Inter in Wonderland: che giostra!
Scendiamo in campo per il primo dei due recuperi di campionato. Un solo obiettivo: vincere.
Leopardo manda in campo la solita squadra della giungla con il il Bradipo Panda al posto del Sindaco tutelato dal WWF dei calciatori rari e fragili, e Danno Matrix al posto di Bip Bip Cordoba reduce dalla testata rimediata sabato sera contro il Bologna. La squadra sembra in palla, nonostante il pressing dei bianconeri romagnoli (l’abbinamento di colori me li rende istintivamente invisi). Nel giro di due minuti il Leone in combutta con il Principe distruggono la difesa del Cesena (addirittura con il contributo non negativo del Panda) e ci portano sul due a zero.
L’adrenalina sale a palla, ma un’ombra scura si distende sulla foresta verdeggiante di gioia e gorgheggi per il doppio vantaggio: il Principe si ferma e chiede il cambio. Le bestemmie si sprecano. Leopardo va nel pallone e anziché fare il cambio più logico con un centrocampista (Gremlin Obi o Big Mac la Pantera Mariga sarebbero andati più che bene) lasciando al Bradipo la possibilità minima di fare danni con le sue palle mai difese e i suoi tagli inesistenti, lancia nella mischia l’Iguana delle Banlieues, Biabiany. Che non sa bene dove cazzo mettersi e finisce a fare il trequartista (insulto alla storia del calcio bello e buono, con Brera che si rivolta nella tomba).
La squadra arretra, smarrita, non vede la via per attraversa la fitta vegetazione, e, come succede sempre all’Inter, viene punita amaramente: in tre minuti abbiamo fatto due gol, in tre minuti ne prendiamo altrettanti. Altra vagonata di bestemmie.
Fortunatamente il carattere dei titolari viene fuori e nonostante la giostra che ogni tanto prendiamo in contropiede riusciamo a piazzare il gol del 3-2 con Ghiru Saetta (gran partita e non è manco la prima nel 2011) che segna di testa laddove a un metro da lui l’attaccante titolare della giornata aveva ciccato per l’ennesima volta il traversone.
Comincia il secondo tempo e continuiamo a giocare in nove con un Bradipo sempre più inguardabile e l’Iguana Biabiany che non sa che pesci pigliare (d’altronde le iguane non hanno nulla a che fare con l’ittica, di che stupirsi?). Nonostante tutto ciò a un certo punto Leopardo pare rinsavire e obbliga Biabiany all’onta di rientrare negli spogliatoi anzitempo (a causa di un errore dell’allenatore sia chiaro) per Furetto Obi.
La partita cambia con il dinamismo del funambolo che tanto ho vilipeso ai tempi della Primavera (mea culpa): da due discese sue e di Ghiru rischiamo di mettere due gol che il Leone spara sulla traversa per eccesso di sicurezza e Bradipo Panda sbaglia incredibilmente da mezzo metro (un gol che avrebbe fatto anche Muntari e che mi ha portato sull’orlo di fischiare un giocatore dell’Inter, cosa che ho fatto solo con Quaresma in tutta la mia vita al gol cannato in un famigerato Inter-Toro di due anni fa). Più passa il tempo più la squadra rincula, anche quando il Cesena rimane in dieci, tanto che mettiamo in scena la Giostra dell’Orrore con 6-7 traversoni del Cesena e noi asserragliati in area incapaci di reagire. Pietà. Leopardo sbaglia di nuovo: manda in campo Bip Bip Cordoba e passiamo alla difesa a tre. Il segnale del “si salvi chi può” è chiarissimo e i tifosi si cagano addosso fino al 48esimo. Per fortuna non succede niente e possiamo festeggiare il recupero di tre punti sulla capolista. Ma che fatica. E che giostre.
La squadra è allo stremo delle forze. E a reggerla sono sempre gli stessi (Cambiasso-Deki-Zanetti-Maicon-Lucio-Eto’o-Milito-Chivu). Abbiamo bisogno di innesti che diano un po’ di respiro e sappiano garantire la stessa sicurezza dei campioni di tutto. Davanti non sono abbastanza e senza entrambi i titolari siamo depotenziati di più del 50%. In mezzo Obi sembrava il messia, e questo vorrà pur dir qualcosa. Se la società non sa cogliere questi segnali, noi tifosi possiamo fare poco a parte sostenere la squadra, ma sembra allucinante che chi è pagato per accorgersene latiti. Speriamo abbia ragione lui.