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Incendio distrugge i locali di Cuore Nero (prima che apra)

11 Aprile 2007

 

Stamattina apro le notizie, e non sempre sono così male. L'ANSA lombardia riporta la seguente:

Attentato incendiario nella notte a Milano
Danneggiato un circolo culturale di estrema destra
(ANSA) – MILANO, 11 APR – Un attentato incendiario si e' verificato nella notte a Milano, ai danni di un circolo culturale di estrema destra ancora da inaugurare. Le fiamme hanno gravemente danneggiato la struttura, anche se nessuno e' rimasto ferito.Poco prima delle tre, numerose telefonate di cittadini sono giunte a 113 e 112 per segnalare un'esplosione nella zona di viale Certosa. Le fiamme, propagatesi dall'interno, prima di essere domate hanno danneggiato anche il tetto e un edificio adiacente.

Il circolo culturale Cuore Nero voleva essere l'erede della Skin House, un luogo per nulla tranquillizzante gli spiriti democratici. Qualcuno punterà il dito contro i ragazzi della Cascina Autogestita Torchiera (che stanno a meno di 50 m dal posto, strana casualità che fa pensare a un'operazione ben coperta da parte dei destrorsi), ma io sono sicuro che non c'entrano nulla con l'attentato, che non fa parte dei loro modi di fare. Nonostante questo sono altrettanto sicuro che il rischio di vendette si faccia concreto, considerata l'abitudine dei pelati che si stavano stabilendo nel luogo. Mi auguro che questi ultimi non siano così deficienti da rischiare di passare dal danno alle cose al danno alle persone (in Torchiera qualcuno ci vive…).  D'altro canto l'assenza di qualsiasi istituzione cittadina o presenza sociale che denunci la gravità del fatto che personaggi di questo calibro siano liberi di aprire un circolo culturale non fa ben sperare circa la capacità della città di arginare i neofascisti e i loro modi di fare.

PS: sussiste la speranza che questi loschi figuri capiscano che forse il loro circolino, se proprio devono, gli conviene aprirlo in una loro zona.

 

Categorie:movimenti tellurici Tag:
  1. ppn diuchen non spam!
    11 Aprile 2007 a 18:56 | #1

    …quali sono le loro zone????

    E poi cos’hai contro i pelati, è igienico, razza di condominio per pidocchi!

  2. ab norman
    13 Aprile 2007 a 12:08 | #2

    E’ il risultato di 150 attentati contro realtà autogestite, nel COMPLETO disinteresse delle cosiddette forze dell’ordine.
    Sul sito di questi criminali troneggia la foto del duce.
    Ma nessuno ha mai pensato di muovere un dito.
    Ci saranno sicuramente delle reazioni, spero che il csa torkiera non ne risenta.

    Ma la vedo male.

    In compenso parlamentari di AN difendono a spada tratta dei puzzoncelli residuati di un fascismo fin troppo esibito ed arrogante.
    Copio la dichiarazione della parlamentare Frassinetti. Che ovviamente al prossimo accoltellamento di parte nazista non si straccerà certo le vesti.
    Questi sorci la democrazia la citano solo quando qualcuno dei loro ne esce un po’ malconcio (cosa che peraltro succede molto raramente).
    MA LA DEMOCRAZIA E’ UNA SOLA.
    Se ne facciano una ragione.

    Milano, 11 apr . (Adnkronos) – Paola Frassinetti, parlamentare di An, condanna l’attentato al circolo culturale “Cuore Nero” che avrebbe dovuto essere inaugurato sabato 14 aprile e chiede al governo di non sottovalutare l’episodio. “E’ molto preoccupante -afferma la Frassinetti- il clima che si e’ creato a Milano da un po’ di tempo a questa parte. Il ritrovamento di elenchi con i nomi di esponenti della destra milanese, nonche’ di locali, palestre, ristoranti e librerie in qualche modo ricollegabili ad una certa area sono la dimostrazione di come anche l’attentato di ieri notte non sia ne’ casuale ne’ estemporaneo ma faccia parte di una strategia violenta e terroristica messa in atto da alcune frange della sinistra antagonista”.

    “Proprio 15 giorni fa -continua la Frassinetti- ho illustrato alla Camera la mia interpellanza sulle nuove Brigate Rosse dove chiedevo al governo che cosa intendesse fare per contrastare questo pericoloso clima che si sta instaurando a Milano. Le risposte sono state ovviamente vaghe nel palese tentativo di minimizzare i fatti. Ripresentero’ un’altra interpellanza urgente relativa a questo ultimo attentato, con la speranza che questi episodi non vengano ancora una volta sottovalutati anche perche’ -conclude- l’esperienza degli anni 70 ci insegna che dietro l’antifascismo militante si nasconde l’intolleranza e la violenza politica che sfociano irrimediabilmente nel terrorismo”.

  3. charlotte
    14 Aprile 2007 a 10:56 | #3

    scusate ma per fortuna non ci sono solo i lerci che si fanno strumentalizzare dal sistema…e poi non si capisce perchè nessuno dà loro fastidio nei loro luoghi di ritrovo e invece l’attentato di viale Certosa dimostra che loro possono fare il bello e il cattivo tempo.
    Ora mi domando: ma se a loro piace così tanto il comunismo perchè non vanno a vivere a Cuba? in alto i cuori…

  4. Van Vliet
    15 Aprile 2007 a 2:54 | #4

    Perche vogliamo farlo qui !
    alla faccia (da culo) tua e dei tuoi sporchi camerati.

  5. nero
    15 Aprile 2007 a 9:56 | #5

    perché sei uno schiaffo alla storia, e non dovresti neanche avere la concessione di sopravvivere a te stesso…. ma addirittura farti ritrovare coi tuoi simili mi pare eccessivo…

  6. nessuno
    15 Aprile 2007 a 12:40 | #6

    Beata ingenuita’.

    Sicuri, sicuri che “l’attentato” non servisse piu’ di tutti ai neofasci per raccogliere un po’ di simpatia&solidarieta’ nelle apposite sedi ?

    Meditate…

  7. nero
    15 Aprile 2007 a 12:58 | #7

    guarda, non lo escludo per nulla, dato che loro alla fine porteranno a casa una sede assegnata da qualche parte (si spera lontano da torchiera e da qualsiasi altro posto).
    Ma cio’ non toglie che non riesco a dispiacermi per l’accaduto.

    E, di grazia, meditatore democratico, mi spieghi quale contromisura di incredibile potenza sociale hai in mente per arginare lo spargersi come funghi della ideologia di questi signori e la sua permeabilità tra le generazioni più giovani?
    Perché farmi la pippa di “io lo sapevo che cosi’ fanno le vittime”, senza uno straccio di piano progettuale all’interno del quale inserire azioni, idee, comunicazione, è un po’… come dire… un atteggiamento supponente, no?

  8. etarras
    16 Aprile 2007 a 15:06 | #8

    tutto questo dimostra ancora una volta quanto valgono i facsisti a milano: NIENTE.
    sono sempre stati i servi del sistema, finti ribelli al soldo dei soliti poteri forti.
    e con la solita logica del favore, tra pochissimo con tutti i soldi che hanno lo rimetteranno a posto più bello che mai.
    La vostra ipocrisia è l’ennesimo sintomo della vostra debolezza.
    Per sempre onore a tutti i compagni in lotta

  9. yuri
    18 Aprile 2007 a 23:24 | #9

    a milano l’elemento politicamente veramente pericoloso è il tristemente noto “barone nero” roberto jonghi lavarini di ornavasso, già dirigente regionale di an e presidente di zona 3 (quando ineggiava al duce ed esponeva fasci in consiglio!). è questo provocatore ad essere l’elemento di congiuntura del blocco di classe borghese, dalla destra reazionaria istituzionale ai naziskin, dai cattolici scismatici ai terroristi (come l’ex nar guaglianone), dai salotti della borghesia milanese alla malavita organizzata delle periferie fino alla mafia (quella vera delle famiglie Crisafulli, Lucchese e Morabito). è jonghi che in questi anni è riuscito a riprendere i contatti con tutte queste forze capitaliste ed antiproletarie. è jonghi che da anni cerca di inserire ufficialmente i fascisti nel sistema “democratico-elettorale”.
    analizzate bene il suo sito ed il suo blog (www.robertojonghi.it), sopratutto i contatti-links, e capirete di cosa sto parlando!

    antifascismo sempre ma prima delle bombe usiamo il cervello! con questo attentato abbiamo solo dato ulteriore visibilità politica a jonghi ed ai suoi famigerati camerati, trasformandoli addirittura in vittime!

  10. cafmilano
    20 Aprile 2007 a 19:20 | #10

    Il barone Roberto Alessandro Leopoldo Maria Jonghi Lavarini Von Urnavas – di Ornavasso (così si legge su un sito di nostalgici nobilastri monarchici savoiardi) è la peggiore rappresentazione della borghesia aristocratica fascista e reazionaria italiana e meriterebbe di essere ghigliottinato in piazza come ai bei tempi della Rivoluzione Francese!!!

  11. orgoglionero
    30 Aprile 2007 a 12:58 | #11

    ma quindi secondo te la gente di destra non ha la libertà di aprire circoli per sè??? voglio dire…a scuola mia non c’era posto per fare un assemblea ….e il posto migliore qual’è??? ovvio LA CASA DEL POPOLO….IL CLASSICO CIRCOLINO ARCI…nooo ma non siamo mica in regime…perchè voi avete in mano soltanto le cariche politiche,la scuola e l’istruzione compresi i libri di scuola,l’informazione,i giornali,i media,le banche,le grandi industrie….e vi lamentate xkè un gruppo di skinheads apre un circolino????il motivo qual’è??? xkè gli skin sono estremisti???? perchè vi fanno paura??’be anke voi siete estremisti….di sinistra..ma estremisti…e avete tutte le strade spianate…vi lasciano fare tutto…avete non so quante migliaia di circolini arci in italia…ma se voi non incontrate difficoltà a militare c’è un sacrosanto perchè!!il perchè è quella legge assurda fatta da voi stessi comunisti massoni e ebrei che vieta ogni ricordo del fascismo…facile fare così….è come iniziare una partita gia vintà in precedenza….ma noi non ci fermeremo davanti a niente e nessuno….perchè la libertà è un dovere e diritto di ogni cittadino e nel 2007 non èpossibile sentirsi ancora discriminati se uno è nero nel cuore. ciao

  12. nero
    30 Aprile 2007 a 13:02 | #12

    voi non siete gente di destra, voi siete fascisti. purtroppo la storia non è riuscita a cancellarvi, ma non perché questo uno deve tollerare un rigurgito della parte peggiore del cervello delle persone e della loro memoria.

    a me non fanno paura gli skin, mi fa paura che le persone non capiscano che quello che vi anima non ha nessun obiettivo concreto e positivo, ma si basa solo su violenza, sopruso, odio, e limitatezza mentale.

  13. FEDERICO RIGHETTI
    11 Maggio 2007 a 15:36 | #13

    ecco le ultime dichiarazioni dei fasci Jonghi e Todisco di Cuore Nero:

    COMUNICATO STAMPA
    11 MAGGIO 2007

    Oggetto: Ancore tensione a Milano fra Rifondazione Comunista e destra radicale.

    Cuore Nero: Nessuno riuscirà a fermare il nostro radicamento sociale a Milano.

    L’Associazione Culturale Aurora Boreale – il Cuore Nero di Milano (riconosciuta dal Ministero degli Interni, dal CONI e dalla Regione Lombardia), in occasione del Family Day (alla quale aderisce convintamene), per domani, sabato 12 maggio, ha organizzato un Torneo Benefico di Calcetto (a dodici squadre), il cui ricavato andrà interamente alla Associazione Meter di Don Fortunato Di Noto che, da anni, lotta contro lo sfruttamento e gli abusi sui minori.

    L’iniziativa organizzata da Nicoletta (moglie, madre e camerata di Cuore Nero) insieme ad altre mamme di Quarto Oggiaro, si sarebbe dovuta tenere presso la Società Sportiva Aldiniana di Via Graff ma, i dirigenti responsabili della stessa, allarmati dalle violente minacce e dai vergognosi ricatti di Rifondazione Comunista, hanno, all’ultimo minuto, negato il campo agli organizzatori del Torneo, pur scusandosi e giustificandosi in mille modi.

    Cuore Nero ha denunciato subito il fatto sia alla Questura di Milano (DIGOS), sia agli amici rappresentanti istituzionali di Alleanza Nazionale in Comune ed Consiglio di Zona 8, sia ai dirigenti lombardi del CONI che ai vertici di Milano Sport (società che gestisce gli impianti e le strutture sportive del Comune di Milano). L’iniziativa, comunque ed ovviamente, si terrà, sempre domani, nella stessa zona ma in una diversa struttura (la cui location rimarrà riservata fino all’ultimo, per motivi organizzativi e di sicurezza).

    Cuore Nero annuncia anche che organizzerà delle azioni clamorose (sicuramente pacifiche ma altrettanto forti) nei confronti di Rifondazione Comunista e di tutti coloro che vogliono limitare la libertà, i diritti e la convivenza civile a Milano.

    “In città, anche e soprattutto nelle periferie, i comunisti sono allo sbando e continuano a perdere credibilità e consenso mentre noi siamo sempre più profondamente radicati nel tessuto sociale dei quartieri. Per questo ci attaccano e tentano di ostacolarci in tutti i modi ma noi non arretreremo di un millimetro! Ogni ostacolo ci rende solo più forti!” ha dichiarato Alessandro Todisco, Presidente di Cuore Nero.

    “Aveva ragione la buonanima del Generale Augusto Pinochet, i comunisti buoni sono solo quelli sotto due metri di terra” ha duramente commentato Roberto Jonghi Lavarini “L’estrema sinistra comunista, paradossalmente forza di governo, è un grave ed evidente pericolo per la democrazia, la libertà e la pacifica convivenza”.

    “Pensavamo che la lotta alla pedofilia fosse condivisa da tutti ma evidentemente ci sbagliavamo. Quei pervertiti dei comunisti non vogliono che si difendano la famiglia ed i valori tradizionali, soprattutto in un quartiere difficile come il nostro” ha dichiarato Nicoletta.

    Il Direttivo di Cuore Nero chiude il suo comunicato ufficiale con una inequivocabile citazione:
    “Nessuno si illuda di piegarci senza prima avere duramente combattuto” (Benito Mussolini)

  14. xxxxxxxxx
    11 Maggio 2007 a 16:33 | #14

    i fratelli todisco, alessandro detto todo e franco detto lothar, oltre ad essere due noti teppisti da stadio, sono anche legati alla malavita organizzata di quarto oggiaro e fino a poco tempo fa spacciavano droga all’arco della pace. a milano non è una novità, anzi si tratta di una riproposizione della alleanza fra nazi e malavita che si cementa negli anni ’70 a milano, in piazza san babila, con il tristemente noto picchiatore fascista mammarosa. qualche giorno fa, la polizia ha smantellato una rete di trafficanti di droga, arrestando, fra gli altri, il boss della barona, nazareno calaiò detto palermo. costui, conosciuto anche come naza, proviene dal neofascismo sambabilino e, non a caso il suo avvocato è proprio il suo vecchio amico ignazio la russa.

  15. ANTIFASCISMO DEMOCRATICO
    22 Maggio 2007 a 14:45 | #15

    Ecco il testo del vergognoso documento presentato in Consiglio di Zona 8 dal portavove di Cuore Nero, Roberto Jonghi Lavarini, lo scorso 17 maggio 2007. I consiglieri della opposizione di centro sinistra sono usciti giustamente dall’aula, facendo mancare il numero legae, mentre il presidente di Forza Italia ed i consiglieri della maggioranza di destra si sono amichevolmente intrattenuti a chiaccherare con il noto esponente neofascista.

    ANTIFASCISMO DEMOCRATICO

    ———————————–

    Con la presente intendiamo presentarci al Consiglio di Zona 8, per quelli che siamo veramente, denunciando e respingendo la sistematica opera di disinformazione e calunnia perpetuata contro di noi dai comunisti di Rifondazione e dai loro compagni del Torchiera.

    Innanzitutto chiariamo che l’Associazione Culturale Aurora Boreale “il Cuore Nero di Milano” è Ente di Assistenza Sociale (riconosciuto ufficialmente dal Ministero degli Interni), Ente di Promozione Sportiva (riconosciuto ufficialmente dal CONI), ONLUS (riconosciuta ufficialmente dalla Regione Lombardia), associazione assolutamente legale (con proprio statuto, atto di fondazione, regolarmente depositati presso le autorità competenti ed oltre 300 iscritti, soprattutto giovani, la maggior parte dei quali residenti proprio in Zona 8). La nostra associazione ha quindi sempre agito, agisce e sempre agirà nel pieno rispetto della legalità, della convivenza civile e democratica, delle regole del buon vicinato e della buona educazione.

    Secondariamente ribadiamo che la nostra associazione è assolutamente apolitica ed apartitica e si occupa esclusivamente di iniziative culturali (conferenze, presentazioni di libri, concerti, mostre artistiche, rappresentazioni teatrali), sociali (volontariato ed assistenza agli anziani, informazione e prevenzione rivolta ai giovani, sicurezza ambientale, difesa dei diritti di cittadini, consumatori ed utenti, raccolte benefiche di fondi, assistenza fiscale e burocratica anche in collaborazione con il Sindacato Nazionale UGL) e ricreative (cene, feste, gite, visite culturali, escursioni in montagna) in tutta la Lombardia ed in particolare a Milano e provincia.

    Precisato doverosamente quanto sopra, certamente non nascondiamo la nostra Identità, anzi la rivendichiamo, con forza e con orgoglio, insieme alla nostra Tradizione ed alla nostra appartenenza metapolitica, culturale e spirituale alla storia ed alla comunità della “destra radicale” italiana, europea ed occidentale. Radicale in senso etimologico cioè legata alle radici più profonde della nostra Civiltà Europea e Cristiana ed al rispetto della Legge Naturale.

    Avevamo autonomamente (senza padrini e senza padroni) e legalmente (senza occupare abusivamente) trovato una sede in Viale Cerosa 311, per la quale avevamo stipulato un regolare contratto di locazione (depositato presso l’ufficio del registro) e pagavamo puntualmente un canone di affitto più le spese. Per i lavori di ristrutturazione ed arredamento della stessa, avevamo messo grande entusiasmo ed impegnato energie, tempo e denaro (oltre 20.000,00 € di tasca nostra!). Poi, come tutti ben sapete, un micidiale ed infame attentato terroristico ha completamente distrutto e bruciato “Cuore Nero”, pochi giorni prima della prevista inaugurazione. Un attentato definito dai Carabinieri: “grave”, “ad alto potenziale” e “di chiara matrice comunista” indicando come probabili responsabili “gli arco-insurrezionalisti” se non addirittura “ambienti vicini alle nuove brigate rosse”.

    Ma nonostante l’odio, le provocazioni e la violenza: Noi abbiamo mantenuto i nervi saldi, reagito con composta fermezza , dimostrando, ancora una volta, la nostra intelligenza politica, la nostra disciplina “militare”, la nostra superiorità morale e spirituale. Anche per questo abbiamo ricevuto migliaia di attestazioni di stima, affetto e solidarietà, non solo dai nostri Camerati (come naturale), ma anche e soprattutto dai cittadini del quartiere, dalle istituzioni e dalle forze politiche. Ma oltre ad Alleanza Nazionale, alla Lega Nord ed a Forza Italia (a partire dalla sua coordinatrice regionale On.Maria Stella Gelmini), vogliamo ricordare e ringraziare alcuni “avversari politici” (antifascisti e di sinistra) che hanno dimostrato di essere dei veri galantuomini ai quali stringere la mano: l’On. Pierluigi Mantini della Margherita, l’On. Emanale Fiano dei DS (già Presidente della Comunità Ebraica di Milano!) ed i Consiglieri dell’Ulivo di Zona 3 che hanno addirittura presentato una mozione di solidarietà, approvata a larghissima maggioranza.

    Ma evidentemente la nostra presenza ed il nostro attivismo in zona, preoccupa ed infastidisce ancora qualche carogna e parassita, sopravvissuta al crollo del Muro di Berlino. Infatti, in occasione del Family Day, alcune mamme di “Cuore Nero” avevamo organizzato un Torneo benefico di calcetto dal titolo “Un calcio alla pedofilia” a sostegno della Associazione Onlus Meter di Don Fortunato Di Noto che, da anni, combatte contro le violenze sui minori e lo sfruttamento dei bambini. La manifestazione si sarebbe dovuta tenere presso la Società Aldiniana di Quarto Oggiaro ma Rifondazione Comunista ha minacciato i dirigenti del Centro Sportivo, intimandogli, a nome del Consiglio di Zona 8, di non concederci nessuno spazio, pena sicure ritorsioni politiche e non solo! Anche in questo caso, abbiamo respinto l’infame provocazione dei comunisti, che parlando abusivamente a nome di tutto il Consiglio di Zona, hanno terrorizzato gli amici della Aldiniana, ed abbiamo svolto la nostra riuscitissima manifestazione in un altro campo sportivo della zona: la Società Sportiva San Romano che ancora ringraziamo per l’ospitalità e la assoluta correttezza.

    La manifestazione aveva lo scopo anche di denunciare il degrado, specialmente notturno della zona intorno al Cimitero Maggiore, infestata da pedofili omosessuali, prostituzione minorile di ragazzini dell’est Europa, spaccio di droga, furti e scorribande degli zingari. Tutto questo schifo avviene indisturbato da anni proprio vicino al Torchiera: lo ignorano, ci convivono o ne sono complici? Comunque sia dimostra quanto sia scarso il loro impegno sociale concreto!

    Oggi con la nostra presenza in Consiglio di Zona, vogliamo ufficialmente ringraziare AN e la LEGA, e ribadire la nostra ferma volontà di difendere, fino in fondo e con ogni mezzo, i nostri spazi, il nostro radicamento sociale, i nostri diritti e le nostre libertà. Per questo abbiamo ufficialmente chiesto al Comune di Milano di trovarci, al più presto, una nuova sede alternativa, sempre in Zona 8, demaniale o dell’Aler, a canone agevolato.

    f.to http://www.cuorenero.org

  16. 26 Maggio 2007 a 10:04 | #16

    Giovedì 24/5/07 intorno alle ore 22.15 la maggioranza del consiglio di zona 8 si è macchiata di infamia votando una mozione che impegna il presidente del consiglio di zona a trovare una sede fra gli stabili del comune per “cuore nero”.
    La richiesta è inserita in una mozione che condanna l’attentato del mese scorso alla sede appunto di cuore nero.
    L’opposizione ha presentato un emendamento per stralciare questa scellerata richiesta mantenendo solo la condanna ma dopo vari ammiccamenti la maggioranza ha bocciato l’emendamento e ha approvato la mozione nel suo insieme.
    Il fatto si commenta da solo è ovvio che serve vigilanza.
    Un pensiero che mi è venuto è che forse cuore nero è bruciato ad opera dei suoi stessi camerati per avere una corsia preferenziale per avere una sede pubblica e cosi essere riconosciuta ufficialmente….

  17. scettico
    26 Maggio 2007 a 16:17 | #17

    Io proporrei un presidio permanente davanti alla questura di questa odierna Milano littoria, dove, non so se lo sapete, il cdz 8 ha votato solidarietà e richiesta di uno spazio ai camerati vigliacchi, che si nascondono dietro un pallone da football x farsi il grano con traffici e sopprusi vari, in linea con la loro più “gloriosa” tradizione di delinquenti..intanto non era una bomba quella che ha fatto saltare la sede, ma la dinamica sembra riprodurre attentati di stampo mafioso. Stiamo aspettando con ansia i risultati delle indagini delle nostre forze dell’ordine. Ancora nessuna rivendicazione da parte di loro avversari politici, BR o altro , allora? Allora, purtroppo quelli contro cui ci stiamo battendo hanno dietro, certo An, ma e soprattutto, hanno dietro la malavita. Ovviamente, dovendo scegliere uno schieramento politico non potevano certo optare per “i comunisti”, mafia e comunismo insieme suonano maluccio… L’amico berlusca ha sdoganato i fascisti, certo, ma come conseguenza del fatto che ha dato ampi poteri a soggetti collusi con la mafia!
    Se toccano torchiera o qualsiasi altro soggetto dell’antifascismo militante milanese, stavolta la pagheranno non col sangue, xché NOI non usiamo i loro strumenti, ma con l’arma che più temono, poiché ne son sprovvisti: la cultura.
    “Quando sento la parola cultura, tiro fuori la mia pistola”
    Baldur von Schirach (1907-1974), 20anni di galera al processo di Norimberga.

  18. 6 Giugno 2007 a 12:13 | #18

    In questo spazio di discussione, a prescindere dai liberi quanto discutibili giudizi politici personali, vengono dette e scritte pochissime cose vere, molte cose inesatte e persino diverse infami menzogne a dimostrazione della ignoranza (dal verbo ignorare) quando non della vera e propria malafede tipica della estrema sinistra comunista. Invito tutti i lettori di questo blog a diffidare di quanto scritto e contenuto nello stesso ed ad informarsi bene, prima di elaborare ed esprimere giudizi avventati sull’argomento in discussione.
    Personalmente rimango, volentieri, a disposizione per qualsiasi informazione e-o chiarimento.

    ROBERTO JONGHI LAVARINI

    http://www.robertojonghi.it
    roberto.jonghi@libero.it

  19. nero
    6 Giugno 2007 a 19:23 | #19

    quale onore, mister lavarini.
    quello che ho scritto io non è sicuramente falso, anche se certamente tendenzioso (d’altronde non è che tu con l’arredamento di casa tua sia molto meno fazioso… no?).

    Le cose non scritte da me mi paiono comunicati di DS e consigli di zona, nonché dell’ass. cuore nero. Se ti riferisci ai commenti su di te, chi li ha scritti è libero di pensare quello che vuole di una persone che ha scelto da tempo di centrare la sua figura pubblica sull’estermismo di destra (tu, nella fattispecie). Di che ti lamenti, vuoi rifarti anche tu una vita?

  20. scettico
    7 Giugno 2007 a 17:45 | #20

    Ma guarda chi si legge : il lavarini lui medesimo. Ma dico è possibile che non vi basti l’appoggio del comune, l’ignoranza grassa che trasuda dall’italiano medio cui si rivolgono le vostre pagliacciate? Pretendete di convincere anche la gente col cervello funzionante? Mi sembra esagerato! Con quali argomenti poi? Una filippica sulla menzogna e il complotto, originale come sempre. Su cosa poi? Sull’incendio? Sulle vostre origini oscure? Pensate che basti inoculare le immagini con svastiche e faccioni mussoliniani x far dimenticare i propositi che veicolano certi simboli? Mi scusi lavarini se non le scrivo sul suo blog, ma ho appena fatto un giro sul sito “ripulito” di cuore nero, sa com’è ci vuole stomaco, poi oggi non c’è neanche il sole..magari un’altra volta..allora dicevo, il prossimo appuntamento al quale suppongo lei non mancherà sarà una sorta di “convegno” organizzato da cuore nero non intorno a un pallone, ma alla strage fascista della stazione di Bologna. Che l’amicizia sia un valore “sacro” lo si può anche capire, ma gettare fango sulla storia x salvare la faccia ad un amico mi sembra un tantino eccessivo, le pare?
    Meno male che la lapide a Bologna è rimasta e a chiare lettere dice più o meno così: strage perpetrata dall’estrema destra con la partecipazione dello stato. Questo stesso stato di cui, purtroppo, c’è poco da fidarsi, un po’ come di lei.

  21. silvia
    11 Giugno 2007 a 15:33 | #21

    penoso questo jonghi, ci vuole insegnare le buone maniere e la correttezza democratica ma il suo blog parla da solo: http://www.robertojonghi.it, una fogna dove galleggia solo merda nazifascista!

  22. fgci
    13 Giugno 2007 a 19:21 | #22

    A Milano gli elementi peggiori sono quelli della cosidetta destra “sociale” di AN. Sono loro (Fidanza, Frassinetti, Pozzoli e Capotosti) che, dietro al sorriso e sotto il doppiopetto, nascondono ancora il manganello fascista. Sono loro che proteggono e sdoganano i naziskin di “cuore nero”.

  23. scettico
    14 Giugno 2007 a 13:20 | #23

    Sabato 9 giugno 2007, nel cortile del C.P.G. (Centro per il Protagonismo
    Giovanile) di Melzo, spazio comunale di aggregazione giovanile, durante
    lo svolgimento di un festival musicale sono sopraggiunti undici giovani
    skinheads.
    Per tutta la serata i componenti del gruppo hanno continuato ad avere
    comportamenti aggressivi nei confronti dei presenti con atteggiamenti e
    slogan che ne hanno svelato l’appartenenza ad una sottocultura di
    matrice neofascista. Le provocazioni sono state contenute dagli
    operatori del centro fino al termine del concerto quando un ragazzo del
    gruppo ha strappato i manifesti dell’iniziativa attaccati all’esterno
    del C.P.G.. Quando Davide, volontario del Servizio Civile che lavora al
    Centro, l’ha invitato a smettere, il giovane neo-fascista l’ha
    ripetutamente accoltellato colpendolo al volto ed all’addome mentre il
    resto del gruppo lo sosteneva.
    Gli aggressori sono fuggiti mentre Davide Ãs stato ricoverato d’urgenza
    all’ospedale. Per diverse ore amici e genitori sono stati in apprensione
    per la vita del ragazzo messa a repentaglio dalle gravi ferite riportate.
    La prognosi riservata è stata sciolta solamente in prima mattinata,
    quando i medici hanno comunicato che Davide, fortunatamente, non aveva
    riportato lesioni a organi interni.
    I responsabili dell’atto sono stati individuati e fermati dai carabinieri.

    A vent’anni Davide ha rischiato di morire per un gesto assurdo.
    Episodi di questo tipo, che vedono come protagonisti giovani e
    giovanissimi attratti dall’ideologia neo-fascista, stanno prendendo
    piede in modo preoccupante.
    Vogliamo denunciare con forza l’ennesimo episodio di violenza frutto di
    idee che spingono all’odio e all’intolleranza.
    A Davide e ai suoi familiari va la nostra solidarietà .
    Invitiamo le realtà presenti sul territorio e la società civile a
    costruire insieme un percorso comune di riflessione e azione perché
    episodi di questo tipo non si ripetano più.

  24. Saverio Ferrari
    13 Luglio 2007 a 17:55 | #24

    DOVE BATTE IL CUORE NERO

    SEGUENDO I FILI DELL’ESTREMA DESTRA MILANESE SI TROVANO
    NOTI ESPONENTI DI ALLEANZA NAZIONALE
    E DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA TRAPIANTATA AL NORD

    A QUARTO OGGIARO APPARE UNA FOTO IMBARAZZANTE

    Al cospetto di qualche parente infastidito dai simboli pagani e dai saluti fascisti, a Milano, il 30 maggio scorso, di pomeriggio, presso la camera mortuaria dell’obitorio di via Ponzio, in zona Città Studi, una piccola folla di un centinaio di camerati si è ritrovata per rendere l’estremo saluto a Walter Maggi, quarantaduenne figura di rilievo del variegato panorama del neofascismo milanese, già dirigente del Fronte sociale nazionale, poi del Movimento dei socialisti nazionali.
    La notizia della tragica scomparsa era subito corsa di bocca in bocca. Anche su alcuni siti d’area la “prematura e assurda morte terrena” di Walter Maggi era stata annunciata, accompagnando il comunicato con una “leben rune”, il simbolo della vita utilizzato un tempo dai nazisti. Silenzio assoluto invece sul motivo, non proprio da “guerrieri”, dell’improvviso decesso: un’overdose di cocaina, si sussurra nel giro.
    A rendere omaggio al feretro, prima della traslazione della salma al cimitero di Lambrate, dove sarebbe stata cremata, anche Adriano Tilgher, il segretario del Fronte sociale nazionale, giunto appositamente da Roma, e persino Stefano Delle Chiaie, il “grande vecchio” del neofascismo italiano, attorniato da alcuni amici calabresi.
    Il Fronte sociale nazionale, una specie di reincarnazione di Avanguardia nazionale (insieme a Ordine nuovo la maggiore organizzazione dell’estremismo di destra fra gli anni Sessanta e Settanta, sciolta nel 1976 per ricostituzione del partito fascista), al di là dalle apparenze, è tuttora diretto da Stefano Delle Chiaie, detto “caccola” per la sua bassa statura, inquisito e assolto per la strage di piazza Fontana e alla stazione di Bologna, ma soprattutto al servizio, in ben 17 anni di latitanza, del franchismo spagnolo, del generale Augusto Pinochet in Cile e di altre svariate dittature sudamericane.
    Spalla a spalla con Tilgher e Stefano Delle Chiaie: Marco De Rosa e l’italo-argentino Attilio Carelli, storici esponenti della Fiamma tricolore; l’onorevole Paola Frassinetti, deputata di Alleanza nazionale; Marco Clemente e sua moglie, Roberta Capotosti, entrambi dirigenti di An; Fabrizio Fratus, non più tardi di un anno fa ancora segretario dell’onorevole Daniela Santanchè; Roberto Jonghi Lavarini, chiamato il “Barone nero”, già presidente per Alleanza nazionale al Consiglio di zona 3; il nobile Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, segretario della federazione missina fra la fine degli anni Settanta e l’inizio negli anni Ottanta, più volte deputato, e Marco Valle, storico dirigente del Fronte della gioventù, poi nella Fiamma tricolore e nel Movimento sociale europeo, oggi nella commissione di garanzia cittadina di Alleanza nazionale.
    Stefano Di Martino, vice presidente del Consiglio comunale milanese e dirigente nazionale di An, non potendo intervenire, aveva inviato un suo messaggio, ricordando la lunga militanza in comune con lo scomparso.
    Più che un funerale, quasi un’istantanea dell’estrema destra milanese, in bilico tra una miriade di gruppi, Alleanza nazionale, ma anche frange della malavita organizzata.

    TONACHE E SVASTICHE

    La tendenza alla frammentazione nella destra radicale è ormai un dato consolidato, in particolare dopo la fallimentare esperienza dell’Msi-Fiamma tricolore di Pino Rauti, come contenitore possibile di tutto il neofascismo, all’inizio del 1995, contestualmente alla nascita di Alleanza nazionale. Lo spazio di una breve stagione presto naufragata in furibondi litigi, espulsioni e scissioni. Anche a Milano.
    Nel capoluogo lombardo sono due le aree di riferimento: da un lato, Forza nuova con un patto d’alleanza con Azione sociale, il Fronte sociale nazionale e il Movimento idea sociale-lista Rauti, dall’altro, la Fiamma tricolore.
    Forza nuova, non più di un centinaio di militanti e altrettanti simpatizzanti, può contare in città su una sede in piazza Aspromonte, il cosiddetto “Presidio”, con tanto di negozio di oggettistica annesso e, più di recente, un pub all’interno. Il tentativo da anni è quello di dar vita ad un luogo di aggregazione giovanile. Capo indiscusso Duilio Canu, ex fondatore e leader di Azione skinhead, organizzazione sciolta d’autorità nel 1993 per istigazione all’odio razziale. Con lui anche il vecchio Sergio Gozzoli, a 14 anni nella Rsi, e Don Giulio Tam, prete fascista ordinato a suo tempo dallo scismatico monsignor Lefebvre. Per Don Tam “la tonaca è semplicemente un camicia nera più lunga”. Sua anche la definizione di se stesso come “crociato in lotta contro la decadenza, l’invasione islamica e le trame dei perfidi giudei”.
    Azione sociale, l’ultima creatura di Alessandra Mussolini, è invece guidata da Roberto Giacomelli, “maestro” di arti marziali in una nota palestra, la Bulldog’s Gym, situata in una traversa di viale Monza. Poche decine di elementi. Con loro, comunque, candidato alle ultime elezioni politiche, anche Lino Guaglianone, ex terrorista dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), ora ricco commercialista e imprenditore, proprietario della palestra Doria in via Mascagni, una figura importante di raccordo fra la destra radicale e gli “istituzionalizzati” aennini.
    Il Fronte sociale nazionale, venti militanti in tutto, dal canto suo, non si è ancora ripreso dalla pesantissima vicenda dell’assassinio di Alessandro Alvarez, un giovane neofascista cresciuto nell’organizzazione, freddato con tre colpi di pistola a Cologno nel marzo del 2000, sullo sfondo di non mai chiariti traffici con la malavita organizzata. Si parlò a lungo di un borsone, mai ritrovato, pieno di pistole e fucili. Al processo gli avvocati di parte civile sostennero, senza peli sulla lingua, che Alvarez “era venuto a conoscenza di qualcosa che non doveva sapere”. Due mesi dopo, anche un altro suo amico, Francesco Durante, fu eliminato con un colpo alla nuca. Il suo cadavere fu ritrovato incaprettato nel bagagliaio di un’automobile semicarbonizzata, sotto il muro di cinta del Beccaria.
    Praticamente inesistenti, infine, i fedelissimi dell’ex capo di Ordine nuovo Pino Rauti, appena una decina.
    In forte ascesa, invece, sull’altro versante, la Fiamma tricolore, solo un centinaio di iscritti, ma con forti intrecci ormai consolidati con alcuni gruppi giovanili legati al circuito Hammerskins. Da qualche tempo questa formazione sta tentando di importare anche a Milano l’esperienza romana delle Onc (Occupazioni non conformi) e delle Osa (Occupazioni a scopo abitativo, ovviamente “solo per italiani”), lanciando a livello locale temi come il “mutuo sociale”. L’immaginario utilizzato è di tipo movimentista, fortemente aggressivo e violento. Forti i legami con alcune frange ultras delle curve, sia dell’Inter che del Milan, di cui parleremo.
    In mezzo, per così dire, gli aderenti al Movimento nazionalpopolare di Tomaso Staiti di Cuddia, un piccolo gruppo con buone risorse economiche situato presso la sede degli ex repubblichini dell’Unione nazionale combattenti in via Rivoli; il Movimento fascismo e libertà, una decina di personaggi folkloristici, ormai ridotto ai minimi termini dopo due micro-scissioni di tre-quattro elementi che hanno dato vita rispettivamente a Nuovo ordine nazionale e Fasci italiani del lavoro, e, per chiudere, il Movimento dei socialisti nazionali, a cui ultimamente era approdato anche Walter Maggi, nell’orbita del quotidiano Rinascita Nazionale e dell’omonimo gruppo (animati da Ugo Gaudenzi, inizialmente utilizzando lo stesso stemma delle Ss italiane), e della rivista Uomo Libero di Piero Sella, conosciuta per le sue tesi razziste e antisemite. Non più di trenta, comunque, i militanti di questo raggruppamento, su posizioni marcatamente antimperialiste e filo-islamiche.
    A fare da ponte tra queste sigle e Alleanza nazionale, la cosiddetta “Destra per Milano” di Roberto Jonghi Lavarini, ancora una volta nella lista di An alle ultime elezioni comunali. Jonghi Lavarini, aderente alla “Fondazione internazionale generale Augusto Pinochet”, per anni collaboratore dell’agenzia investigativa Tom Ponzi, per la quale si è occupato soprattutto di “infedeltà e devianze”, da anni si vanta di intrattenere relazioni con i neonazisti tedeschi dell’Npd.
    A tenere i contatti fra tutte le diverse famiglie dell’estrema destra, il Comitato per Sergio Ramelli, alias “I camerati”, dicitura con cui solitamente si firmano i manifesti. Una sorta di coordinamento milanese, ora presieduto, dopo la morte di Nico Azzi, da Luca Cassani detto “Kassa”, inquisito nel 1997 per l’accoltellamento di un consigliere comunale del Prc, poi successivamente prosciolto.
    A questa struttura di collegamento continuano a dare il proprio contributo anche altre storiche figure dell’estremismo nero: Remo Casagrande, notissimo picchiatore degli anni Settanta, Cesare Ferri, accusato e poi assolto per la strage di piazza della Loggia a Brescia, e Maurizio Murelli, condannato in concorso con Vittorio Loi per aver ucciso nel 1973 un poliziotto a Milano, colpito al petto dal lancio di una bomba a mano durante i disordini seguiti a una manifestazione dell’Msi.
    Nico Azzi, per la cronaca, apparteneva al gruppo de La Fenice, la sezione milanese di Ordine nuovo. Rimase ferito dall’esplosione del detonatore, il 7 aprile 1973, nella toilette del treno Torino-Roma mentre tentava di innescare un ordigno a tempo, composto da due saponette di tritolo da mezzo chilo l’una, che avrebbe certamente fatto una strage. Le modalità di svolgimento dei suoi funerali, nel gennaio scorso, suscitarono più di qualche protesta, soprattutto per il luogo dove fu officiato il rito funebre: la basilica di Sant’Ambrogio, dedicata al patrono della città, dove tra fasci littori e croci celtiche Nico Azzi fu accompagnato nel suo ultimo viaggio, presente il vicepresidente di Alleanza nazionale Ignazio La Russa, da due schiere di camerati intenti a salutarlo romanamente.
    Da questo crogiuolo, di storie e percorsi, ha preso corpo anche il nuovo progetto di “Cuore nero”.

    ZONE NERE

    Il disegno è semplice: aprire anche a Milano centri sociali di destra e costituire zone off-limits per la sinistra, sul modello romano.
    Un salto rispetto alla precedente esperienza della “Skin House”, adibita quasi esclusivamente a concerti e a grandi bevute di birra, in via Cannero alla Bovisa, in un luogo estremamente isolato, a ridosso della massicciata della ferrovia, poi chiusa nell’ottobre scorso a causa dei lavori per l’apertura di una nuova stazione della metropolitana.
    L’incendio doloso dei locali, l’11 aprile scorso, di un ex negozio di lapidi mortuarie, in fondo a viale Certosa, dove avrebbe dovuto avviarsi l’attività di “Cuore nero”, in apparenza un circolo culturale, in realtà la casa comune del neofascismo milanese, ha solo per il momento congelato l’iniziativa. Uno smacco che ha suscitato reazioni rabbiose e desideri di vendetta, a stento trattenuti anche grazie all’intervento di alcuni autorevoli esponenti di Alleanza nazionale, subito accorsi per esprimere la loro solidarietà. “Camerati state buoni e abbiate pazienza” – questa la voce diffusa nell’ambiente – “prima o poi gliela faremo pagare!”.
    L’inaugurazione di “Cuore nero” era stata a lungo preparata, anche con ripetuti incontri, in particolare con Gabriele Adinolfi, uno dei fondatori di Terza posizione, gruppo eversivo della seconda metà degli anni Settanta, ed oggi mente pensante di casa Pound a Roma, il principale centro sociale dell’estrema destra capitolina. Non a caso, in questi ultimi mesi, Adinolfi era stato più volte visto a Milano, insieme al figlio Carlomanno, ospite a casa di Maurizio Murelli a Cusano Milanino.
    In prima fila a gestire l’operazione erano stati chiamati Roberto Jonghi Lavarini e soprattutto Alessandro Todisco (già condannato per istigazione all’odio razziale nell’ambito dello scioglimento a Milano di Azione skinhead e coinvolto in diverse aggressioni), in grado di mobilitare il giro degli Hammer e degli ultras: la vera massa di manovra.

    LA SETTA DEGLI HAMMER

    Gli Hammer, non più di un centinaio fra Lombardia, Veneto e Lazio, si considerano l’elite del movimento naziskin. Strutturati quasi come una setta segreta, in modo gerarchico e piramidale, appartengono alla rete internazionale degli “Hammer Skin White Nation” in lotta nel mondo per la supremazia della “razza bianca”. Più difficile di quanto si pensi potervi entrare. Gli aspiranti sono costretti ad una gavetta di almeno quattro anni e, successivamente, se ammessi, a riti di iniziazione. Si parla di pestaggi di immigrati o di lotta con il coltello contro cani da combattimento. Solo alla fine si potrà essere “marchiati” da un grosso tatuaggio con due martelli incrociati in una parte visibile del corpo, collo o avambraccio.
    Uscirne è difficilissimo. Chi l’ha fatto ha dovuto cancellare o bruciare i tatuaggi e subire per anni minacce e ritorsioni.
    Già sciolti dalla magistratura, una prima volta nel 1998, “per istigazione all’odio razziale, etnico e religioso”, gli Hammer a Milano saranno una ventina, ma con altrettanti “novizi” in cerca dei due agognati martelli.
    Attorno a loro ruotano anche altri gruppi, come gli “Ambrosiana skinhead”, una ventina di giovanissimi ragazzi di periferia, sempre con il coltello in tasca, assidui frequentatori di pub, tra via Ripamonti e il Ticinese, con più di qualche legame “di strada” con la malavita locale.
    Nella galassia delle teste rasate, anche cani sciolti. Tra gli altri, la banda capitanata dal fratello di Alessandro Todisco, Franco, detto “Lothar”, esperto in arti marziali e plurigiudicato anche per furto e stupefacenti, alla perenne ricerca di scontri e risse unitamente a un giro ristretto di amici tra cui spiccano “il Pirata”, “Fanter” e “Darietto”. Oggi “Lothar” si guadagna da vivere facendo il buttafuori, grazie all’interessamento di Marco Clemente di Alleanza nazionale, già in Forza nuova ed attualmente esponente della corrente di Alemanno, di cui cura i finanziamenti a Milano e in Lombardia.
    GLI IRRIDUCIBILI GUERRIERI

    Un tempo le curve dello stadio di S. Siro venivano politicamente divise in questo modo: a sinistra “la curva sud” rossonera, a destra la “curva nord” nerazzurra.
    Da almeno dieci anni la realtà è però cambiata: mentre sul fronte interista si sono mantenute, anche sotto la dirigenza Moratti, influenze e connotazioni spiccatamente destroidi, attraverso il gruppo degli Skins prima e degli Irriducibili e Viking oggi, sul fronte milanista da tempo sia le Brigate Rossonere che ancor di più i Commandos Tigre hanno dato una svolta di tipo razzista al tifo. La situazione è andata peggiorando da quando, due anni fa, si è sciolta la storica Fossa dei Leoni, ultimo baluardo di un modello ultras che non ammetteva compromessi con i vertici societari e, seppur composta principalmente da ragazzi di sinistra, non consentiva si “politicizzasse” il tifo. Da allora uno scontro senza esclusione di colpi ha iniziato a insanguinare la “lotta per il potere” della curva milanista costellandola anche di aggressioni e agguati a pistolettate. Diversi i procedimenti giudiziari attualmente in corso.
    Molti i nomi degli ultras interni alla destra radicale: il già citato Luca Cassani, ex Fossa dei Leoni ed oggi esponente di spicco dei Guerrieri; l’ex assessore di Opera e responsabile locale dell’Associazione culturale Area (legata alla corrente di Alemanno), Alessandro Pozzoli, detto “Peso”, anche lui già attivo nella Fossa, poi con i Guerrieri, indagato per le “guerre intestine” nella curva milanista e parente di quell’Alberto Pozzoli, ex esponente di spicco della curva interista e consigliere comunale di Alleanza nazionale a Opera, accusato insieme al collega Ettore Fusco della Lega per l’incendio, nel dicembre scorso, delle tende destinate ai Rom.
    Nelle scorse elezioni comunali i Guerrieri hanno sostenuto due candidati di Alleanza nazionale: Carlo Fidanza, attuale capogruppo a Palazzo Marino e Roberto Jonghi Lavarini, primo dei non eletti. Un “guerriero”, Carlo Lasi, finito nei guai per un tentato omicidio (ha sparato al suo datore di lavoro per futili motivi), è stato persino candidato in An nei consigli di zona 3 e 4.
    Questa alleanza tra curve e fascisti si è anche consolidata grazie a Giancarlo Capelli, storico leader delle Brigate Rossonere, e Giancarlo Lombardi, detto “Sandokan”, dei Guerrieri Ultras, in rapporti di strettissima amicizia con Alessandro Todisco, leader insieme al fratello “Lothar” degli Irriducibili interisti. Ultimamente hanno entrambi partecipato ad una festa per la fine dei suoi arresti domiciliari e prima ancora ai funerali di Nico Azzi.

    TRA IL “SOGNO DI ROHAN” E IL CAMPO X

    La scelta della zona, dove far vivere “Cuore nero”, non è stata casuale. Qui, a poche centinaia di metri, in via Vilfredo Pareto, Alessandro Todisco gestisce “Il sogno di Rohan” (nome tratto dalla saga del Signore degli Anelli, il racconto tolkeniano fatto proprio dai fascisti degli anni Settanta), un negozio punto di ritrovo di tutti i naziskin milanesi, adibito alla “vendita militante” delle magliette e degli accessori da stadio prodotti dalla linea “Calci e Pugni” dello stesso Todisco: un raro esempio di nazi imprenditore.
    Sulle t-shirt la scritta “Nel dubbio mena!” o immagini di mazze da baseball incrociate.
    Qui si è anche a due passi dal Cimitero Maggiore. Non lontani dal “Campo X”, meta di pellegrinaggi nostalgici, dove sono stati tumulati i resti di alcune centinaia di caduti della Rsi, tra loro Alessandro Pavolini, il comandante delle Brigate nere, Francesco Colombo, il fondatore della Legione Muti, ma anche una decina di Ss italiane, numerosi militi della Decima Mas e qualche torturatore della banda Kock. Non lontano da Quarto Oggiaro.

    FOTOGRAFIA A QUARTO OGGIARO

    Nato come quartiere popolare, agli inizi degli anni Sessanta, per accogliere l’immigrazione meridionale, Quarto Oggiaro ha oggi una popolazione di residenti in gran parte anziana. Oltre a una storica malavita organizzata (fino alla metà degli anni Novanta imperversavano clan famosi, tra gli altri, gli Arena e i Tatone), forte è anche la presenza di fascisti. Reciproci i favori. Qui le sentinelle dello spaccio e della mala “curano” in campagna elettorale anche i manifesti. Nelle ultime elezioni amministrative, in particolare, di alcuni candidati di Alleanza nazionale.
    Nel comitato elettorale di An a Quarto Oggiaro, in via De Roberto, era stata anche appesa una fotografia che ritraeva tutti assieme: Jonghi Lavarini, candidato al Comune, con Salvatore Di Giovine, detto “Zio Salva”, della notissima famiglia calabrese da sempre implicata nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti in zona (è del maggio scorso l’arresto di Domenico Di Giovine alias “Mimmo lo zoppo”), il consigliere di zona 8 Massimo Picozzi, ex Forza Italia, l’avvocato Adriano Bazzoni, braccio destro dell’onorevole Ignazio La Russa. Per l’occasione Jonghi Lavarini sfoggiava la maglietta “Quarto Oggiaro stile di vita”, ideata, prodotta e diffusa in zona dalla ditta “Calci e Pugni” di Alessandro Todisco.
    An, insieme all’Ugl (l’ex Cisnal), ha anche un’altra sede in mezzo alle case popolari in via Pascarella. Ma il ritrovo più frequente è al Garden in via Lopez, in un ristorante-pizzeria gestito dai fratelli tarantini Francavilla, referenti di Giancarlo Cito a Milano, ex sindaco di Taranto nei primi Novanta, condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa. Altri luoghi: il bar Quinto tra via Pascarella e via Satta, e il circolo Il Faro, sempre in via Lopez, cui fanno capo anche gli aderenti all’associazione “Amici di Quarto Oggiaro”, legata a commercianti della zona ma soprattutto ad un gruppo di custodi delle case popolari particolarmente interessati a ottenere favori da alcuni esponenti di Alleanza nazionale oggi dirigenti dell’Aler.
    Stretti, sembrerebbero, anche i rapporti tra i fascisti e la famiglia siciliana dei Crisafulli. In particolare con Ciccio Crisafulli, nipote ed erede di Biagio “Dentino” Crisafulli, boss di Quarto Oggiaro, in carcere dal 1998, dopo il suo arresto a Parigi per spaccio e traffico internazionale di droga. Anche in questo caso qualcuno si è lasciato alle spalle qualche fotografia di troppo che potrebbe presto diventare compromettente.
    Sono in molti a raccontare di questi intrecci, in un mondo dove, anche per forti contrasti personali, filtrano spesso notizie e indiscrezioni anche pesanti. Non così difficile raccoglierle. Tra i chiacchieroni anche chi se la squagliò, lo scorso anno, con la seconda moglie di uno dei più autorevoli esponenti del neofascismo milanese. Un’onta da lavare con il sangue, tanto più che su un blog si era pure raccontata l’intera storia. E se immediatamente cessarono i finanziamenti a Gioventù europea, un’organizzazione vicina ad An, garantiti dal marito tradito, solo l’intervento pacificatorio di Stefano Delle Chiaie ha impedito conseguenze ben più gravi. Alla fine molto trambusto, qualche sparo andato a vuoto e un’auto in fiamme, non denunciata.

    VECCHI DOSSIER

    Le ultime notizie, in casa della destra radicale milanese, dicono di una riunione, per studiare la possibilità di acquisire il simbolo dell’Msi, fra Lino Guaglianone, ex Nar, oggi con Alessandra Mussolini, l’avvocato Piero Porciani, dirigente della Fiamma tricolore e legale dei poliziotti indagati per i pestaggi di Genova in occasione del G8, e Gaetano Saya, il fondatore del Nuovo Msi-destra nazionale, finito agli arresti un paio di anni or sono per aver costituito una sorta di personale e illegale polizia parallela, denominata Dssa (Dipartimento di studi strategici antiterrorismo).
    D’altro canto i capogruppo di Alleanza nazionale e Lega Nord al Comune di Milano, Carlo Fidanza e Matteo Salvini, hanno ricevuto le visite degli esponenti di “Cuore nero” e assicurato loro una soluzione per la sede. A premere sul partito di Bossi, soprattutto Marco Rondini, un tempo nell’ultima creatura di Franco Freda, il Fronte nazionale (da non confondersi con quello di Tilgher e Delle Chiaie), organizzazione sciolta, grazie alla legge Mancino, con decreto ministeriale nell’ottobre del 2000.
    Nell’attesa un industriale simpatizzante di Alleanza nazionale ha messo a disposizione in provincia, per i raduni e i concerti, un capannone di sua proprietà. In ogni caso “Cuore nero” potrà contare, per le sue iniziative, sugli spazi offerti dalla Comunità giovanile di Busto Arsizio, gestita da affiliati al circuito skin neonazista lombardo.
    L’estrema destra milanese è dunque in fermento. Circola da tempo anche un vecchio dossier con tanto di foto, nomi, indirizzi e luoghi frequentati dagli avversari di sinistra. Qualcuno, di recente, ha deciso di aggiornarlo. È ormai evidente a tutti, questura compresa, che alcuni gruppi più legati ai giri di malavita sono di fatto incontrollabili. Quando agiscono non si limitano all’intimidazione verbale.

    Saverio Ferrari

    Milano, 3 luglio 2007

  25. figlio della rabbia!
    2 Agosto 2007 a 14:11 | #25

    si cmq questi skifosi stanno convincendo la massa grassa,come la chiami tu!!!sai perchè,perchè forse qualcuno si chiuso in se stesso e si inborghesito….la lotta si fa con la massa grassa non con i borghesi che giocano alla rivoluzione!!!io sono un operaio e vivo con la massa grassa;allo stadio come in fabbrica di fascisti convinti c’è ne pochi,ma poi sti stessi 4 pelati conigli,sembrano 1000…perchè?…ora e sempre resistenza!!!

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