Locarno a Milano, uno: chi ben comincia…
La rassegna sul Festival di Venezia 2009 a Milano inizia in realtà con i film del Festival di Locarno. E devo dire che sono rimasto molto soddisfatto dei primi due film che ho visto. Al contrario del 2008 quest’anno sono riuscito a vedere pochissimo di Cannes e anche questo settembre potrò al massimo permettermi un paio di film al giorno (il lavoro non c’è, ma ti perseguita comunque). In compenso la situazione mi ha spinto a essere molto più selettivo nella scelta di quali film andare a vedere e forse questo migliorerà l’umore delle mie pseudo recensioni.
I Due Cavalli di Gengis Khan è il nuovo film della regista de "La Storia del Cammello che Piange" e quanto a poesia non è secondo a questo suo film noto per la nomination all’Oscar: la pellicola è la storia di una donna della Mongolia Interiore (ovvero di quella parte di Mongolia ufficialmente parte del territorio della Repubblica Popolare Cinese) che intraprende un viaggio per recuperare il testo e la melodia di una canzone di cui le raccontava sua nonna che deduciamo essere morta da poco. La storia non è complessa, ma il film è struggente: le voci e le melodie mongole inseguono i paesaggi vasti delle steppe e delle montagne dell’Asia Centrale, attraverso le tradizioni di un popolo sradicato e che va scomparendo incalzato dalle miniere d’oro, dal gas e dalla ragione di stato. La lunghezza contenuta aiuta a non stancarsi, ma per i teneri di cuore, occhio ai lacrimoni. Voto: 7
Dopo questo antipasto: Zhong Guo Gu Niang (letteralmente "La ragazza cinese", tradotto "She, a Chinese"), pardo d’oro meritatissimamente. Il film esce in accoppiata con un documentario su 12 storie di vita in Cina, lavoro che probabilmente è anche il materiale su cui è stato costruito il film di fiction. Sullo schermo seguiamo la giovane Mei nella sua vita quotidiana al villaggio, nelle sue prime esperienze in città a Shenzen e Chongqing, fino all’approdo a Londra. Mei è la Cina: materialismo totale, nessuna astrazione, nessuno spazio alla teoria – attenzione non al sentimento che c’è e come – e volontà assoluta. La Cina che avanza, la Cina che attraversa ogni evento con la consapevolezza che ci sarà sempre un giorno dopo, che il futuro sarà sempre presente. La Cina che ci terrorizza perché sa continuare a camminare a dispetto di tutto. Fantastico. Per chi non conosce la Cina, è un ottimo film per capire i cinesi. Voto: 9.
Volevamo vedere anche Mirna di Corso Salani e Frontier Blues di Babak Jalali, ma non ci ha retto. Ci sentiamo di consigliarli sulla fiducia. 🙂