Inter in Wonderland: oh nooo! (grazie rigà!)
Mourlino manda in campo una squadra piena di titolari ma con un modulo anomalo: per far rifiatare il Principe, stremato dalla trasferta citronesca, giochiamo con l’Olandesina e il Drago dietro al Leone, con le fasce presidiate dal Colosso e da Crystal, un centrocampo con il Pelato e il Sindaco supportati da chi capitava a tiro. Tutti si chiedono come affronterà la gara la lazie, questa volta, memori di tanti scherzetti del passato e della sfiga che ha portato la campagna preventiva sul biscotto le scorse volte (do you remember firenze?).
L’Inter scende in campo grintosa, la Lazio pronta a giocare di rimessa, soprattutto sulle fasce e con Zorro Zarate. Per 45 minuti prendiamo a pallonate i biancocelesti, ma Muslera sembra non aver capito che aria tira a Formello e para qualsiasi cosa. La palla non entra, la palla non entra, la palla non entra. Cazzo. Tutti imprecano. Poi accade il miracolo: il Muro recupera la palla, apre per l’Olandesina e scatta a ricevere il triangolo di testa nell’aria piccola strappandola al Leone e infilandola in fondo al sacco. E’ il 46esimo. I tifosi interisti tirano un sospiro di sollievo. I lazieli espongono il migliore striscione dell’anno, esplicativo nella sua sintesi estrema: "Oh, Noooo!", con tanto di esultanza al gol nerazzurro di tutto lo stadio.
Si rientra in campo e il dubbio permane: i lazieli smetteranno di giocare? La risposta è sì: noi abbassiamo il ritmo, loro non lo alzano, il Sindaco la mette di testa e la partita finisce lì. Di nuovo "Oh, noooo!" e tutti a casa. All’ingresso di Scaloni come terzo cambio (con Rocchi in panchina) pare proprio che anche i giocatori abbiano capito l’antifona dei tifosi.
Biscotto totale, comprensibile, auspicabile, benvenuto. Che dire? Grazie, riga’! Viva lo sport.