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La palla è rotonda, gli arbitri sono quadrati.

20 Agosto 2007

 

L'Inter manifesta nel primo impegno ufficiale stagionale di non aver ancora risolto i problemi principali che hanno ridimensionato la grandezza di una squadra dall'organico incredibile: le bizze di Mancini e il poco carattere nelle sfide decisive sono ancora lì, e fino a che non verranno affrontate e risolte una volta per tutte noi interisti dovremo ingoiare sempre alcuni bocconi amari. La partita tutto sommato è stata equilibrata e se avessimo vinto noi uno a zero nessuno avrebbe potuto lamentarsi, come nessuno può dire alla Roma di non aver vinto una partita meritatamente.

Veniamo alle valutazioni sulla beneamata: cominciamo la partita come al solito con cinque uomini fuori ruolo e con alcuni posizionamenti sul campo un po' perplimenti. Un terzino fa il centrale (Cordoba), due centrali i terzini (Chivu e Burdisso), un altro terzino fa il centrocampista (Zanetti) e una punta (Ibra) gioca mezz'ala arretrata, Stankovic è in campo con la febbre e si vede, dato che per tutto il primo tempo e una buona parte del secondo tempo è un cadavere deambulante. Mancini come al solito eccelle nelle correzioni in corsa: fa scaldare Figo per tutto il primo tempo ma lo mette dentro al cinquatacinquesimo, ovviamente al posto di Vieira, lasciando Stankovic in campo. Il secondo cambio è forse il più sensato: fuori Dacourt, dentro Cambiasso. Il terzo è un oltraggio al pudore: al 33' andiamo sotto di un gol, al 42' mette dentro Cruz. Sicuramente perché Crespo alla richiesta dell'allenatore di prepararsi a entrare a un minuto dalla fine ha risposto con un sonoro vaffanculo, cosa che il bravo ragazzo di Santiago de l'Estero una volta di più non ha fatto per la sua indole mite.

La difesa gira bene e chiude molto bene gli spazi anche se le posizioni un po' bislacche si fanno sentire. Il centrocampo che doveva essere la morsa per chiudere la Roma filtra molto meno del previsto con uno Stankovic inesistente: Giuly, Aquilani e De Rossi fanno il cazzo che vogliono e da loro partono le iniziative che ci fanno soffrire. Davanti Ibra e Suazo si intendono ma Ibra è troppo arretrato e troppo esterno, mentre l'honduregno è troppo solo. In ogni caso due volte Ibra, due volte Suazo e una volta Figo si mangiano il gol fatto della vittoria. Il pallone, come si sa, è rotondo.

C'è di buono che le dichiarazioni del dopo gara sembrano far intendere che il bagno di umiltà potrebbe rivelarsi utile. D'altronde i romanisti l'umiltà non sanno neanche dove sta di casa e si confermano antipatici tanto quanto gobbi e rossoneri, un gruppetto al quale forse potevano evitare di associarsi. Le dichiarazioni di tutti si intende, tranne quelle di Mancini che con la rosa dell'Inter (che in panca schierava Samuel, Figo, Crespo, Cruz, Toldo, Cambiasso, Maxwell; e in tribuna Adriano, Recoba, Solari, tra gli altri) si permette di affermare "ho poche alternative a destra": certo che se continua a scambiare Cordoba per un centrale (è un terzino destro per formazione) e Zanetti una non alternativa difensiva (anche lui nato terzino destro) non le avrà mai le alternative. Spero Moratti gli sputi in un occhio.

Ma il vero protagonista della serata, che ha falsato la partita e mi ha fatto ricordare le nostre annate più buie, non ha la casacca giallorossa, né quella nerazzurra: si chiama Rosetti, ed è il miglior arbitro italiano nel nuovo corso dalle sorti magnifiche e progressive dell'AIA guidata da Collina. Rosetti è malato di protagonismo, e su questo tra le giacchette nere in Italia non è certo in risicata compagnia. Ma Rosetti ha arbitrato una partita come ai tempi di Moggi e compagnia varia: e non sto parlando del rigore che c'era ed era sacrosanto (Burdisso è un babbo), ma dei circa cinquanta falli in attacco che ci ha fischiato. I campionati taroccati li abbiamo sempre persi così: in uno stillicidio di falli fischiati dubbi o inesistenti nella maggior parte dei casi. E' un modo sottile e meno coreografico di influenzare una gara, e i fischietti abituati alle aggiustatine lo sanno bene. Se il resto del campionato che ci attende è composto da arbitraggi di questo calibro, possiamo anche chiudere baracca e burattini e dare ragione alla vox populi che intona: "Vi hanno dato il contentino l'hanno scorso ma quest'anno non vi faranno vincere un cazzo. Sfigati". Come sempre sfigati sì, ma orgogliosamente interisti.

 

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