25 aprile

24 Aprile 2009

 

Per me le feste nazionali laiche sono le uniche che abbia un senso celebrare. Non ho mai sopportato le feste religiose, il loro corredo di moralismo e di ipocrisia, mentre i momenti corali di un popolo e della sua storia mi emozionano e mi riportano alla mente ricordi e desideri di aver vissuto altre epoche e altri momenti storici. Da sempre per me il 25 aprile è decisamente la festa più importante, nonostante la rilevanza che nella mia personale storia politica ha avuto il primo maggio e quella che dovrebbe avere agli occhi della gente l’8 marzo. Ogni volta che si avvicina vado a rileggermi pezzi della storia di questo paese e non solo, riassaporo le parole di vecchi e combattenti, cercando di ritrovare quell’eroismo semplice e senza fronzoli, disperato per alcuni versi, anche intorno a me e dentro le cose che faccio. Devo ammettere che è molto difficile di questi tempi, assediati dall’indifferenza e dalla scarsità di intelligenza, circondati dai luoghi comuni che pensano che ogni decisione valga quanto un’altra, che tutto sia relativo sempre e comunque. Non mi stancherò mai di ripetermi e di ripetere alle persone con cui ho a che fare tutti i giorni, sia che abbiano 10 anni o che ne abbiano 70 che non è tutto uguale, che esistono cose giuste e cose sbagliate, per le quali valga la pena combattere o che valga la pena disprezzare. Non è tutto uguale, non basta avere la propria opinione per essere un uomo o una donna: la libertà che tanto riempie la bocca di tutti è la possibilità di scegliere che cosa sia giusto e di combattere per esso, non la generica affermazione che ognuno può fare quello che vuole, basta che i fatti gli diano ragione. Viviamo in tempi poveri di spirito e di chances, ma non possiamo che crucciare noi stessi per quello che vediamo intorno a noi. Forse un tempo, un tempo di rivolta e di dolore, le cose più minute avevano un significato più importante, ed era più facile distinguere che cosa volesse dire giusto e sbagliato. 

Chi mi vuole incontrare, domani mi troverà la mattina nel giro delle lapidi dei partigiani dell’Isola (ormai non ce n’è più neanche uno, ma il giro si fa lo stesso con le autoradio a manetta con  i canti partigiani, partenza ore 8.30 in via Sassetti), il pomeriggio in corteo (che io sappia partenza Porta Venezia ore 15.00), e la sera  a Partigiani in Ogni Quartiere, un’esperienza che forse rappresenta una delle poche possibilità che abbiamo di ricominciare a costruire una coscienza diversa in questo Paese. Se oggi dovessi consigliare a qualcuno che inizia a fare politica dove provare a fare qualcosa, gli direi di iscriversi all’ANPI e usare lo scudo di quella enorme organizzazione nazionale ancora rispettata (forse l’unica in una terra di insulti e di volgarità come quella del costume culturale e politico italiani) per ricostruire da zero i valori che la Liberazione e la Resistenza incarnano e hanno incarnato. A domani. 

  1. nero
    25 Aprile 2009 a 12:28 | #1

    Stamattina in Isola il giro delle lapidi cominciava alle 9.30. Sono arrivato presto come uno scemo e ho atteso pazientemente.
    L’anno scorso, dopo almeno 7-8 anni di onorata presenza, non ero potuto esserci, e quest’anno ho scoperto con sorpresa che dai 5-10 gatti che si era si è diventati una ventina, inclusi almeno tre-quattro compresi tra i 30 e i 40 anni. COnsiderato che fino a due anni fa eravamo in 10 di cui solo io e blanca sotto i 30 di un soffio, stiamo migliorando. I giovinastri che ho beccato si sono iscritti all’ANPI di zona (almeno uno) e mi pare cosa buona e giusta, tanto che sto meditando di farlo pure io.
    Come tutti gli anni mi riprometto di organizzare un repulisti delle lapidi e dei chiodi a cui appendere le corone, o un po’ di flyer per l’anno prossimo. Spero di riuscire a tenere fede a questo proposito tra il 2009 e il 2010.
    Intanto il mio primo pezzettino di percorso memoria l’ho fatto.

  2. nero
    25 Aprile 2009 a 19:17 | #2

    Corteo immane a Milano. Per la prima volta in tanti anni con il Sole.
    Bello e importante essere in tanti, vuol dire che un minimo di speranza per questo Paese devastato dalla regressione culturale e dall’ipocrisia ancora c’è.
    E’ piccola, ma arde lenta.

  3. massi508
    27 Aprile 2009 a 14:01 | #3

    per il giro pulizia lapidi tienimi presente, mi è spiaciuto non esserci (se non in parte) sabato mattina..farò ammenda;)

  4. mina
    28 Aprile 2009 a 10:14 | #4

    25 aprile di quartiere al pratello, l’unico sensato in città.
    momentone di bella ciao tutti insieme a squarciagola con la banca roncati che sputa i polmoni nei fiati.
    lorenzetto batte le mani e a un certo punto dice “ciao, ciao ciao” e io piango…
    tanto per dire che le feste di popolo pigliano pure me…

  5. elPampero
    29 Aprile 2009 a 10:14 | #5

    Il “corredo di moralismo ed ipocrisia” non è prorpio solo di alcune feste religiose, credo sia intrinseco in ogni celebrazione nazional/popolare (senza accezioni negative).

    Viva la Resistenza!
    Viva i partigiani!

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