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Inter in Wonderland: la terza guerra mondiale

21 Marzo 2010

 

I nerazzurri scendono in campo stanchi per la grande prova di Stamford Bridge e tutto sommato consapevoli di non poter più sbagliare. Il Mago Mourlino giustamente non si fida dei roboanti messaggi a mezzo stampa di giocatori e allenatori rosanero e schiera una formazione equilibrata (forse troppo). Infatti gli aquilotti siculi giocano praticamente tutta la partita in 12 dietro il pallone in pieno stile serie C: altro che bel gioco arioso e aggressivo, catenaccio della peggior specie, ma alla fine quelli che giocano male siamo solo noi, per definizione.

Dietro la difesa titolare, in mezzo un Drago spompato, un’Olandesina in serata non europea e il Pelato. Qui il primo limite: su ogni pallone troppo molli, e come al solito la grande legge del rimpallo contro che ai nerazzurri è sempre stata cara. Nonostante tutto i ragazzi spingono e dopo dieci minuti arriva il primo rigore per l’Inter da un mese e mezzo a questa parte: il Principe insacca e si respira. Purtroppo come già successo in passato anziché affondare il colpo decidiamo di controllare la gara: non raddoppiamo, sprechiamo e al primo tiro in porta i rosanero pareggiano.

I sessanta minuti restanti vedono un solo copione: Inter che spinge, Inter che sbaglia, Inter che prima di arrivare al tiro deve fare 800 passaggi. Non abbiamo problemi di gioco, ma paradossalmente di finalizzazione. Assurdo con un trio di attacco come il Principe, la Pantera e il Leone. Nei sessanta minuti restanti il Palermo si attacca come una cozza al contropiede, sfruttando per ben tre volte il rinvio dopo un nostro calcio d’angolo e per altre tre volte un fallo sul nostro portatore di palla non rilevato dal solerte Damato. Ma anche così i tiri in porta restano pochi e i pericoli altrettanti.

Finisce 1-1 con l’arbitro che per non rischiare che l’Olandesina scodelli l’ennesimo pallone in mezzo all’area fischia con 10 secondi di anticipo la fine della partita. Proprio solerte. Un po’ alla De Santis dei tempi d’oro: il match finisce con 5 ammoniti tra i nerazzurri, dando l’idea di una gara violenta e scorretta, una specie di Terza Guerra Mondiale che però non ha lasciato morti e feriti come dovrebbe invece essere. Forse perché è frutto della fantasia della terna. Soprattutto vista solo da un punto di vista dato che Bovo – già ammonito per il fallo da rigore – rifila impunemente una gomitata in faccia al Principe senza manco vederla sanzionata con una punizione.

Capiamoci: se si fanno 10 punti in 8 gare c’è poco da recriminare e non sono certo i due punti di stasera a mancare dal computo, ma quelli di cui ci si è accontentati a Parma, o quelli non guadagnati con uno squallido 0-0 casalingo contro il Genoa. Dopodiché si possono fare mille ragionamenti, ma vedere domani la Squadra dell’Amore davanti a noi, nella settimana delle Elezioni dell’Amore e nel giorno della Manifestazione dell’Amore contro l’Odio e l’Invidia, è un insulto alla razionalità del mondo e della storia. Già digerire l’ingiustizia nella vita è difficile, se questa invade anche il mondo della passione e del divertimento l’amarezza raggiunge il colmo. E la rabbia sale.

In ogni caso sono serviti quelli che davano per scontato il primo posto in campionato. Sono serviti quelli che ritenevano il campionato già vinto. Io non ci ho mai creduto e tuttora penso che sia più facile perderlo che vincerlo il torneo.
Domani è finalmente il giorno dell’Apocalisse. Mi auguro che abbiate tutti la coscienza a posto. Io più che altro sono incazzato come un caimano. E non so quando mi passerà.

PS: l’Apocalisse è stata rimandata per decreto interpretativo.

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