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Y e Q

27 Gennaio 2009

 

 Dopo anni di corteggiamento finalmente ho trovato il tempo e la voglia di prendere in mano un libro di un autore che i miei amici Wu Ming raccomandano a ogni pié sospinto: Serge Quadruppani, grande traduttore di noir dall’italiano al francese, non ricambiato dal Bel Paese nell’impegno per diffondere la propria letteratura da questo lato delle Alpi. Devo dire che mi aspettavo di più: la trama non mi ha avvinto manco un secondo e gli stratagemmi per far tornare i conti mi sono sembrati molto al di sotto dell’interessante (anche ammettendo la volontà di non sforare dai classici del noir). Quello che mi ha stupito è il lirismo di molte descrizioni, di molti paragrafi che forse la letteratura di genere non sopporta benissimo. La sensazione che mi rimane è che Quadruppani debba cimentarsi con una letteratura con un tratto più profondo e al tempo stesso sottile di quella che gli piace: è uno sforzo, ma sono convinto, per quello che ho letto in questo Y, che ne caverebbe maggiori risultati. In ogni caso una lettura la vale, senza troppe lodi, però. Per una volta io e R.B. siamo in disaccordo. Sopravviveremo entrambi penso. Voto: 6-

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