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Inter in Wonderland: cemento disarmato

13 Marzo 2010

 

Catania è la prima di tre trasferte decisive per la stagione. Tutti i tifosi sono convinti di dover cominciare con il piede giusto. Anche Mago Mourlino lo è, e ispirato da un dirigente sportivo noto per la sua propensione ad “abbassare i toni” e a mostrare il lato migliore della trinacria (quello dell’avvertimento mafioso), decide di trasformare gli eroi della tavola nerazzurra in gargoyle di cemento. Purtroppo l’incantesimo gli riesce a metà, forse complice la distanza dal campo forzata da tre giornate, e i nostri eroi sono fatti si di cemento, ma friabile e scarsamente adeguato a reggere una struttura di qualsiasi tipo, un cemento disarmato e disarmante.

La formazione schierata all’inizio si avvicina a quella che qualsiasi allenatore della domenica (o forse in questo caso si dice del giovedì?) avrebbe messo in campo: dopo il forfait di Gatto di Marmo Motta (imbarazzante il suo ruolino di marcia quest’anno, peggio di quello che anche i più pessimisti temevano), del Bambino (idem con patate) e di Supermario le scelte erano abbastanza obbligate. Forse qualcuno avrebbe azzardato la Trivella dal primo minuto e il Leone punta centrale per far riposare il Principe. Ma questa è accademia.

Chi si aspettava di mettere subito la partita sul binario giusto è presto deluso: il rombo dei nerazzurri a centrocampo tiene una distanza massima tra ognuno dei suoi componenti di metri 2,5 lasciando il campo interamente al Catania; in particolare il Drago sembra avere il pannolone già pieno al solo pensiero di prendere l’aereo per la perfida Albione, e costringe Marika a un doppio lavoro che merita un encomio. L’Olandesina è marcato a tripla X e il Pelato un po’ meglio degli ultimi tempi – e dopo due giornate di riposo ci mancherebbe pure. Dietro Matrix sbava spessissimo e il Colosso pare un paraplegico (su ogni angolo del Catania è il suo uomo a bucarci e rischiare il gol). Totale: Inter zero tiri in porta, Catania due volte con l’uomo solo sul dischetto del rigore. Non prendiamo due pere solo grazie allo spirito kamikaze dell’Orco che si immola due volte.

Nel secondo tempo rientriamo e giochiamo finalmente 15 minuti a calcio, grazie incredibilmente alla Trivella e al suo dinamismo. Primo errore del Mago Mourlino: fuori il migliore in campo Marika, anziché uno spento Dragone. In ogni caso il pressing paga: combinazione Leone-Principe e ci portiamo in vantaggio. E nuovo errore: riarretriamo il baricentro della squadra, accontentandoci e preparandoci a 30 minuti di sofferenza, ma pigliamo gol con un redivivo – sempre noi specialisti in zombi – Maxi Lopez.

Secondo errore Mourliniano: fuori il Pelato per un Calimero ormai completamente avulso dalla squadra, un vero e proprio disadattato calcistico, che riesce a battere il suo stesso record. In due minuti: due gialli, uno più imbecille dell’altro, e rigore per il Catania, che si porta in vantaggio. Altro cambio ad minchiam: fuori il Drago per una Pantera semovente – nel senso di quasi immobile. In contropiede prendiamo la terza pera. Game over.

Chi si aspettava una settimana trionfale dimentica che siamo una squadra votata all’autolesionismo e alla sofferenza. Ora sì che i punti lasciati per strada – penso a quelli con il Parma e con il Genoa prima di tutto – si fanno sentire e ti martellano le tempie. Ora con la prospettiva concreta di trovarsi secondi in classifica alla fine di questo miniciclo, molti rivaluteranno le proprie affermazioni delle ultime settimane (sia chi dava per scontato lo scudetto, che chi inneggia alla CL a prescindere da tutto). Mourlino ha sbagliato tanto stasera, ma il problema è che i giocatori vivono nell’ossessione di martedì, che a questo punto è un terno al lotto in termini di cosa potrebbe succedere e di quali potrebbero essere le conseguenze, in ogni direzione. Una vera ruolette proprio nel momento cruciale della stagione, quando gli errori diventano più difficili da recuperare.

La mia impressione è che si sia guardato con troppa sufficienza all’interno dei nostri confini, lasciando la sicura strada vecchia per la nuova (e come dice il detto sappiamo cosa abbiamo lasciato ma non cosa troveremo). Un po’ di determinazione e saremmo ancora a +4 se non di più. Invece domenica sera saremo quasi certamente a +1 con una trasferta proibitiva – considerate le nostre ultime prestazioni – come Palermo. Inoltre vedo i nostri in una condizione fisica penosa e la cosa non mi lascia presagire nulla di buono.

Possiamo sempre inventarci un bicchiere mezzo pieno: Mourlino sull’1-1 ha deciso di giocarsi il tutto per tutto, nella speranza che una eventuale – e puntualmente verificatasi – sconfitta potesse trasformarsi nella leva per scardinare l’accidia della squadra e la sua afasia psicologica in questo momento.

Dai, su, autoconvinciamoci: non è crisi inter, è colpo di genio Mou. Anche perché altrimenti sono volatili per diabetici. 2010 di merda.

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  1. 13 Marzo 2010 a 17:21 | #1

    vedere l’impresa di muntari di ieri sera mi ha fatto riconsiderare l’ipotesi che ziegler sia un giocatore di pallone.
    detto tutto. 🙂

  2. Kundo
    13 Marzo 2010 a 22:22 | #2

    Nero guarda che è un bene… ci voleva proprio un bel bagno di umiltà per tornare con i piedi per terra.

    K

  3. nero
    14 Marzo 2010 a 12:01 | #3

    kundo, ammazzati tu e il bagno di umiltà dipietrista =D

  4. Kundo
    14 Marzo 2010 a 16:32 | #4

    Bravo! continua a vivere nel tuo paese delle meraviglie!

    K

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