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Finestra di attenzione, cronologia, storia

25 Gennaio 2007

Esiste parecchia discussione in merito all'effetto del digitale sulla dimensione dell'attenzione, del racconto, della capacità di interazione con l'informazione. VirtualEconomics, in controtendenza, cerca di argomentare come l'arrivo della larga banda nelle tecnologie di comunicazione abbia influito sulla nostra capacità di focalizzazione dell'attenzione ampliandola, ovvero facendo passare la percezione del mondo da una dimensione episodica a  una dimensione complessa e più continua.

Io a dire il vero è parecchio tempo che rifletto su questo aspetto del moderno, e l'argomentazione del sito americano mi sembrano un po' una funambolica arrampicata sugli specchi. La mia sensazione, basata in primo luogo sul mio modo di percepire le cose, è che l'uomo moderno, l'uomo tecnologico abbia assolutamente perso la capacità di percepire la densità nella sua forma più immediata e irrazionale, che non abbia più la capacità di cogliere se non il particolare, il minuto. La parcellizzazione, la molecolarizzazione di quanto ci viene presentato ai sensi come la realtà, ci ha resi inabili di fronte al generale, al sublime di romantica memoria.

Questa dimensione ha aspetti interessanti, ma anche risvolti terribili: se da un lato ci offre una possibilità di interconnessione tra i quanti di realtà che fino sarebbe stato difficile immaginare anche solo vent'anni fa, una minuziosa capacità di controllo degli aspetti della nostra percezione e rappresentazione, dall'altro sottrae ai nostri tempi la capacità di essere epoca, di essere storia nel senso più monumentale e sociale del termine. Non siamo in grado di immaginare la storia, di raccontarla, a fronte di una immane capacità di rappresentare la cronologia degli eventi.

La differenza tra il moderno digitale e l'epoca predigitale sta tutta qui: nella capacità di rappresentare gli eventi in un grosso affresco complesso di fronte alla possibilità di raccontarne il più piccolo dettaglio senza essere in grado di veicolare quegli aspetti non quantitativi che esercitano il fascino.

 

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