Non sono nessuno
La verità è che i milanisti non sono nessuno e questo è il più grande conforto di questo derby vinto 2 a 1 dai ragazzi. Tra l'altro il fatto che questa squadra appoggiata tutta sul solo Kakà sia andata avanti in Champions, conferma la scarsa qualità della Coppa dei Campioni di quest'anno, che noi abbiamo abbandonato sdegnati da questo affronto alla nostra dignità di squadra superiore. (Chi mi scassa il cazzo sulla arroganza si tappi la bocca che dopo aver vinto il derby vale dire qualsiasi cosa 🙂
In campo al Meazza si è vista una sola squadra, e quell'uomo di merda di Ronaldo (ho perso la voce a furia di gridarlo, nonostante continui a pensare che sia uno dei migliori giocatori del mondo) ha provato a rovinare una festa nell'unico tiro milanista degno di questo nome nei primi 45 minuti. Certo se valdanito non gli faceva il favore di mangiarsi due gol fatti e di avere la sfiga di sfiorarne altri due, la solfa sarebbe stata diversa già al quarto minuto.
Figo è in giornata di grazia e questo dimostra che a Valencia doveva giocare dall'inizio (o almeno dall'inizio del secondo tempo e non a venti minuti dalla fine), Ibra dopo aver sonnecchiato il primo tempo si scatena, Cruz una sicurezza, che se entra il suo colpo di tacco a pochi minuti dal gol dell'1 a 1 (segnato dopo dieci secondi di partita dell'argentino) viene giù tutto San Siro.
E tutto questo tralasciando il rigore negato, i cartellini distribuiti asimmetricamente, e le svariate occasioni un po' di tutti che l'Inter si è mangiata. Uscire dallo stadio gridando Salutate la capolista e Tutti a casa, olè è stata una grande soddisfazione. Rimane il problema che come dicono in molti per vincere in campionato basta la forza dei campioni e la loro maturazione, mentre per vincere anche in Europa abbiamo bisogno di un allenatore che non abbia paura di rischiare e di provarci sempre.
In sintesi: godo.