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La Lega dei Citroni: ne resterà soltanto uno’o

17 Marzo 2010

 

Mourlino armeggia con i controlli della sua astronave, guarda negli occhi i suoi astronauti e legge loro la formazione. Serrata, offensiva, accorta, determinata. Poi dice solo poche parole: "miei navigatori dello spazio nerazzurro, facciamogli un culo così!" (francesismo più, francesismo meno). Per la prima volta si accorge di una delle necessità fondamentali della squadra nerazzurra: non cagarsi in mano, giocare la palla. Quindi fuori il vitello perenne del Drago-di-Latte-in-Europa (e lo dice uno che lo ama alla follia e che ha apprezzato il suo ruolo nel secondo tempo) e dentro la capacità di muovere la biglia dell’emiplettica Statua di Sale.

Diciamoci la verità: il massimo in cui ognuno sperava all’inizio della partita era tenere lo 0-0 fino in fondo. Infatti al primo minuto mi giro verso i compagni di visione e esulto: sessanta secondi e siamo ancora qualificati!

L’Inter entra in campo né troppo bassa né troppo alta ed è il Chelsea a giocare con meno foga di quanto ci si aspettasse. Infatti dopo una decina di minuti di studio prendiamo in mano la partita. Non si tira molto in porta, e quando i giocatori vestiti di blu arrivano dalle parti della nostra area l’Orco, il Muro, il Colosso e addirittura la Statua di Sale in corsa si immolano come razzi lanciati dalla plancia del Mago Mourlino. Drogba e Anelka sentono degli strani straaaap dietro la schiena e non si accorgono che i nostri difensori si sono muniti di velcro anti-chelsea incollandosi alle loro schiene. Solo negli ultimi dieci minuti della partita rinculiamo. Nessuno lo dice, ma dopo il primo tempo c’è molta più fiducia.

Il secondo tempo inizia e noi siamo molli come fichi sui primi palloni. Poi saliamo in cattedra: l’Olandesina non marcato da settanta persone come in Italia, ma aiutato dalla Statua di Sale e dal Pelato (in grande spolvero), scodella quattro volte l’uomo solo davanti al portiere: la Pantera incespica (e fa una prestazione così-così), il Principe perde il rimpallo giusto (ma corre per tutta la partita come un ossesso), la Statua di Sale alza incredibilmente di testa sopra la traversa. Sono passati settantacinque minuti.

Nella testa adesso scorre il solito film: adesso teniamo lo 0-0 fino al novantesimo e poi prendiamo la pera della sfiga atomica. Invece l’Olandesina serve di nuovo in profondita il Leone, che nel primo tempo aveva sbagliato un tiro a incrociare decisamente accessibile, e Bumaye corre, corre, corre, e poi con l’esterno fotte il portiere blu sul suo palo. 0-1. Non ci credo. Sgomento dei cronisti, in lutto come se fosse morta tutta la loro famiglia. Siamo ai quarti. Il restante quarto d’ora è accademia dominata dall’inossidabile Capitano d’Acciaio, nervosismo blu e un quasi 0-2 del Leone d’Africa, dedicato a chi non aveva capito che quando il gioco’o si fa duro’o ne resterà soltanto uno’o.

Mourlino ha due palle tetraedroniche, sbordano abbondantemente nella quarta dimensione. E un culo misurabile solo in parsec. Se la gioca e se la porta a casa. Fa quello che da anni l’Inter non era mai riuscita a fare: vincere due volte contro una big europea e passare gli ottavi con merito e comandando i match. Lo fa grazie ai giocatori che lo seguono e che si compattano intorno al loro condottiero, a dispetto di chi pensa di essere sempre meglio di tutti gli altri, delle regole, della competizione equa. Mourlino sa che cosa succede qui da noi, lo sa bene, come lo sappiamo noi. Da questa partita tiriamo fuori la determinazione per fare il culo a tutti. In-cre-di-bi-le.

Categorie:spalti e madonne Tag:
  1. 17 Marzo 2010 a 18:44 | #1

    che dire… forza inter!

  2. tho
    17 Marzo 2010 a 22:13 | #2

    http://www.youtube.com/watch?v=aKm65xLpwIM

    for the loser now will later be to win…for the times, they are a-changin!

    bella blix 🙂

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