Inter in Wonderland: furto con santo
La nerazzurra compagina zoologica entra a Marassi osservandone l’orribile manto erboso: campi come quello di Genova e di Chievo non dovrebbero avere l’autorizzazione ad ospitare partite di serie A, ma questo si rivelerà il problema minore per la serata difficile di tutti gli interisti. In campo ci va la Rana unta dal signore e l’Orco osannato dal Cristo, oltre a Ghiru e Mototopo sulle fasce. In mezzo Drago, Capitano d’Acciaio e Kharjaleonte, dietro a Santo Furetto da Utrecht. A buttarla dentro il Leone e… aspetta, non mi ricordo… boh, non sono mica riuscito a riconoscere l’ectoplasma che ha giocato insieme a Black Mamba: forse abbiamo giocato in dieci e io non me ne sono accorto per tutto il match?
Sull’accidentata e malsana palude doriana le fiere non si trovano a loro agio: gli stop sono a minimo 5 metri, la difesa della palla un’utopia e i passaggi sono sempre due metri più corti del dovuto. Anche a capire che abbiamo il vento contro e non dobbiamo scodellarla a campanile ci impieghiamo 30 minuti buoni a capirlo. Nonostante questo un paio di occasioni nel primo tempo ci capitano pure, ma pensare di capitalizzarle è pura follia. Viceversa i maledetti ciclisti che abbiamo di fronte come sempre sembrano giocare la partita della vita, in particolare Guberti (uno che normalmente è dieci volte peggio del nostro vituperato Bradipo Panda), il tarantolato Mannini (forse affetto dalla sindrome dei sedotti e abbandonati) e Big Old Mac Maccarone (mortacci sua). Uno dei centrocampisti più ricercati dal nostro Direttore (Poli) ci grazia centrando il palo, e il primo tempo si chiude a reti inviolate con nostro sollievo.
Nella ripresa chi si aspetta cambiamenti anche solo tattici per coprire le fasce su cui ci stanno ammazzando rimarrà deluso: fino al 15esimo non tiriamo quasi in porta, ma anche la Doria scompare dal campo. Poi un doppio miracolo: prima di tutto una sostituzione, con il Bradipo Panda che entra al posto di un Kharjaleonte in riserva energetica da almeno 20 minuti, e che magicamente mostra di poter ancora giocare a calcio in serie A; poi l’ectoplasma ottiene finalmente un fallo e Santo Furetto da Utrecht batte la punizia del giorno infilando Curci. Siamo in vantaggio e bisogna solo difendere il risultato. Ma per togliere l’ectoplasma e mettere un altro centrocampista che dia un po’ di dinamismo dobbiamo aspettare l’85esimo: Leopardo sveglia, grazie. Al 92esimo il Leone butta dentro anche il secondo gol e evita i due minuti finali al cardiopalma.
Partita dura, tignosa, difficile. Vittoria immeritata, ma il furto si sa è uno dei peccati dal sapore più dolce. La difesa a parte due errori di posizionamento della Rana Rediviva fa un gran lavoro e Mototopo mostra che con un po’ di tempo il ragazzo potrà dire la sua nel futuro nerazzurro. A centrocampo le pile, i muscoli, la testa e i polmoni sono ai minimi storici. Davanti il Pazzo non va mai con la decisione giusta, come il Principe contro il Genoa, e se non fossimo così scarsi quanto a punte sarebbe stato da tirare fuori già al quinto minuto del primo tempo. Portiamo a casa i tre punti, ringraziamo tutti i santi in cui crediamo e puntiamo a riposare e recuperare nella prossima settimana. Al momento non possiamo chiedere di più.