Inter Back on Earth: l’anno sabbatico è finito
Il cerchio del viaggio nel Paese delle Meraviglie Nerazzurre si chiude dopo un anno esatto, un anno sabbatico cominciato il giorno dopo il TRIonfo di Madrid e concluso con un un’ultima di campionato senza tensione, già proiettata sul futuro che verrà e che nessuno conosce.
Gli eroi nerazzurri insieme a noi tifosi tornano sulla Terra, ma non a casa. Perché l’habitat naturale di coloro che amano e vestono i colori del cielo e della notte non è quello dei desideri terreni, o di una stagione di mezzitoni comunque sopra la sufficienza (seppur di poco), ma quello delle imprese e delle follie, delle squadre top in Europa e in patria, come gli ultimi cinque anni hanno dimostrato fuor da ogni dubbio.
Sportivamente il cerchio verrà serrato con una finale di Coppa dei Cachi ancora da vivere, proprio dove era cominciato con Mancini (sembrano mille anni fa), il cui risultato inciderà più sulle sorti di qualcuno che non sulla valutazione complessiva che vede la chiusura di un ciclo incredibile ed emozionante.
Un anno per chiudere un ciclo è concesso a tutti, e avremmo potuto sicuramente gestirlo meglio, ma ora è tempo di tornare a sognare in grande, nonostante i tempi di vacche magre e pochi soldi in un contesto sportivamente arretrato e privo di una classe dirigente con idee e inventiva, prima ancora che risorse. La necessità, però, aguzza l’ingegno, e forse potremo vedere finalmente i nostri colori primeggiare scovando grandi promesse con l’intelligenza e l’astuzia, piuttosto che con l’abbonandanza economica o un futuro fin troppo vago.
E’ con l’orgoglio di quello che siamo, siamo stati e saremo che dobbiamo guardare avanti alla prossima avventura nerazzurra. Perché, alla fine, c’è solo l’Inter.