po’ per prestanza della difesa nerazzurra si conclude con un nulla di fatto. Al rientro nella ripresa nel giro di dieci minuti chiudiamo i conti e pialliamo i giallorossi: 2-9-11, vederlo sul tabellone mi fa venire i brividi e mi fa nascere un sorriso indelebile, è una serie di numeri che parla più di qualunque altra discussione sulla partita.

Veniamo agli interpreti. Julio Cesar c’è quando serve, non si distrae mai e si merita il voto più che positivo. Il reparto arretrato è superlativo: Chivu è tornato e con Cordoba non si perde un pallone; Zanetti non è nel suo ruolo ma non si vede; Maicon è un mostro, non c’è un altro termine, meriterebbe di fare il gol nel primo tempo che nella storia del calcio si è visto fare solo a Maradona, o in alternativa di segnare di testa ma il palo gli nega la gioia. Se gioca così, non serve un centrocampista davanti a lui per aiutarlo perché basta da solo a mangiare tutta la terra della fascia.
A centrocampo Cambiasso è immenso, Muntari se smette di perdere palloni si avvicina all’immensità e Stankovic sembra un altro giocatore rispetto all’anno scorso. Deki trova anche il gol della vita che gli mancava dal derby di due anni fa (quello con il Chievo non vale). L’unica controindicazione è che adesso ci proverà ogni volta e sbaglierà spesso facendomi incazzare come un caimano. Un’ottima notizia è anche il rientro di Dacourt, anche se è lontano dalla sua condizione migliore.
Nel settore avanzato oggi l’Inter si dimostra mostruosa, pur con l’unico neo di un Quaresma lontano da una condizione decente. Ricardo soffre il momento no e il prezzo esoso con il quale è stato pagato al Porto: sale, guadagna falli e ammonizioni contro gli avversari, ma sui contropiedi pecca di egoismo grave, e questo non si può dimenticare. Obinna corre per tre e non ha paura di tirare: forse ci abbiamo guadagnato a non lasciarlo andare all’Everton. Ibra è definibile solo attraverso l’esclamazione di Kundo davanti a una sua inquadratura: "il messia, dio bastardo!" Come non essere d’accordo? Cruz entra quando la partita è già finita e Mancini invece fa in tempo a prendere fischi e a farsi rimpiangere un po’. Rimane un mistero il fatto che Supermario non giochi, ma continuo a pensare che ci sia un motivo più che valido per il quale non lo vediamo titolare.

Esorcizziamo il ritorno dalla pausa e l’ultimo posticipo prima della fine del girone di andata (entrambi eventi che ci portano una rogna nera), e ci portiamo in testa alla classifica da soli. Ogni interista non può che godere, anche se domani leggeremo che "è crisi Inter!". Ah ah ah.

Categorie:spalti e madonne Tag:
  1. zapetta
    20 Ottobre 2008 a 12:21 | #1

    Finalmente sei tornato produttivo come una vacca da latte!

  2. kundo
    20 Ottobre 2008 a 13:05 | #2

    Partita appena appena passabile, dobbiamo migliorare.

    Assolutamente stupida la gente che fa cori al pub a questo punto del campionato c’è ancora molta strada da fare, tengo i piedi per terra e non mi esalto e predico calma a tutti.

    Nego assolutamente di ever detto certe parole Ibra non è il messia, ma la promessa del Nirvana.

    Cordialità

    K

  3. spacecozza
    20 Ottobre 2008 a 14:08 | #3

    Sono d’accordo con K, Ibra si sta avvicinando molto velocemente alla mia divinità preferita di sempre: Shiva il Distruttore Danzante.
    Capello lungo, statuario, irriverente, con 7-8 gambe con cui fa quello che gli pare. Il tridente invece che in mano lo tiene nel cervello, il cobra…vabbè, dai…lo sapete anche voi ;-), il dna indiano è scontato per discendenza rom, il terzo occhio ce l’ha di sicuro (no? guardatevi il tacco col Bologna)…
    Danza sull’erba & Distrugge tutti quelli che trova per rigenerare un universo migliore.
    Naturalmente Nerassurro.

  4. kundo
    20 Ottobre 2008 a 16:16 | #4

    Ce la siamo giocata… la Space intendo!

    K

  5. spacecozza
    20 Ottobre 2008 a 18:35 | #5

    Nei confronti della millennaria cultura e profondissima scienza shivaista.
    S’è reincarnato per elevarci ad un livello superiore.
    Corri a bruciare incenso e versare burro sul lingam, ravvediti.

    🙂

  6. ppn
    22 Ottobre 2008 a 10:16 | #6

    …l’assenza di commenti da parte dei frequentatori romanisti del blog.
    Si staranno adeguando alla loro altrettanto assente squadra.

    ihihihihihih…

I commenti sono chiusi.