Buone notizie con il contagocce
Le buone notizie, in questo scorcio di nuovo millennio, arrivano. Poche, con il contagocce, ma arrivano. Da mesi non mi interessavo più di cosa stava succedendo a Genova nei processi di appello per quanto successo durante il G8 del luglio 2001: dopo che ai 25 ragazzi usati come capro espiatorio per tutto quanto successo nelle strade di Zena erano stati confermati 100 e rotti anni di carcere, la voglia di combattere ancora nelle aule di tribunale era un po’ scemata… per dirla con un eufemismo.
Fortunatamente gli avvocati e compagni con cui ho lavorato per anni ai processi di Genova non l’hanno data su, martellando senza demordere (chi più e con più merito, e chi meno). Proprio ieri chiacchieravo con una di loro e tra una cazzata e l’altra mi ha detto: "ah, stasera c’è la sentenza di appello per la Diaz". Dopo anni in cui ho dedicato quasi tutto il mio tempo a quei processi, mi è tornato tutto in mente: quella notte, quello che è successo, quello che ho fatto, quello che ho visto, e quello che è successo negli anni successivi. Le assoluzioni oltraggiose per le teste rotte e le vite distrutte, il ghigno arrogante e beffardo dei principali protagonisti e mandanti della spedizione punitiva al complesso scolastico Pascoli-Pertini (meglio nota come scuola Diaz).
A distanza di quasi nove anni, finalmente, la sentenza d’appello restituisce un minimo di senso alla parola giustizia. Dei 27 imputati 25 sono stati condannati a pene per complessivi 100 e rotti anni. Soprattutto i capi dell’operazione alla scuola Diaz (Gratteri, Luperi e compagnia) tuttora vertici della polizia e dei servizi italiani hanno dovuto ingoiare un bel rospo. Ora finalmente lo sguardo di odio e di disprezzo che ho scambiato fuori dall’aula del tribunale con l’ex direttore dello SCO non potrà più trasformarsi in un’espressione beffarda di scontata impunità. Capiamoci: a loro non succederà nulla. Tra indulti, prescrizioni e cassazione non avranno certo nel curriculum una condanna da un punto di vista formale. Ma da un punto di vista storico e sostanziale, sarà difficile per questi personaggi ignorare questa sentenza e contemporaneamente addobbarsi del ruolo di uomini di legge e di giustizia. E questo per me vale poco, ma per loro vale tutto.
Come al solito l’attuale leadership del nostro stato delle banane non manca di far capire la propria scala di valori: Maroni si affretta a dire che nonostante le condanne non verranno rimossi dai loro incarichi (d’altronde se il capo del governo rimane lì nonostante le prove di corruzione e di migliaia di altre nefandezze, perché dovrebbero dimettersi dei miseri poliziotti per quanto in alto nella scala gerarchica). E Cicchitto sbraita che i tribunali hanno accolto "le tesi più estremiste dei no-global". Peccato per Cicchitto che le nostre non siano tesi, ma la verità di quello che abbiamo visto, vissuto, sentito sulla nostra pelle. Che siano sensazioni estreme non ci piove. Che siano colpa nostra, è tutto da discutere.
Ma non è nelle corde dell’antropologia italiana quella di guardare i fatti della storia e di affrontarli in maniera adulta. Molte cose non ci affliggerebbero ancora. E forse saremmo un paese e un popolo migliore di quello che dimostriamo di essere. Nonostante questo è difficile oggi non andare in giro con un sardonico ghigno sul volto ogni volta che incontro un omino in divisa.
come ben sai noi questo processo non l’abbiamo seguito perchè avessimo una qualche forma di fiducia nella giustizia delle aule di tribunale, ma , se mai, perchè dall’esistenza di questo processo potevano, quanto meno, derivare e diventare pubbliche una serie di testimonianze che altrimenti sarebbero rimaste solo nella memoria di chi aveva vissuto le violenze (vere, altro che 4 vetrine merdose)della diaz.
la cosa che mi da soddisfazione però oggi, se arriverà davvero, è l’ipotesi che per 5 anni queste personcine debbano restarsene a fare un altro mestiere.
come dire, sapere che se vado a farmi il passaporto non ci incontro uno di questi è cosa piuttosto soave.
…mi sarò perso dei pezzi, ma se ho benj capito tra prescrizioni e meline varie questi non si beccheranno materialmente niente. In più c’è ancora un grado di appello, o no?
Infine, la politica li ha assolti e li lascerà dove sono.
Quindi cosa cazzo c’è da essere contenti?