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Lezioni di dignità

14 Dicembre 2006

In questo periodo mi sento portato a raccontare delle storie che vengono dal passato che ho in comune con molte persone che passeggiano per le strade della città di milano.
La storia che vi voglio raccontare oggi, parla di un gruppo di ragazzi e ragazze giovani (i piu' vecchi adesso hanno 30 anni, salvo qualche eccezione), che da
dieci anni hanno rappresentato quantomento una, se non la principale, realtà in movimento nel territorio milanese (la principale perché sono stati il centro di una rete abbastanza fitta di relazioni e progetti che hanno bene o male intersecato quasi tutti quelli che hanno fatto "movimento" a milano negli ultimi anni).
Ovviamente non è l'unica, se lo dicessi buona parte di quelli che non hanno fatto MAI parte di questo pezzo di storia milanese si incazzerebbero a morte con me, e avrebbero ragione, però queste stesse persone possono consentirmi di vivere la storia della mia città anche relativamente alla mia percezione, e quindi centrata in questo caso sulle esperienze di questo gruppo di attivisti, compagni, militanti (chiamateli come volete).

Purtroppo quest'anno è agro di complimenti e di leccate di culo, motivo per il quale sarò costretto a dare visibilità solo alla parte peggiore di questo pezzo di storia milanese, ma non temete che prima o poi troverò la distanza mentale sufficiente per parlare anche della sua porzione più entusiasmante (quella in cui si è fatto molto e con molta dignità).

I protagonisti di questo breve racconto sono due gruppi, che per comodità chiameremo bici e baci, un tempo ospitati nello stesso luogo e in una relazione dialettica che li teneva sulla tensione ideale per non dimenticare che prima dell'opportunismo viene la dignità e che prima del guadagno la libertà.

Il gruppo bici a un certo punto non riusciva più ad andare d'accordo con il gruppo baci, e decise quindi di andarsene in un altro posto, prima provando a occuparne qualcuno, ma poi, sospinto dall'ipotesi di fare qualcosa di più interessante, unendosi a una vecchia famiglia di molte glorie ma poche prospettive per dare vita a un progetto dall'invitante e goloso nome di fragola.
La fragola, si sa, è un frutto molto dolce e anche di bell'aspetto, capace di attirare i più insospettabili personaggi alla sua corte: allo stesso modo il progetto del gruppo bici insieme alla vecchia famiglia di fragola (sempre meno numerosa) iniziò a veder arrivare molti altri gruppi e molti altri progetti che volevano prendere parte a un avventura così gustosa.

Ma come sempre nelle folle si cela un po' di tutto, e sotto le mentite spoglie di qualcuno sinceramente interessato e avvinto dal progetto possono celarsi molti limiti e molti impostori: in fragola c'erano sia gli uni che gli altri.
Guarda caso tra i secondi la maggior parte veniva dal gruppo baci, o da qualcuno che vi era rimasto invischiato senza capire che le cose erano cambiate molto.

Nel frattempo il gruppo baci si era spezzettato e non riusciva più a combinare nulla: alcuni di loro facevano strada, altri inseguivano quelli che facevano strada (allettati dalle insegne luminose di partiti e sindacati), altri rimanevano lì dov'erano a contendersi le briciole di una nomea non all'altezza della realtà. Piano piano però, si sa, le briciole sono meno gustose di una fragola.
Nel corso degli anni il gruppo baci si era contraddistinto anche per un cinismo del tutto slegato da un progetto, e per cui un po' crudele e fine a sé stesso, quasi egoistico e in alcuni casi figlio della poca attitudine a distinguere tra opportunità e opportunismo: avevano occupato una casa e poi se n'erano andati facendosi dare in cambio 20mila gettoni, che avrebbero dovuto spendere pubblicamente ma che non si seppe mai dove finirono; poi seguirono una parte del gruppo bici per cercare di coglierne la volata, ma ottennero solo una un'ennesima contropartita, anche questi lasciati in un conto in banca senza un'idea di come spenderli senza mancare di rispetto ai 13 anni di occupazione che li avevano generati. Ma fin qui, l'ingenuità di credere che fosse possibile usare a buon fine questi gettoni era ancora comprensibile.

Proprio mentre la fragola cresceva e diventava sempre più succosa, al gruppo baci fu presentata un'altra occasione: in cambio dell'abbandono del posto che avevano occupato insieme al gruppo bici (e a molti altri), in cambio della storia di quel luoghi, delle ombre degli amori e degli odi che vi erano nati, degli efflui delle esperienze che aveva generato, qualcuno era disposto a dare ben 200mila gettoni. Il gruppo baci ormai era a pezzi e non avrebbe saputo cosa farsene, ma decise che era meglio prendere che lasciare, tanto la fragola era succosa e un po' di posto ci sarebbe scappato.

La città nel frattempo assisteva a tutto questo baillame senza profferire parola, abituata ormai troppo a parlare nei corridoi e poco nei tete-a-tete, incapace di formulare modelli alternativi e critiche lampanti a cose che evidentemnete non funzionavano più. Se il gruppo baci ha potuto perdere così tanto il lume della dignità non è solo colpa sua, ma certamente anche dell'afasia di una città abituata ormai a troppo.

Nel frattempo il gruppo bici non reggeva la tensione di una così bella fragola, e i suoi semi iniziavano a marcire: ci sarebbe stato bisogno di un intervento di potatura e ripulitura deciso e competente, ma non sempre si ha il coraggio o l'abilità di incidere una cosa bella come una fragola. Come però tutti sanno, se una fragola rimane troppo a lungo sul banco della vostra cucina, si trasforma in una poltiglia marrone e puzzolente, mentre se la piantate in un bel vaso, basta poco per vederla trasformare in una pianticella un po' meno bella del frutto, ma certamente più longeva e funzionale alla sopravvivenza di sè stessi e di chi ne può cogliere i frutti per nutrirsi.

Invece, alcuni dei semi più forti della fragola se ne andarono, schifati dalla parte ormai marcescente che gli cresceva intorno, troppo attaccati alla propria libertà e alla propria dignità, per accettare di sporcarla per salvare i semi ormai persi e perversi. Con un grande tempismo contemporaneamente, i rimasugli del gruppo baci non videro che una migliore occasione per impiantarsi nella fragola, accelerandone il processo di decadimento.

Così adesso la fragola è diventata una specie di succursale di quel cadavere che è il gruppo baci, un cadavere trattato senza il riguardo che la salma di un pezzo importante di storia meriterebbe, e senza la dignità che gli si sarebbe potuta accordare. Il gruppo baci si diverte a dire che "le regole sono cambiate", ma senza essere capace di spiegare perché e in che direzione, che "i semi che non c'entravano nulla con noi se ne sono andati", ma senza essere capaci di spiegare perché una fragola è diventata una poltiglia putrescente che presto verrà lavata via dalla storia di una città onnivora.

Tra poco la fragola verrà messa in vendita un pezzo per volta. Ogni seme ancora presente, seppur mezzo affogato nella poltiglia, potrà comprarsene un pezzo trovando i soldi dove meglio crede, ma senza alcun progetto di ripiantarsi in un bel vaso alla ricerca di nuovi frutti. Il tutto verrà condito dai gettoni che cadono dalle tasche sdrucite del gruppo baci, senza alcun riguardo sui motivi che rendevano quei gettoni un vettore di pestilenza più che un fertilizzante denso di principi nutritivi.

Purtroppo Milano ci ha allevato così, incapaci di vedere le cose belle che ci crescono intorno, di coltivarle fino a che sono mature, spesso più propensi a farle avvizzire anzitempo, o a trasformarle in un acquitrino di sensi di colpa e di rimorsi, senza entusiasmo, senza passione, ma solo con il desiderio di cogliere un'opportunità troppo spesso personale e senza alcuna speranza collettiva. La politica non è fatta di mezzucci, e la dignità non si compra con i gettoni, né affittando i progetti inventati da altri, sperando che senza anima diano lo stesso un frutto rosso e gustoso. Fortunatamente la biologia e la storia sono più spietate degli uomini e delle loro società.

à la prochaine.

PS: tutti i riferimenti in questo testo, dedicato a chi lo comprende perché se ne sente colpito o coinvolto, sono assolutamente voluti e non casuali. Nessuno dei riferimenti è inventato o non corrispondente al vero. Il gruppo baci (il gruppo "istituzionale" del fu LSOA Deposito Bulk), il gruppo bici (il gruppo "antagonista" del fu LOA/reload), fragola (pergola move), i soldi (i gettoni presi per aus, ultima delle occupazioni scaturite dal secondo sgombero di metropolix, per garigliano, e questo gennaio per abbandonare lo spazio di via niccolini 36, zona cimitero monumentale), la lottizzazione (pergola verrà acquistata dividendola in lotti che saranno comprati da chiunque, individuo in cerca di casa o progetto con disponibilità economica, se lo possa permettere e faccia parte dell'attuale assemblea di gestione, un misto di bulk, gruppo storico di pergola, parassiti e opportunisti vari, con una frazione infinitesimale di illusi che si stanno lasciando usare come copertina patinata), il peccato originale (da quando il disciolto gruppo reload ha abbandonato il progetto pergola, in particolare da quando i cattivi di reload, tra cui il sottoscritto, se ne sono andati, il nuovo gruppo di pergola, composto da alcune persone che l'hanno occupata nel 90-91 e dai bulkaniani residui, ha senza fiatare accettato 10mila euro dal bulk per saldare i debiti che non si era capaci di saldare con una progettazione dello spazio che coinvolgesse chi aveva idee e non chi aveva interessi da saldare; e questo è stato solo l'ultimo atto di una restaurazione senza prospettive, attuato con cinismo da chi negli ultimi tre anni non ha saputo dare un briciolo di contributo serio al progetto), il riciclo dei progetti (il progetto pergola move non esiste piu', e nessuno in tre anni ha voluto costruire le condizioni per comprare pergola con dignita' e senza lasciare carta bianca ai piccoli tornaconti individuali o collettivi; il progetto postello è stato chiuso a settembre, e ha riaperto senza alcuna prospettiva e con un atteggiamento che è difficile descrivere se non come parassitario e volgare, oltre che privo di qualsiasi capacità effettiva di realizzare una dimensione politica), l'assenza di dignità e i voltafaccia che hanno caratterizzato l'ultimo anno (non ultimo il fatto che praticamente nessuno degli attuali "protagonisti" degli ultimi mesi di pergola abbia mosso un dito mentre 25 persone erano in carcere, 5 dei quali protagonisti quotidiani del progetto di pergola fino all'11 marzo), sono tutti
tristemente veri.
E' difficile raccontarli colmo di rabbia e di sdegno. E' difficile capirli per chi non ha visto giorno dopo giorno quei micropassaggi che hanno trasformato un progetto spazioso e vitale, in un coacervo di interessi a noleggio. Un giorno spero di avere il tempo di raccontare anche le fasi in cui i protagonisti di questa sordida storia nera, erano persone incredibili con cui costruire sogni in una città grigia come Milano.

Categorie:movimenti tellurici Tag:
  1. un amico
    14 Dicembre 2006 a 16:54 | #1

    Probabilmente sono tra i primi a vedere questo post. Se vuoi un consiglio da amico toglilo.
    Troppa rabbia e/o troppa verità tutta in una volta possono essere molto pericolosi, nel senso che potresti davvero bruciare ogni possibilità di chiarimento privato o pubblico che sia 🙂
    Il blog è splendido: morta Indymedia, viva noblogs!

  2. nero
    15 Dicembre 2006 a 1:08 | #2

    La vita è fatta di scelte. Se ho scelto di pubblicarlo è perché me ne assumo ogni responsabilità. Poi dei chiarimenti con chi ha dimostrato di non conoscere il significato della parola dignità ma solo quello della parola asilo non è che mi interessi molto. Le persone con cui mi dovevo chiarire e spiegare le incontro tutti i giorni e sanno il valore della parola confronto e discussione. Le altre mi interessano poco. Se dire le cose come stanno origina furore, ben venga il furore, ognuno si assumerà le responsabilità di quello che dice, ha detto, fa e ha fatto. Per la mia parte non ci sono problemi.

    Gli spazi per i chiarimenti mi sa che si sono bruciati tutti. E’ un po’ tardi 🙂

  3. 15 Dicembre 2006 a 11:22 | #3

    Grazie. Adesso capisco un po’ la situazione a Milano. Quindi non uccidero’ a Marvin 🙂 la prossima volta che passi da Milano.

    Ci vediamo e ci scriviamo presto.

  4. hatta
    15 Dicembre 2006 a 12:02 | #4

    ho vissuto direttamente parte di questa storia, con un occhio straniero, con il desiderio di costruire qualcosa di bello e utile in un’inutile città morente.

    bello e utile sia per me che per la città e per chiunque avesse voluto attraversare con rispetto il progetto.

    invece non e’ stato

    a vincere solo la grande giostra dell’ipocrisia.

    delusione e disgusto,
    soprattutto per quella sensazione, nemmeno tanto velata, per cui milano sa allevare solo solitudine, quando la gioia era a portata di mano.

    ma anche opportunità, per scoprire la povertà di buona parte del Movimento, quelli che è più importante cosa scrivono i giornali di quello che si è realmente.

    tristi giorni per chi ancora crede che l’essere valga più dell’apparire.

  5. uff
    15 Dicembre 2006 a 12:10 | #5

    a me l’unica cosa che mi dispiace è che tu non abbia saputo valorizzare il rapporto umano con alcuni di quelli che, evidentemente, hai considerato come solo come dei colleghi.
    peccato,
    avremmo potuto essere amici. Invece sono qui a scrivere su sto blog che mi sembra un pò una mediazione inutile.
    tanti anni passati assieme e adesso il vuoto.
    mi piacerebbe sapere cosa pensi dell’amicizia.
    se lo fai pls evita di fare un preambolo sulla cultura catto e sulle qualità mafiose.

  6. nero
    15 Dicembre 2006 a 17:58 | #6

    Nessun preambolo ma una semplice verità: l’amicizia si guadagna sul campo e la si coltiva con la correttezza e altre qualità di cui le persone con cui ho fatto menzione nel post sono particolarmente sprovviste. Io quello che ho dovuto dire nella vita l’ho sempre detto anche a costo di essere spiacevole, non mi sono mai nascosto, e soprattutto non mi sono mai dovuto raccontare delle stronzate su quello che facevo o non facevo.
    In compenso ho incontrato moltissime ipocrisie, moltissimi moralismi e pochissima affinità, quantomeno sulla lunga distanza…

  7. martina
    15 Dicembre 2006 a 19:24 | #7

    rimango basita che la gente si basisce.
    stranamente,chi ha capito chi sono potrebbe erroneamente non credermi,ma tutto questo astio mi lascia particolarmente non colpita o quantomeno non scaturisce in me nessuna reazione particolarmente esasperata,insomma mi sembra soltanto l’aver messo nero su bianco pensieri da me(e da altri)sentiti già durante il tristissimo episodio di quest’estate durante i mondiali..quantomeno io li ho sentiti solo li.
    anche quella voltas rimasi praticamente zitta,quasi in lacrime,invece di schierarmi o berciare come una dannata,tentai di pacificare e dividere.
    mi sembrava surreale vedere quella scena,con il sottofondo di una voce berciante,che vomitava solo odio,generalizzando e sputando merda nel piatto in cui aveva mangiato(cosa veramente poco elegante),insultando pesantemente una realtà di cui hanno o fanno parte tutt’ora sia lui che persone che saluta tutti i giorni..o con cui aveva giusto giusto appena condiviso un pezzo di percorso politico(dovevadosticazzi nel mio caso).
    io rimasi senza parole,come faceva a guardarmi ancora negli occhi dopo aver urlato tante meschinità?
    è vero io non faccio parte di bulkaria,ma ho fatto sicuramente parte della storia del bulk e nonostante tutto ne sarò sempre orgogliosa,perchè nonostante tutto sto treno di merda il bulk è stato altro e lo ha dimostrato nel corso della sua storia.
    per carità non è sempre stato fiore,cuore,amore… come tutte le buone famiglie,perchè è cosi che mi vivwvo quella comunità..
    dopodiche certe accuse mi scivolano addosso anche se sono indirizzate alla comunità politica-famiglia di cui ho fatto parte dal 12/12/1997 al 28/2/2006 ,con tutto quello che si è partorito in mezzo,poichè certe accuse mi sono talmente lontane che proprio non mi toccano,(ma che non riesco con tutta onestà a rimandare al mittente),perchè non mi ritengo falsa,meschina,calcolatrice,ne tantomeno posso pensarlo di nessun’altro bulkaniano…e soprattutto poi salutarlo,perchè le parole hanno un peso.
    si sa che sono una persona esageratamente rigida e ciò spesso mi ha portata ad assumere posizioni non particolarmente propositive o di apertura,ma ho sempre accettato scelte e posizioni altrui,in rispetto di percorsi differenti dal mio.
    so benissimo cosa vulo dire nutrire odio o astio,ma attenzione perchè se non “utilizzato” nella maniera giusta tende solo a rodere.
    comunque tutto ciò per dire che ciò che hai scritto parte già con una base errata,molto presuntuosa.
    tu dici,in fondo al testo di partenza,che tutto ciò che hai scritto è la verità,eh no bello mio,quella è la TUA verità che quindi è parziale e di parte,anche perchè sicuramente i vari attori di sta sceneggiata la racconterebbero in maniera differente,io per prima.
    con estrema dignità,correttezza e coerenza
    martina s.

    p.s. il punto sull’11 marzo,caro mio,è proprio l’esempio che hai dato la tua verità,dato che sappiamo entrambi che in fin dei conti i ragazz* se li sono accollati dei singoli.
    sarai d’accordo che non tutti gli ex bulkaniani si sono forse comportati nel modo migliore..ma anche i vari ex relodiani,pergolamoviani etc abbiano brillato in solidarietà e onesta

  8. nero
    16 Dicembre 2006 a 13:41 | #8

    Io rimango orgoglioso del pezzo di storia di cui sono stato partecipe. Se sono andato via a un certo punto era perché non sarei più potuto essere orgoglioso di quello che sarebbe successo dopo. Mi pare lapalissiano: se non fosse così sarei rimasto.
    Sputare nel piatto dove si è mangiato vuol dire rinnegare quella parte di percorso di cui si è stati partecipe, non criticare, se vuoi anche aspramente, la trasformazione di un percorso in qualcosa che non si condivide o peggio non si rispetta.
    Non vedo lacune di linearità nel mio ragionamento o nel mio comportamento, né è un ragionamento generalizzato sulle persone. Le persone a cui ho avuto o ho qualcosa da dire, non hanno dovuto leggerlo qui la prima volta.

    PS: per quanto riguarda l’11 marzo è stata la prova del nove della caratura politica, etica, e umana delle persone, non delle situazioni, infatti. In realtà per alcune realtà ha avuto anche una natura di esposizione della caratura collettiva (es: la realtà a prepara tutto con la realtà b, ma poi a presentarsi per rendere conto alla realtà b ci vanno solo persone della realtà b). Dopodiché la cosa dell’11 marzo è proprio l’ultimo problema presentato da questo scritto, che su quei giorni e cosa è successo in seguito nessuno può lavarsene le mani.

    PPS: l’astio nasce quando una critica reiterata in maniera dignitosa è corretta si scontra con i muri di gomma e l’ignavia e l’ipocrisia di vite troppo superficiali… nasce dall’esasperazione, non dalla volontà di astio per l’astio. Io onestamente più che astio provo compassione (un sentimento molto più indisponente verso me stesso che non un sano odio).

  9. emiliano
    16 Dicembre 2006 a 17:37 | #9

    brutta merda io di parole non ne spreco tante mi sono rotto di tè e delle cazzate che scrivi tipo sfogo di un poppante troppo cresciuto visto che io di nomignoli di merda non ne uso perchè non mi chiami e ne parliamo vis a vis
    ribadisco che sei una merda

  10. nero
    17 Dicembre 2006 a 9:35 | #10

    bene, caro emi, vedo che rappresenti bene il tuo livello: ma come, manco mi saluti più, però rispondi sul blog?

    Quello che dovevo dirti te l’ho già detto, sei tu che non lo ascolti, prefendo il rifugio che ti fa dire: “non ti saluto perché qualcuno mi ha detto che qualcun altro mi ha detto che hai detto qualcosa su di me” (tanto per qualificare i poppanti, all’asilo io non usavo tante perifrasi).

    Dovrei chiamarti per dirti cosa: per ripeterti che non ero e non sono d’accordo con l’operazione bulkaria? Oppure che per mille volte vi siete illusi dicendo “a me l’operazione sta sul cazzo ma la faccio lo stesso perché i miei fratelli la fanno”? Oppure per dirti come ti dissi in assemblea che trovo sconcertante il modo in cui vi siete relazionati con la situazione post 11 marzo? Oppure per dirti come ti ho già detto mille volte che anziché pensare vi siete sempre appoggiati a quello che una o l’altra delle correnti principali del bulk ritenevano più opportuno?

    Non essere dei poppanti vuol dire decidere per sé e accollarsi quanto ne consegue. Se ci pensi bene, anziché fare la sceneggiata all’ingresso di Pergola, con xina che fa finta di non vedermi (meno male che c’è Marina che si comporta come un’adulta e anche con parecchia dignità **), sai bene che tutto quello che dovevo dirti te l’ho già detto. Se fa male, è un problema di come ti relazioni tu con quello che hai fatto, non di come la vedo io sulle cose che abbiamo visto e vissuto insieme.

    PS: se ritieni che alcune cose non siano chiare, anziché usare gli epiteti, la prossima volta che ci incrociamo, trova il tempo per chiedermi se penso a o b, vedrai che troverai le stesse risposte di sempre (e le stesse che trovi pure in questo post).
    adieu.

  11. no non mi firmo
    17 Dicembre 2006 a 19:27 | #11

    bella canea che hai aperto, complimenti! bisogna riconoscere che sai scegliere bene i tuoi momenti di protagonismo.

    perche di protagonismo frustrato e astioso si tratta, sì il Tuo ego e el Tuo astio.

    se a te sta bene.. attento a non consumartici, c’hai appena trent’anni e già fai il trombone!!

    cmq a proposito di dignità dovresti solo tacere visto come ti sei comportato con uno spazio dove sei approdato per sfuggire a leadership che trovavi insopportabili al bulk ma che lì hai replicato in maniera abbastanza bieca e da cui sparisci pochi mesi prima dello scadere del contratto d’affitto: il bel capitano che per primo scappa dalla barcha che ha contribuito ad affondare!

    e ora ha un nuovo giocattolino da cui sputare ridicole manciatine di veleno: cattivi, è tutta colpa vostra!!

    ah ah viva la dignità

  12. demauri
    17 Dicembre 2006 a 19:48 | #12

    barca non barcha

    se vuoi puoi imparare a usare l’acca con
    http://educazionik.sourceforge.net/

  13. .
    17 Dicembre 2006 a 21:43 | #13

    Blicero – giusto per capire meglio – i soldi provenienti dalle contrattazioni per uscire dalle occupazioni, che dovevano servire a comprare Pergola, sono ora finiti nelle casse di Bulkaria?

  14. nero
    17 Dicembre 2006 a 23:00 | #14

    Per l’ultimo commento: i soldi il bulk li ha presi per uscire dal bulk. Per pergola fino a quando ho partecipato io l’idea era di costruire un momento di raccolta fondi collettivo e un progetto che coinvolgesse tante persone. Non ci si è riusciti, ma io non avrei accettato di usare i soldi presi dal bulk, perché l’ho ritenuto un gesto politicamente, come dire, poco interessante (!). Bulkaria è l’associazione fondata da quello che è rimasto del bulk per gestire i soldi.

    Per chi parla di capitani e leadership: è vero che io me ne sono andato per sfuggire a logiche di leadership (ma soprattutto di gregarismo) che non mi interessavano; io me ne sono andato dal bulk perché non ne condividevo più l’agire e la linea politica, cosa che mi pare più che legittima.
    In pergola non c’è stata tanto una deriva leaderistica, quanto una deriva in cui in 3 ci si è sobbarcati tutto, il bene, il male e il così-così. Intorno a questi tre, tutti hanno cercato di trarne il miglior profitto, chi biologicamente (e meno male!), chi politicamente (e non tanto meno male!), chi economicamente (malissimo! 🙂
    Dopo le reazioni all’11 marzo (non l’11 marzo, le valutazioni del quale ho già elaborato in assemblee e ovunque ci sia stato un confronto, ma le reazioni di desolidarizzazione e di moralismo che ho riscontrato ovunque e in particolare in pergola), quest’estate io mi sono solo posto l’obiettivo di completare la campagna per gli arrestati e sanare i debiti che il gruppo di cui facevo parte aveva con fornitori e spazio (reload, postello, ecc.). Poi mi sono preso un mese di pausa per ripensarci, come avrebbero dovuto fare tutti.
    Sono tornato per la famosa assemblea di settembre che avrebbe dovuto chiarire cosa si voleva fare, quali erano stati i problemi, ecc. ecc.
    Quello che ho visto in quelle prime assemblee di pergola di settembre non mi è piaciuto, e anzi direi che mi ha disgustato: una calca di gente pronta a dire che il posto gli faceva schifo ma che ci rimaneva per convenienza, una selva di persone scomparse per due anni che si ripresentavano per raccimolare due briciole dell’eco proiettata dal progetto su cui io e altri abbiamo buttato sangue e speranza per tre anni, una masnada di avvoltoi senza alcuna remora. E soprattutto: nessuna idea, solo la riproposizione di quanto già visto senza alcuna analisi di quanto fosse cambiato il contesto, le relazioni e tutto ciò che aveva generato lo sprint di pergola.
    Di fronte a questo, ho deciso che non era più il progetto per cui ho sudato e lottato, e quindi con molta tranquillità me ne sono andato, mentre le iene si sono sbranati pergola, il postello e quanto ho contribuito a costruire… D’altronde è normale che le iene passino sui cadaveri. Non ho preso parola in assemblea a settembre per rispetto di alcune persone a cui voglio molto bene e che mi pareva volessero provarci. Questo è stato un errore, considerato che queste stesse persone adesso (dopo tre mesi) me lo rinfacciano, forse a ragione, dovevo essere meno umano, come al solito.

    Questo per chiarire i motivi per cui io non ci sono più in pergola, e per evitare che i mezzucci di chi commenta prendano piede, per dipingere come un infamia quella che è una scelta politica.

    PS: il protagonismo e il mio egocentrismo (abbastanza noti entrambi) non sono mai stati un problema quando si sono fatte le cose insieme e si è spaccato. In sé non sono virtù o vizi, ma sicuramente caratteristiche, come il poco coraggio di qualcuno o la troppa irruenza di qualcun altro. Il desiderio di aprire un blog non c’entra nulla con il bulk e pergola, ma con la voglia di ragionare ad alta voce su alcune cose. Questo post invece nasce dalla delusione umana prima che politica per tante persone che per anni ho chiamato amiche, prima che smettessero di salutarmi per una voce ascoltata in un corridoio, o che dimostrassero di non condividere gli stessi principi che guidano me nel mio agire quotidiano. Il livore dei commenti mostra solo quanto io abbia ragione.

    PPS: ovviamente esistono molte persone della comunità a cui si riferisce questo post che non meritano la sua durezza e che anzi sono persone per cui nutro rispetto, e tra questi ci sono anche quelli che hanno fatto scelte molto diverse dalle mie (da Niccolò a Said, tanto per citarne due).

  15. vecchi furboni
    18 Dicembre 2006 a 18:31 | #15

    ora è tutto chiaro:
    – si apre Noblogs
    – si chiude Indy
    – si lancia un flame per trasferire tutto il traffico del vecchio newswire di Indy sui blog e per far capire le grosse potenzialità di questo strumento!!

    Questo post è una sottile strategia di marketing…

  16. nero
    18 Dicembre 2006 a 22:08 | #16

    non c’è bisogno di flame per vedere le potenzialità di uno strumento.
    non c’è bisogno di molto acume per vedere come butta indy da diverso tempo a questa parte
    non c’è bisogno di vedere che da tante coincidenze non si può trarre una conclusione, ma si possono vedere molte cose attraverso molti eventi: basta voler leggere la realtà e non fare finta di nulla.

  17. billie
    18 Dicembre 2006 a 23:19 | #17

    due cose:
    1. che le persone chiamate in causa del bulk che hanno risposto ai commenti lo hanno fatto nello stesso modo con cui si fanno i post schifosi in indy e uno dei motivi principali della sua chiusura.. sembra di leggere indymedia. Penso che nero abbia scritto una cosa forte che sar’ anche il suo punto di vista ma le risposte (non tutte) sono spregevoli.. tanto per capire con chi si ha a che fare;

    2.la cosa che mi fa piu tristezza caro nero e” che tutti questi scazzi e queste personucole che ci circondano hanno vinto, nel mio caso. E purtroppo mi sento molto lontana non solo da loro…
    so che capisci cosa sto scrivendo, mi sarebbe piaciuto continuare a provare cose e modi diversi di essere e fare ma troppe volte mi sono sentita circondata da persone che , mettiamola cosi, non condividevano minimamente la mia sensibilita”… sull analisi politica invece ci siamo scazzati e conforntati tante volte da giugno ad adesso…ma il punto come tu mi dicevi una volta e” la qualita” delle persone, io direi piu che altro le diverse sensibilita”….

  18. faccela
    19 Dicembre 2006 a 2:07 | #18

    non sono nemmeno riuscito a finire di leggerlo…

    fatti meno pippe sul pc caro nero…
    prendi più aria…

    fai pena.

  19. emi
    19 Dicembre 2006 a 2:10 | #19

    IL PRINCIPE NERO viveva una volta in un regno lontano lontano un giovane principe,non era particolarmente bello ma,grazie alla sua astuzia era riuscito a circondarsi di fedeli servitori impauriti.il principe bruttino e senza regno decise in un giorno di pioggia che per i-suoi sudditi e per lui era giunto il momento di trovarsi una casa dove vivere tranquillo e senza troppe preoccupazioni.
    parti con la sua corte alla ricerca del luogo più adatto per costruire il suo regno e arrivato in una landa desolata ,sulla cima di una grigia collina,scorse un vecchio castello,da principio il maniero sembrò abbandonato alla corte del giovin principino,presto si rese conto che così non era.
    il castello era si fatiscente ma non certo vuoto ,al suo interno viveva una piccola comunità di gente semplice ,di certo non brillavano per le loro capacità in fatto di progresso,ma il popolo del castello conservava in vero un grande cuore, che presto si gonfio di un sincero sentimento d’affetto per il principe e per il suo seguito.
    il principe ,in principio sembrava fosse la ventata d’aria fresca che a quel popolo sarebbe servita per sbLoccarsi dal loro secolare infosso,solo che presto il bruttino si rese conto che due rè nello stesso castello erano troppi,la cosa lo innervosiva, voleva essere lui il solo monarca,credeva in quello che faceva con tutto se stesso e presto si convise che
    LA RAGIONE RISIEDEVA DALLA SUA E SOLTANTO DALLA SUA PARTE.
    gli abitanti del regno nel frattempo cercarono di convincere i due rè che era giunto il momento di cambiare, forse la via della repubblica o magari chissà della federazione era la migliore da prendere,non più servi e rè ma tutti insieme avrebbero regnato sulle loro vite.
    il vecchio rè che da sempre era stato capace di cogliere i segni che il suo popolo gli mandava,capì che la scelta migliore da fare era proprio quella che i suoi sudditi gli indicavano,proclamò la repubblica e con un manipolo di eroi parti alla conquista di altre terre buie e lontane dove il male regnava incontrastato.
    il piccolo principe nero infastidito dallo sviluppo delle cose in una notte di pioggia se ne andò sbattendo la porta,cominciò il suo viaggio senza fine,in ogni luogo in cui andava la democrazia lo seguiva e lui con i suoi prodi scappava.
    intanto la pargola repubblica prosperava,ma all’ orizzonte nubi nere e tempestose si addensavano,un altro rè,CAPITE DI CHE REGNO DI MERDA VI PARLO,venne a reclamare la proprietà del maniero sulla collina, il suo esercito era numeroso e letale,in principio la comunità tentò la reazione ,ma capita la loro impossibilità a vincere e stanca di anni di guerre dovette suo malgrado cedere al cattivo sovrano e al suo avvocato ,un noto comico del periodo.
    fra pianti e dolori inenarrabili i giovin repubblicani cominciarono il loro viaggio alla ricerca di un posto senza sovrani e senza buffoni.
    arrivarono,guarda un pochino il caso alle volte cosa ti combina,proprio in un regno dove da poco si era insediato il principe nero,non si erano lasciati malamente,seppur il bruttino andandosene,lo ricodate,sbatte la porta,per un breve periodo le cose non andarono male,ma ai mè,le cazzo di nuvole non volevano sparire.
    il pricipe si inventò che il popolo avrebbe dovutto lottare e se necessario morirci nel vecchio castello,che nessun accordo ,per quanto convincente,lo soddisfaceva e il suo cuore si faceva sempre piu nero.
    erano di nuovo punto e da capo,il principe voleva regnare e la repubblica premeva perchè si compisse il destino dei popoli.
    le intenzioni dei giovani itineranti non erano però quelle di rubare il posto al principe ranocchio ma semplicemente quelle di riposare per qualche tempo in attesa di riprendere il viaggio .
    in un pomeriggio di sole ,mentre nel colosseo della città si consumava il dramma dei gladiatori,a causa di una volgare rissa dettata sicuro dal caldo e dal malcontento generale, il piccolo principe perse il lume della ragione, dai suoi occhi fuoco e fiamme bruciarono tutto intorno a lui,la sua ,una volta fluente chioma ,si trasformò in un medusa assetata di sangue,tutti ebbero paura e la situazione si calmò.
    si stava male nel regno di FRAGOLA,ma per pietà,ma le cose andarono avanti,fino a che non si seppe ingiro che alcuni barbari provenienti da terre lontane si avvicinavano minacciosi al regno delle due verità,il principe colse l occasine al balzo,organizzò una bella crociata per fermare il popolo dei pelati,la crociata partì e il giudizio divino del dio degli sbirri colpì tutti,ma proprio tutti.
    chi in catene , chi svuotato di ogni umore, il popolo,che a sto punto definirei degli scemi,prosegui a litigare di giorno in giorno con infamate varie,di cui non si sentiva solo parlare
    ma purtroppo se ne vedevano anche le conseguenze.
    COSA FECE ALLORA IL PRINCIPINO TUTTO NERO QUANDO SI ACCORSE CHE ANCHE QUEL REGNO ERA A RISCHIO?
    PRESE BARACCA E,CI TENGO A PRECISARLO,BURATTINI VARI E PARTI PER ALTRE NUOVE ED EMOZIONANTI AVVENTURE,LASCIANDO TUTTI CON UN PALMO DI NASO.
    MA PRIMA DI SCAPPARE NON SI DIMENTICò DI LASCIARE IN EREDITà A
    TUTTI QUELLI CHE LA VOLESSERO COGLIERE LA SUA ULTIMA PERLA DI SAGGEZZA,SCRISSE UNA FAVOLETTA CON LA PRETESA ,ANCORA UNA VOLTA CHE LE PAROLE CHE USAVA VENISSERO DIRETTAMENTE DAGLI ASTRI CELESTI,DIVENTANDO COSì A TUTTI GLI EFFETTI UN DIO,UN DIO CON QUALCHE AMICO IN MENO MA CON SICURAMENTE QUALCHE DETRATTORE IN PIù.
    ci fù un mezzo uomo una volta che disse TANTI NEMICI TANTO ONORE,ma era solo un pazzo,pericoloso ,ma pazzo.

  20. Anonimo
    19 Dicembre 2006 a 12:01 | #20

    peccato perché ti reputavo una persona intelligente.

    evidentemente ti sei bevuto il cervello;

    facciamo chiarezza, così anche gli sbirri che leggono avranno una visione più chiara della questione
    (anche se ho sempre ritenuto patetico e poco furbo in termini di sicurezza questo tipo di esternazioni sul web)

    partiamo dal titolo:
    “lezioni di dignità”

    be, che dire…..uhm….
    non é ovvio?

    ok, cominciamo:

    -“I protagonisti di questo breve racconto sono due gruppi, che per comodità chiameremo bici e baci”

    già sbagli. c’era un gruppo unico, compatto con al proprio interno diverse sfaccettature, tu e l’altro avete creato il gregarismo.tu e altri avete creato il fottutissimo modo di vedere le cose come un “noi” e “voi”; aprite gli occhi! non vedete che avete acchittato l’ennesima “guerra fra poveri”?

    -“prima provando a occuparne qualcuno, ma poi, sospinto dall’ipotesi di fare qualcosa di più interessante”

    ovvero: col culo a terra e graziati dall’invito di pergola

    -“Ma come sempre nelle folle si cela un po’ di tutto, e sotto le mentite spoglie di qualcuno sinceramente interessato e avvinto dal progetto possono celarsi molti limiti e molti impostori”

    se vedi nemici a ogni angolo vai in terapia, spesso la gente non é così malvagia sai?

    -1″ben 200mila gettoni. Il gruppo baci ormai era a pezzi e non avrebbe saputo cosa farsene” 2″ma decise che era meglio prendere che lasciare,” 3″tanto la fragola era succosa e un po’ di posto ci sarebbe scappato”

    1.non avrei mai pensato di dovertelo dire..informati meglio caro mio!
    2.perché? no? 🙂
    3.l’intenzione non é mai stata quella e tu lo sai; falsità gratuita e banale.

    -se una fragola rimane (…) se la piantate in un bel vaso, (…) ma certamente più longeva e funzionale alla sopravvivenza di sè stessi e di chi ne può cogliere i frutti per nutrirsi.

    parole sante! ma sei proprio sicuro di aver almeno provato ad avere il pollice verde della situazione?

    -“Invece, alcuni dei semi più forti (…) schifati dalla parte ormai marcescente che (…) troppo attaccati alla propria libertà e alla propria dignità, per accettare di sporcarla per salvare i semi ormai persi e perversi.

    ahahahahahahahahahah….. bellissima questa, davvero uno spasso!
    ‘a principe de ‘sto cazzo!! scenni dar piedistallo!!!

    -“senza alcun riguardo sui motivi che rendevano quei gettoni un vettore di pestilenza più che un fertilizzante denso di principi nutritivi”

    eh si…proprio come i soldi della mafia… brutttttttissssimi… catttttivisssssimi….

    -1″Purtroppo Milano ci ha allevato così, incapaci di vedere le cose belle che ci crescono intorno, di coltivarle fino a che sono mature”, 2″spesso più propensi a farle avvizzire anzitempo, o a trasformarle in un acquitrino di sensi di colpa e di rimorsi, senza entusiasmo, senza passione, ma solo con il desiderio di cogliere un’opportunità troppo spesso personale e senza alcuna speranza collettiva”. 3″La politica non è fatta di mezzucci, e la dignità non si compra con i gettoni, né affittando i progetti inventati da altri, sperando che senza anima diano lo stesso un frutto rosso e gustoso. Fortunatamente la biologia e la storia sono più spietate degli uomini e delle loro società”

    questo capoverso é il trionfo della pazzia neroniana, non ci dare fuoco per piacere..

    allora:
    1. se ha te Milano ti ha fatto l’effetto di vedere solo merda…cambia città, per il tuo bene!
    2.ma come cazzo stai!!!?? vai in terapia se questo é il tuo modo di pensare, o sparisci se questo é il tuo modo di agire!!
    3.la politica partitistica che tanto vituperi quanto replichi semplicemente con simboli più “fichi” a me non interessa…
    la mia anima vive con le anime dei miei fratelli

    -“il gruppo bici (il gruppo “antagonista””

    sfigato! 🙂

    -“per saldare i debiti che non si era capaci di saldare con una progettazione dello spazio che coinvolgesse chi aveva idee e non chi aveva interessi da saldare”

    per tua informazione la progettazione (non in grado di cacciare 10mila gettoni in 9 giorni) c’é, chi ha le palle é rimasto a sbattersi col culo che brucia. chi non aveva le palle ha inventato scuse bieche per alzarsi lasciando i debiti del proprio sporco gioco per andare ad appoggiare le proprie chiappe su chissà quale altro internet point.

    -“il progetto postello è stato chiuso a settembre, e ha riaperto senza alcuna prospettiva e con un atteggiamento che è difficile descrivere se non come parassitario e volgare”

    scusa?
    A: per te bill gates di garbagnate valgono solo progetti a scadenza indeterminata?
    B:parassitario e volgare??
    O___O !!!!!!!

    -“gli attuali “protagonisti” degli ultimi mesi di pergola abbia mosso un dito mentre 25 persone erano in carcere, 5 dei quali protagonisti quotidiani del progetto di pergola fino all’11 marzo”

    concordo con martina s.
    non tutti si sono comportati all’altezza, ma mi sembra che questa fu una tendenza molto trasversale……

    -“Un giorno spero di avere il tempo di raccontare anche le fasi in cui i protagonisti di questa sordida storia nera, erano persone incredibili con cui costruire sogni in una città grigia come Milano”

    ecco, bravo!

    intanto mentre tu passi il tuo tempo a scrivere noi continueremo a fare come facciamo da anni:
    vivere situazioni, emozioni, successi e fallimenti, creando anziché distruggere, facendo anziché parlare (bulk is a virus, spread it!!), in tensione a un miglioramento personale e collettivo e sempre condito da autocritica, mai salendo su piedistalli tanto alti quanto posticci.

    …che dire d’altro? un’infinità di cose…comunque complimenti, bel modo inglorioso per uscire di scena, un po’ come la testata di zizou al buon matrix; dai, almeno ti rifarai se vinciamo scudo e/o coppa!

  21. nero
    19 Dicembre 2006 a 16:06 | #21

    bene bene, finalmente mi diverto un poco.
    Per chi non è arrivato neanche alla fine del post posso solo dire che mi spiace per lui, dato che si perde il meglio.
    per emi, posso dire che almeno con la tua favola si capisce il tuo punto di vista, direi che e’ un pochettino meglio di quattro insulti messi a caso.

    per altro il tuo punto di vista è lo stesso di quando con “baracca e burattini” (come dici tu) ce ne andammo dal bulk: si pose un problema politico e la risposta fu un cameratismo con difesa del leader e accusa ai dissidenti di abbandonare la barca in difficolta’. Non devo dirti io che è una retorica facile e quasi mai realistica, vero?
    Guarda caso tre anni dopo stessa scena, senza leader, ma come al solito stessa retorica. Un po’ stucchevole.
    Tu ritieni che io me ne sia andato lasciando in merda il progetto che ho contribuito a rinnovare? Legittimo. Quanto è legittimo il fatto che io ti replichi che quello che io ho abbandonato non era più il progetto che avevo contribuito ad alimentare e per cui ho cacciato il sangue in tre anni, soprattutto perché le persone che ci sono rimaste non riuscivano più a ispirarmi alcuna fiducia. I problemi dei progetti si sopportano e si superano, l’assenza di stima o di fiducia delle persone è un po’ difficile da superare, no?

    Per quanto riguarda BulkIsAVirusSpreadIt, boh, non saprei che dirti, mi sembri un pochettino caldo, e forse quando uno è così caldo fa sembrare di essere stato colpito. Peraltro questa cosa del principe sul piedistallo e dell’attivista da tastiera è vecchia e non regge dai tempi del newswire. Io al contrario di te sono molto tranquillo rispetto a quanto ho FATTO e quanto ho PARLATO, per cui non ho proprio bisogno di mandare “a lavorare” nessuno. Se devi continuare a “fare, vivere, ecc” come state facendo, magari è il caso che smetti e provi a scrivere o giocare con i computer pure tu, così fai meno danni

    Non ho ancora letto nulla che mi facesse cambiare idea rispetto al fatto che tutte queste persone che mi pensavano tanto per bene (ma intanto mormoravano sul fatto che me ne sia andato schifando un po’ tutto, senza avere il coraggio di dire un cazzo) e che ora mi pensano tanto per male, siano persone con cui non mi interessa fare nulla.
    Ognuno fa la sua strada e le sue scelte, se le difende e se le vive. C’è anche chi ne può andare orgoglioso e chi per essere orgoglioso deve rifugiarsi nella comoda coltre del gruppo e dell’identità. In ogni caso nessun rimorso.

  22. bonny
    19 Dicembre 2006 a 19:55 | #22

    Tutti, nessuno escluso.
    Siete pazzi, malati, illetterati, dalla prosa scadente e saccente, rapida (visti gli errori: billie ad esempio il tuo commento non si può leggere, – ma sti 2, 3, 1 che cosa sono? sai che bisogna schiacciare il control per fare le virgolette???) dalle metafore volgari e acide: sembrate un reality show.
    Invece purtroppo qualcuno vi ha incontrato, seguito e magari appoggiato.
    State dando adito a ogni tipo di critica e di allontamento possibile da forme collettive di ragionamento.
    Il fatto che la discussione sia poi attuata in uno spazio pubblico/ privato (un blog) rende bene l’idea: una questione privata, ma non ahimè (si scrive così ahimè…) la terra e la guerra. Magari.
    La faccia e la feccia, una questione privata. Suonatela, scrivetela, ma non vi azzardate a parlare di politica, vi prego.
    Nessun rimorso, certo, ma provate a metteri nei panni di chi vi ha incrociato. Forse l’unico che potrebbe capirvi è un avvocato divorzista e forse è quello cui dovreste rivolgervi. Con amicizia e stima ad libitum, fino a ieri.

  23. nero
    19 Dicembre 2006 a 21:30 | #23

    Mi spiace per te bonny ma se vuoi ricondurre una questione di scazzo politico a una questione privata, il pazzo sei tu. Se chi ci ha incontrato vorrebbe allontanarsi avrà scoperto che non gli piacciamo o che non condivide quello che diciamo. Se poi si pente di quello che ha fatto con noi (o con me) vuol dire che non era molto convinto no?

    E poi, questa cosa di svalutare una discussoine con la grammatica o liquidarla come un personalismo è una tecnica vecchia di svalorizzazione della discussoine e dei partecipanti vecchia come il cucco.

  24. nero
    19 Dicembre 2006 a 21:35 | #24

    fonca, anche tu che mi cadi su questa cosa della tastiera… Su dai che lo sai che non ho bisogno di nessuno a farmi la morale 🙂
    Se poi la polemica vi sprona a fare meglio o almeno a interrogarvi sulle scelte fatte o in corso d’opera ne sono contento, ma ciò non cambia la mia posizione.

    PS: quello di cui parlo lo conosco. quello che non conosco non lo posso valutare.
    PPS: “le cose come stanno” secondo te 🙂 Io non la vedo così e continuo a vedere molte persone che preferiscono raccontarsi storielle anziché affrontare seriamente le critiche che da anni vi sono mosse.

  25. 20 Dicembre 2006 a 2:37 | #25

    semplicemente una delle tue tante provocazioni…
    non a caso hai detto di cominciare a divertirti quando la gente ha cominciato a dirti come stavano le cose.
    ma tranquillo a volte ci fanno bene queste cose, anzi, grazie, credo che tu lo faccia proprio per spronarci a fare ancora meglio! 😀 😀 😀 😀 (ah, ah, ah…)

    però caro blicero meglio fare le cose come le stiamo facendo (ammesso che tu sappia veramente quello che stiamo facendo) piuttosto che scrivere su una tastierina…
    e non c’é era del newswire che tenga

    🙂

    buon lavoro, e divertiti!
    🙂

  26. pensa te…
    20 Dicembre 2006 a 15:24 | #26

    non sapevo nulla dei fatti raccontati da blicero… la cosa interessante e’ che le critiche sono rimaste al livello di offesa e attacco a bliecro ma non hanno toccato la sostanza delle cose che ha detto… ovvero i soldi bulkaniani e lo smembramento della pergola. sentire altre campane a proposito non mi spiacerebbe (senza nulla togliere a blicero)

  27. 20 Dicembre 2006 a 21:49 | #27

    X ma pensa te…

    1° a blicero qualcuno a risposto non solo sul piano dell’offesa, e non mi riferisco a me ma a chi s’é preso la briga di scrivere un po’ di più…

    2°questa storia NON deve diventare un reality show quindi se vuoi sentire altre campane vai direttamente alla fonte e non qui…e poi chi cazzo sei?! 🙂

  28. nero
    21 Dicembre 2006 a 10:37 | #28

    Il meccanismo di strutturazione di una dinamica di cosiddetta leadership in un gruppo è un processo che raramente ha un solo colpevole: ad esempio quando nell’estate del 2003 mi sono trascinato dietro tutto un gruppo di persone e ci siamo fomentati a vicenda con l’idea di occupare, tutti erano contenti e non vivevano la dimensione di un-due-tre trascinatori e molti gregari come una effettiva differenza nel peso decisionale. Quando la stessa cosa è avvenuta un anno dopo invece questa cosa è stata percepita così.

    Non dico questo per autogiustificarmi o altro, ma solo per cercare di affrontare la questione in un modo più complessivo. La decisione di forzare la mano su alcune decisioni in una certa fase è stata condivisa da un gruppo abbastanza allargato, non di una persona. Ed è stata una decisione forzata, perché il tempo stringeva e si aveva la sensazione di non concludere un cazzo. Il vero problema è che poi questa decisione non ce la si è bancata in gruppo, ma individualmente.

    Qui entra in gioco l’altro lato della medaglia delle dinamiche di leadership, ovvero la delega. Io non sono mai riuscito a capire quanta fetta di responsabilità nel degrado dell’orizzontalità di un gruppo (intesa in senso più nobile come partecipazione egualitaria e non beceramente tutti facciamo tutto nello stesso modo 🙂 stia dalla parte di chi accelera spiegando perché lo fa, e quanta in chi delega una fetta consistente delle cose da fare a due persone.

    Sicuramente avremmo potuto prestare più attenzione all’instaurarsi di queste dinamiche, che hanno una porzione di responsabilità nella morte del gruppo (non tanto del progetto) di reload, ma altrettanto certamente trincerarsi dietro un comodo “è colpa di b e s” non è una soluzione che fa onore all’intelligenza che so propria di molte persone del fu progetto reload.

    Io penso che in realtà il limite più grosso che abbiamo scontato sia stato quello di una palese incapacità di essere sì un soggetto che voleva essere nuovo, ma che non era capace di essere un soggetto politico in senso proprio. Sostanzialmente non siamo riusciti a uscire dalla fase più esistenzial-amicale del gruppo per formarci in una dimensione politica. Tutto il resto è una conseguenza di questo limite di maturazione. Almeno questo è quello che penso io.

    Se è vero che da un lato alcune defezioni sono state pesanti, è vero che nessuno ha voluto veramente confrontarsi e costringere tutti a confrontarsi su alcuni meccanismi, senza sconti per nessuno: è sempre stato più comodo nicchiare e lasciare che altri facessero, senza porsi problemi politici.

    In questo sta anche l’incapacità di affrontare in maniera netta la relazione con chi veniva a parassitare, o stava a guardare aspettando il momento giusto per rovesciare il banco: un gruppo esistenziale ha solo reazioni esistenziali… lo scazzo, la discussione, la conclusione tarallucci e vino, perché tanto siamo tutti amici e fratelli (e sorelle). Un gruppo politico è capace di porre questioni politiche e di pretendere risposte.

    Reload e Pergolamove sono state progetti entusiasmanti per l’energia che hanno saputo diffondere anche in un periodo in cui tutto si ripiegava su se stesso, e i loro limiti (che li hanno portati a morire) non possono negare quanto di buono e interessante hanno fatto. A essere buoni con gli squali ci si perde le mani e ci si fa la figura dei fessi, ma la politica è anche l’arte dell’impossibile, e avevamo il dovere di credere che fosse possibile sviluppare meccanismi diversi che quello del savoir-faire politico per schivare gli squali e costruire qualcosa di diverso. Il limite non è stata la presenza di queste persone e situazioni, delle loro pochezze e del loro opportunismo, ma la nostra incapacità di affrontarlo in un modo politico nuovo. Tant’è che sono certo tuttora molte persone non riescono a vedere il problema e continuano a pensare che io parli per rancore, mentre la mia è una analisi spassionata di tre anni di vita collettiva e dei suoi limiti.

    Non porto rancore a nessuno, come ho già scritto, al massimo compassione per chi usa certi mezzucci senza neanche avere il cinico coraggio di ammetterlo, ma trincerandosi dietro le solite manfrine del “attivista da tastiera”, del “parli dal piedistallo”, del “pensi di essere il capo dei santi, invece sei un babbo qualsiasi”. Che noia, no?
    Perché rispondo? Perché non ho nulla di cui preoccuparmi o vergognarmi, e quindi non ho alcun problema a ragionare con chiunque, anche con chi non mi offre molti spunti interessanti.

    Tagliati i capelli, freakpunk! 🙂

  29. czkat
    21 Dicembre 2006 a 11:21 | #29

    nero il tuo racconto è piuttosto realista e capisco l’amaro che quest’esperienza ha lasciato a te e ad altri che come te si sono fatti un discreto culo per costruire quello che le iene stanno ora succhiando.
    pergolamove è stata in generale e a mio parere una bella esperienza, se non altro per aver vissuto pienamente il tentativo di portare nella realtà un bellissimo esempio di immaginario collettivo poco comune a questa città come a molte altre (se non tutte) di questo paese (dimerda), ma come molte esperienze finite nella quasi totale disgregazione non ha dato a reload/pergolamove la possibilità di affrontare le analisi degli errori che sono stati commessi.
    sarebbe la maniera migliore per alimentare la crescita individuale e collettiva e probabilmente, come spesso accade, ognun* se lo farà da sol* o coi compagni/fratelli residui.
    sec me rispondere a chi non sa esprimere altro che insulti e meschinità senza attitudine a un vero confronto, non capisco che gusto ti dia..a che serve la tua volontà di chiarezza se la cerchi con chi non sa guardare oltre il plexiglass della reception???
    è ben altra la gente che dovrebbe ispirarti questa legittima necessità e in fin dei conti questi poveretti si commentano da soli…

    al volo m’interessa dirti due cose:
    quando dici che “In pergola non c’è stata tanto una deriva leaderistica, quanto una deriva in cui in 3 ci si è sobbarcati tutto…” mi sembra che ti contraddici un po’. a me sembra che la deriva leaderistica ci sia stata eccome, in certi momenti addirittura una guerra fratricida. avresti dovuto e senz’altro potuto stare più all’occhio sui meccanismi di costruzione del consenso e della coscienza sulle scelte che venivano fatte. forse dicidere certe questioni più lentamente ma con più cura evitando di provocare certe defezioni letali sarebbe stato più opportuno. a mio parere la ricerca dell’orizzontalità nella costruzione del percorso è stata molto limitata.
    un altro sbaglio è stato quello di ospitare sti esseri qualunquisti e malati e regalargli la possibilità di infiltrarsi troppo tranquillamente e in maniera subdola nel progetto che avevamo in corso, quando eri (tu e gli altri 2!!:P) in possesso di tutte le conoscenze necessarie per capire il livello di non-capacità di quella “realtà” disgregata, in putrefazione e chiusa in una bara dorata.
    a esser buoni con la gente sbagliata si fa la figura dei fessi, non credi?

    ti saluto

  30. fonca
    21 Dicembre 2006 a 15:23 | #30

    vabbe…
    i complimenti si sprecano…

    iene, esseri qualunquisti e malati e regalargli la possibilità di infiltrarsi troppo tranquillamente e in maniera subdola….

    ero anche d’accordo con te su alcune cose….

    cmq stai attento a parlare cosi che se tiri troppo la corda la gente poi reagisce male…

    (non é una minaccia, ma un dato di fatto!) ^___^

    p.s.
    l’incipit é un po’ patetico sai…
    nero non ha certo bisogno della tua commiserazione!
    ahahahahahahahahahahahaha…..

    -ultimo messaggio del fonca-
    -non ne voglio sapere un cazzo-
    -passo e chiudo-

  31. nero
    24 Dicembre 2006 a 17:59 | #31

    Ci ho impiegato un po’ a capire chi cazzo eri, ma alla fine mi sono stupito e ci sono arrivato. Fa piacere risentirti 🙂

    Per il resto, onestamente, le valutazioni su di me sono poco interessanti nel contesto di questo blog, magari di piu’ nel contesto di una chiaccherata mentre ci beviamo qualcosa, considerato che abbiamo passato la piu’ parte della nostra gioventù a fare cazzate insieme 🙂

    Sull’equilibrio tra attivismo politico e vita siamo sempre stati da due lati opposti della percezione del mondo e quindi non mi stupisce la tua lettura della mia inumanità (tutta legata all’aver trascurato i nostri ambiti “amicali” o “vitali”).
    Non penso che sia lì il punto, o meglio, è anche lì, ma il fatto che io viva con intensità le mie scelte di vita non lo vivo come un difetto, ma come una caratteristica (difficile dire se positiva o negativa).

    La critica al percorso del bulk non nasce da un contrappasso della passione che ho messo in quel pezzo di storia comune (ossia sì, ma non nella forma del rancore), ma dal peso che do alle cose che si sono fatte insieme e al loro senso.

    Per il resto, mi spiace non ti piaccia rapsodia, ma lo prendo come un indice di sicuro successo della pubblicazione 🙂 muori ! 🙂

  32. ppn
    25 Dicembre 2006 a 1:05 | #32

    Caro Nero, Blicero o come ti fai chiamare oggi (io ti conosco come R., da un po’ più di anni di questi tuoi nuovi amici/colleghi) mi ha detto una comune amica di questo simpatico blog (non c’è pkrainer a sparare cazzate?) e visto che in teoria si parlava di storia comune ho fatto un giro (per fortuna non è mica tanto comune…). Avevo letto alcuni pezzi di Rapsodia Monocromatica (fa cacare! impara a scrivere! basta con l’improvvisazione del dilettantismo! senza offesa eh…) e ogni tanto ancora ti/vi osservo da lontano (per gli amanti della paranoia: tranquilli…). Anche a me è giunta voce che l’esperienza Bulkaniana è finita come una specie di Monopoli e confesso che mi sarebbe piaciuto spuntare dal nulla per chiedere la mia fetta (più per fare il minchione che per vedermi digrignare i denti di tutti in faccia…) anche se in realtà ovviamente mi è venuta un po’ di tristezza. Beh, la stessa che avevo quando mi sono umilmente defilato, tanto che per fortuna nessuno si ricorda più di me. Lo so, ero troppo naif. Mi è sempre andata bene, ho giocato bene la parte del bue grande e grosso, buono ma un po’ stupido. E’ stato un ruolo perfetto e in ogni caso spontaneo ( e non nego che passare per stupido offra un serie di vantaggi non da poco). Finchè è durato, s’intende. Ma non sono venuto su questo simpatico blog per scrivere di me (mah…), solo per dirti che sei la solita testaccia di cazzo e che non imparerai mai….
    Di queste iene e di questi brandelli di pergola non me ne frega un cazzo, ne so meno che del Monopoli e mi interessa moooolto meno. Sono sicuro che tu ci hai messo tutte le tue energie e che ti sei fatto mille seghe mentali sul significato politico del vendere tisane o birre, ma sono anche sicuro che come il tuo solito, almeno per quello che è sempre stato il mio punto di vista, hai confuso amici con colleghi, politica con “vita” (che brutta parola), assemblee con serate tra amici. Aggiungi a questo tuo modo di esistere un po’ malato e inumano il fatto che da piccolo sei caduto nel Calderone delle Droghe Egoiche e che una vita da straight-edge non è servita ad addolcirti ed ecco, forse, una delle possibili spiegazioni delle tue vicende politiche/sociali/”vitali”. Per finire, cadendo nel Calderone di cui sopra ti è caduto di tasca il senso critico e non l’hai più ritrovato. Ciò non ti aiuta a capire quando sbagli (ti informo che anche a te capita e mi scuso con chi già lo sapeva, a volte bisogna ricordarglielo…) nè a capire quando mollare il colpo, quando essere un po’ più rilassato, quando cedere, quando ascoltare, quando non essere prevenuto, quando riflettere.
    So che quando leggerai questo commento risponderai dicendo che non di questione privata si tratta ma di questione politica e il fatto che conduci una vita allucinata e priva di umanità non ha a che vedere con le tue esternazioni su fragole bici e baci. Ma non è così, questo è il punto.
    Tra l’altro, capiamoci, sono sicuro di poterti dare anche ragione, in linea di principio, il problema, per chi ha ancora a che fare con te, è che non ci sono margini di discussione se non si è d’accordo con te, il che ovviamente ne lascia comunque pochi, a meno che non si tratti (la storia, si sa, è circolare anche nelle piccole cose) ancora una volta di parlarsi addosso.

    Io spero che mollerai il colpo, per un po’ almeno, e che ti dedicherai meno a questa cazzo di collettività forzata. Stattene un po’ per conto tuo e vaffanculo il resto.
    Te lo dico perchè in fondo, anche se non te ne frega un cazzo (ma a me?) un po’ di bene al vecchio R. gliene voglio sempre.

    E un saluto anche a tutti gli altri, citati, commentanti o malcelati.

    f.

  33. dvd
    27 Dicembre 2006 a 20:11 | #33

    scusa ma nn ho molto tempo x leggere e postare commenti..dico solo che a dicembre scadeva il contratto e bisognava tirare su i soldi..il contratto è intestato a persone che nn c entrano nulla con gli ultimi 2 anni…ti sembra giusto lasciare debiti sulla pelle di altri? i debiti si sono accumulati perchè si è rimasti chiusi x troppo tempo…il resto sono solo chiacchere… i bekkini li vogliamo vedere solo dopo morti,

  34. l…
    29 Dicembre 2006 a 2:10 | #34

    pecchi di grande presunzione..vizi e virtù non le confondere, non sono la stessa cosa..
    sarà una città di merda..il momento non particolarmente fecondo..ma tutto sommato c’è chi continua a crederci.nel bene e nel male.cercando di avere una progettualità per il futuro..ti informano male sulle assemblee di pergola..e a chiunque interessasse sapere veramente cosa succede in questo posto è libero di presentarsi..sono sempre state aperte..anche se forse non tutti sono ben accetti.non ho bisogno di difendere qui o di spiegare le scelte dell’assemblea, gli interessati sanno perchè ci si presentano.l’unica cosa che aggiungo su questo punto è che ciò che hai scritto è falso e ciò nonostante l’hai scritto pubblicamente e c’è gente che ci crede pure..vabbè..forse speri di fiaccare gli animi lavorando sui fianchi…
    pergola vive y resiste..soprattutto vive..non certo grazie a chi ha abbandonato la barca.chi è rimasto è gente che parla poco e fa andare le mani..sempre stati i miei preferiti.si guarda al futuro, un futuro che ci siamo creati in questi ultimi mesi, visto che a settembre si era arrivati a una deriva senza prospettive.
    chi c’è lavora sodo, lo fa investendo tante energie e cerca di costruire nuovamente un progetto..qualcosa che potrebbe essere uno stimolo per questa città decadente.anche perchè per traghettarci verso periodi migliori e più luminosi c’è bisogno di qualcuno che rimanga sulla barca..che con umiltà, grande lavoro e poca gloria continua a fare ciò in cui crede e difende il suo pensiero e la sincerità del suo vivere e sentire.
    il simbolo di pergola è sempre stato un cuore..nulla di più azzeccato.anche oggi continua a battere e a pulsare vita

  35. nero
    29 Dicembre 2006 a 15:21 | #35

    caro l…
    il tuo commento è pieno di parole ma vuoto di senso.
    contrariamente a quello che scrivi pieno di parole e vuoto di fatti. peccato.

  36. n.
    14 Gennaio 2007 a 19:13 | #36

    E’ facile vedere cosa è diventato pergola dalle serate di venerdì e sabato appena passate.
    Una discoteca di merda, gestita da gente di merda, frequentata da gente di merda e da spacciatori di merda.

    Due anni fa, forse anche l’anno scorso, non ci sarebbero state due serate del genere, soprattutto come quella di sabato…

  37. ma
    15 Gennaio 2007 a 11:13 | #37

    o..

  38. nero
    15 Gennaio 2007 a 11:47 | #38

    se ti riferivi al fatto che non vedevi il tuo commento eri stato messo in spam list per aver provato a postarlo sette volte in due minuti :))))

  39. °°
    25 Settembre 2008 a 16:39 | #39

    il problema parte da lontano; da quando qualcuno dal quartiere Isola ha iniziato a svendere i centri sociali milanesi.vi prego fateci un piacere: evitate teatrini che ne avete fatti abbastanza sia da una parte che dall’altra

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