La Coppa dei Cachi: San Eto’o
La Coppa dei Cachi del 150esimo anniversario dell’unità d’italia è l’ultimo trofeo continentale ad essere assegnato. Ed per gli eroi nerazzurri è un riassunto della travagliata (ma vincente) stagione 2011: la squadra è mal messa in campo da Leopardo che insiste con la sua monomania mottiana davanti alla difesa e punta sui campioni che salvano la baracca e portano a casa la sua prima vittoria da mister, dopo che la squadra si è fatta prendere a pallonate per 60 minuti abbondanti su 90 come una formazione di subbuteo in cui uno dei più mobili è stato il portiere.
Non fosse per un Eto’o stratosferico (37 gol in stagione, a un soffio dal record di Meazza e Angelillo) e per un Julio Cesar in gran spolvero, sarebbe l’unico allenatore della Nuova Grande Inter a non aver conseguito nessun titolo. Facesse un monumento ai nostri fuoriclasse e pedalasse che di strada da fare ne ha moltissima. Onore delle armi a un Palermo che ci ha provato in tutti i modi e che avrebbe meritato miglior sorte (se fossi uno sportivo): le lacrime di Rossi e Miccoli mi hanno colpito e commosso.
Una serata che confrontare con la finale di Wembley sarebbe impietoso riesce comunque a farci godere altri 90 minuti, tra colori nerazzurri e pregevole azione di Greenpeace che riesce a dominare la scena. Se dovessimo guardare la qualità dell’Inter vista non possiamo dirci soddisfatta. Ma alla fine anche quest’anno abbiamo vinto più tituli di tutti in Italia, e non si può far finta di non vedere questo traguardo. Per questo anche quest’anno fuori da casa mia sventola il vessillo nerazzurro.
E’ tempo di bilanci: la stagione è più che sufficiente, ma i prodromi del calciomercato e della preparazione della prossima stagione non fanno presagire nulla di buono, soprattutto sulla capacità d’analisi dei limiti della squadra attuale, della sua tenuta fisica e della necessità di crescere altri grandi uomini e grandi campioni in nerazzurro. Ho il timore (fondato) che anche un mercato che punti a un rinnovamento gioverebbe poco di fronte a uno staff che spesso è in balia di se stesso e che poco potrebbe far crescere il materiale a disposizione. Io intanto mi preparo: con Leopardo in panca avrò un esaurimento nervoso prima della fine delle amichevoli estive.
Adesso godiamocela