Home > pagine e parole > Hanno tutti ragione

Hanno tutti ragione

7 Maggio 2010

 

"La piccola borghesia è come uno di quei film sugli zombie, ne uccidi tre, tiri un sospiro di sollievo, poi si scoperchiano le tombe e ne escono altri quattrocento. Un inferno. Poche storie. Un inferno assoluto."

Tony Pagoda è un italiano un po’ più che medio, è uno di noi, uno di voi, uno di chiunque. E’ la vita che ognuno di noi potrebbe fare, vorrebbe fare, forse fa. Tony Pagoda non lascia scampo all’illusione e contemporaneamente è una selva di storie. Il libro di Sorrentino (il suo primo) è una bella prova, certo non al livello dei suoi film, dato che la regia è certamente l’ambito in cui il suo virtuosismo emerge di più. Ci fa appassionare alle mosse e alle fattezze di questo italiano qualunque, di un italiano qualcuno, ci fa ammazzare dal ridere e alle volte vergognare come cani, ben sapendo che quello che sta succedendo sulle pagine succede ogni giorno intorno a noi. E poi ci trasporta a Manaus, ci offre la speranza che tutto possa cominciare una seconda, una terza, una millesima volta. Fino a ritornare al principio. All’Italia, al moderno, al presente. All’orrore. Altro che inferno assoluto.

L’ultima parte del libro l’ho trovata molto faticosa, così combinata con due immensi e infiniti monologhi per giustificare l’atto finale. Ma il resto del libro scorre via molto più che liscio. E la parte conclusiva pur essendo un po’ viscosa è fondamentale per dare una chiave di lettura che mi sento di condividere fortemente dell’opera: hanno ragione tutti, il problema del mondo che ci circonda, del nostro presente, del paese dei cachi che non c’è e quando c’è sarebbe meglio che non ci fosse, è proprio questo. Hanno tutti ragione. E se hanno tutti ragione, vuol dire che la ragione non esiste e che esiste solo l’opinione, che esiste solo la prospettiva dei cazzi miei, sempre più importanti di tutto e tutti. E allora che senso ha cercare ancora una via verso il cambiamento complessivo di ciò che ci circonda? 

Forse il libro è un po’ disperato. Forse. O forse dovremmo essere meno ottimisti noi.

Voto: 7,5 

Categorie:pagine e parole Tag:
I commenti sono chiusi.