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Inter in Wonderland: l’ora del tre

8 Febbraio 2010

 

Tre come i punti portati a casa, come i goal rifilati al Castello delle Meraviglie di Allegri, come le punte di entrambe le squadre, come i minuti giocati nel secondo tempo prima che la partita terminasse per manifesta inferiorità, come i minuti concessi a Supermario, come le partite che ci aspettano in settimana, come il primo orario di partita decente in mesi invernali in cui abbiamo praticamente sempre giocato di notte con un freddo barbino.

Gli eroi di Mourlino entrano in campo con la testa sulle spalle e la sensazione di essere nettamente superiori. Passano sei minuti e la Pantera la butta in fondo al sacco. Tutto in discesa. Il Colosso gioca finalmente a calcio, ma i vostri acuti osservatori scoprono subito perché: c’è un barlume di Sole proprio all’altezza della fascia destra della trequarti nerazzurra, e il nostro brasiliano non voleva perderne neanche un raggio. Sulla sinistra il Bambino torna a splendere, omaggiandoci anche della sua prima diagonale in due anni da terzino. In mezzo il Muro è in giornata sì, della serie che dalle sue parti si può passare solo con l’artiglieria pesante e mettendo in conto gravi perdite, e Speedy Gonzales Cordoba riesce a non combinare vaccate. Il Muro suggella la sua prestazione anche con una delle sue armi preferite: lo stacco su calcio piazzato. Due a zero.

In mezzo la Statua di Sale fa il suo, mentre il Capitano d’Acciaio è in condizioni strepitose e sul primo gol semina come se non ci fossero quasi vent’anni di differenza il povero Lazzaro, che si alza e cammina solo dopo aver visto la palla in rete dietro il proprio portiere. Il Pelato parte male calciando solo di destro, ma quando comincia a riutilizzare il mancino torna ad essere un faro in mezzo al campo. Davanti la Pantera, il Leone e il Principe dimostrano quanto siano devastanti se in forma – anche se il Leone è palesemente a mezzo servizio – e il terzo gol nerazzurro orchestrato dai tre è una vera e propria lezione di calcio.

Unico neo: con un Leone conciato così Supermario non poteva entrare già all’inizio del secondo tempo? Sarebbe stata l’ennesima stoccata alla prostituzione intellettuale, ma non si è colta l’occasione. Sugli spalti i tifosi bevono il the, rilassati, tranquilli, paciosi, sicuri di non poter perdere la partita. Per un tifoso nerazzurro è una sensazione così rara e innovativa da lasciare il dubbio che l’inculata sia dietro l’angolo. Vediamo di non fare scherzi. Continuiamo così.

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  1. b.
    10 Febbraio 2010 a 13:35 | #1

    nero, visto che eri in trasferta, gradirei, se il tepo te lo permetterà, un simpatico giudizio su questo:

    http://milano.corriere.it/…e-1602435544474.shtml

    🙂
    baci
    b.

  2. nero
    10 Febbraio 2010 a 16:47 | #2

    Il problema è molto più complesso alle superiori che alle medie. In generale il vero problema è che

    a. c’è un palese squilibrio in termini di responsabilità penale e civile nei confronti dei minori a sfavore dei docenti, quindi qualsiasi cazzata che un ragazzino fa (anche se indipendentemente dalla possibilità di intervento, prevenzione e vigilanza del docente) paga il docente. Quindi la gente ci pensa ben due volte

    b. molte persone che oggi fanno i docenti non lo fanno per vocazione ma per necessità. Non si divertono a fare quello che fanno e quindi si comportano come degli impiegati. più o meno.

    Andrebbero affrontati entrambi i problemi 🙂

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