Venezia a Milano, due: Ken Loach non perde il suo smalto
Il miglior film finora visto nella rassegna è certamente il nuovo film di Ken Loach: It's a Free World. Una recensione al volo la trovate sul sito di chainworkers (è dello stesso pugno di questo blog). Il film è il solito pugno nello stomaco, e ovviamente va dritto al sodo: "il sistema che tanto osannate è esattamente quello che vedete in questo film: una merda. Mangiatevela pure tutto d'un fiato, non vi piacerà!". Il massimo godimento è stato ascoltare i commenti differenziali all'uscita dalla sala: le sciure che storcevano il naso (puzza la merda, no?) e i/le ragazzi/e under 30 che sorridevano. Non c'è commento migliore. Voto: 8.
La giornata è proseguita non male con Andalucia: impressionismo (o forse espressionismo) cinefilo sulla schizofrenia dell'identità (post)moderna. Un film non semplice nel quale perdersi è l'unica possibilità di viverne le emozioni. Apprezzato la chiave di lettura offerta dal titolo e non solo attraverso una delle più grandi opere dell'espressionismo surreale anni 30: Un Chien Andalou di Luis Bunuel. Voto: 6,5.
Terzo film del giorno è l'italiano Tagliare le Parti in Grigio: camera a mano, luci naturali, colori sparati e polarizzati, recitazione casereccia, sceneggiatura orripilante (non tutti sono Ballard e Crash non riesce per caso, e soprattutto ripescare trame e svolgimenti che sarebbero state perfette per un video underground degli anni 80 cyberpunk non è detto che si riveli una buona idea nel 2007), dialoghi ributtanti. Premio Opera Prima che fa chiedere che razza di merda fossero le altre opere prime. Provaci ancora Sam (anzi, Vittorio Rifranti, il regista)! Qualche buon numero c'è, ma la strada è ancora lunga, e di solito non è buona la prima. Voto: 5.
In serata i due film incognita della giornata, entrambi molto premiati. La Maison Jaune di Amor Hakkar, algerino, è splendido: la storia semplice e bellissima di un contadino disperato che cerca di recuperare il corpo del figlio morto in un incidente e di far tornare il sorriso sulle labbra della moglie. La poesia dei paesaggi e dell'animo algerino traspare in ogni secondo. Tecnicamente buono, narrativamente penetrante come una punta di freccia 🙂 Imperdibile. Voto: 7,5.
Las Vida Posibles è un film argentino che ricorda vagamente il primo Lynch televisivo approfittando delle suggestive atmosfere dell'Argentina meridionale. All'Apollo tutto il film era virato al rosa, lasciando il dubbio che il problema fosse nella loro copia e non nelle intenzioni del regista. Attori principali molto bravi e tensione ben retta fino alla fine. Piacevole. Voto: 6,5.