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Jack lo squartatore, la nera e l’horror

12 Dicembre 2006

Vi siete mai chiesti se potreste essere dei serial killer? Io sì, in particolare nei momenti in cui leggo le pagine di nera di quotidiani e riviste, oppure quando vado a riguardarmi anni e anni di omicidi più o meno risolti (in merito direi che è obbligatorio segnalare l'ultimo testo fotografico pubblicato da Lucarelli per Mondadori, corposo e molto bello ma purtroppo incompleto, o la serie di testi tra cui per me spicca Milano Criminale, che racconta i casi di nera più eclatanti del Novecento a Milano).

Oggi è uscita la notizia di un potenziale serial killer a Ipswich in Inghilterra. A parte il fascino che esercita in sé un pazzo che uccide le sue vittime senza alcuna altra interazione con loro (presumibilmente), ciò che ha alimentato la mia curiosità grottesca è la cittadina. Infatti la mia testa è subito rimbalzata a HP Lovecraft, maestro dell'orrore di ogni tempo, insieme al mio amatissimo Edgar Allan Poe (di cui mi devo fare nota mentale di ricomprare la bibliografia completa dato che quella che avevo è sparita nei mille traslochi 🙁

Nella mia testa, evidentemente in questi giorni abbastanza fertile di fantasie (sto pensando ad almeno un paio di storie per potenziali romanzi o racconti), si sono subito affollate le immagini dei protagonisti ordinari e angosciati del maestro di Providence, di strade scure, l'illuminazione più simile a quella a olio di un tempo che a quella al neon che prevale di questi tempi, di una Ipswich moderna e spaventosa come solo una cittadina agricola della provincia inglese potrebbe essere, il luogo in cui uccidere ed uccidersi è probabilmente il pensiero ricorrente di ogni abitante. 

In questi giorni vorrei avere abbastanza soldi per poter girare un po', inseguire queste risonanze lontane delle mie letture e delle mie fantasie, inseguire il capo della polizia di Ipswich nella sua ricerca, annusare la sensazione che prova un personaggio di Derek Raymond o di Ellroy. Invece mi tocca rimanere in quel di Milano, e godermi le sensazioni che ti riesce a dare la metropoli dove sei nato quando ne scopri un anfratto nuovo o quando incappi in un vecchio scorcio che pensavi cancellato dal tempo e dagli umani…

 

Ma qual è la relazione tra nera e horror? E' difficile dirlo, soprattutto così su due piedi, senza possibilità di fare una ricerca che vada molto più in là di due link buttati lì. L'horror è da sempre un genere influenzato dalla fantasia prima che dalla realtà, contrariamente ad altri generi in cui la realtà viene regolarmente trasfigurata. Viceversa è uno dei generi letterari che ha alimentato le maggiori fobie degli esseri umani. La capacità di solleticare la paura che si cela in ogni persona è un'arte sottile, e a volte le storie horror che leggiamo nella cronaca sono molto più terribili di quelle dei nostri autori preferiti, ma meno capaci di far nascere in noi quel sentimento sottilmente sadomasochistico che è il terrore. Esiste ancora una letteratura horror degna di questo nome? Non lo so, ma come molti altri generi sta cambiando e quello che ne uscirà è ancora presto per dirlo. Devo ammettere che il migliore horror che ho letto ultimamente è stato House of Leaves di Danielewski, uscito in ritardo di soli 5-6 anni in Italia. Onestamente è molto diverso dall'horror classico o dall'horror degli anni 90 di Stephen King e Clive Barker, ma è una letteratura in grado di coinvolgerti lentamente e di lasciarti il senso che un pezzetto di quel vago sentimento di disagio che ti sei portato dietro fino all'ultima pagina rimanga lì con te, divenga parte del tuo quotidiano almeno per un po', costringendoti a uno sforzo cosciente di superamento di un terrore meno immediato e violento, ma nondimeno invasivo. 

Forse il nuovo horror sarà così: mimetico, lento, sottile e persistente, come se facesse parte della tua vita di tutti i giorni, come se non ti lasciasse mai, una volta girata l'ultima pagina. 

 

PS: la Ipswich di Lovecraft si trova nel New England ovviamente, prima che qualcuno scriva un commento suggerendo una fase di demenza precoce… 🙂

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