Venezia a Milano, cinque: continua il piattume
Continua la sagra del piattume in questa edizione della rassegna di Venezia (non ci sono né De Palma, né il film 12). Non Pensarci è un film con Valerio Mastrandrea: mi fa spaccare dal ridere anche perché mi ricorda un romanista di merda di mia conoscenza, ma non c'è niente oltre la risata. Per carità a volte è anche più che sufficiente, ma non in un festival del cinema, forse. Voto: 6 (per carità).
The Hunting Party è un film sulla guerra con Richard Gere e superproduzione hollywoodiana: messo così verrebbe da vomitare istantaneamente, ma il film è cucito con un po' di ironia e ha alcune cose pregevoli. Ad esempio le didascalie finali, la fine che fa il personaggio che rappresenta Mladic e simili merde, e la frase "in guerra ciò che vedi e ciò che succede realmente sono due cose diverse". Per il resto la chiave della trama del film per la quale un morto in guerra a cui vuoi bene fa cambiare la tua idea sulla guerra è semplicemente ributtante, un po' come tutto il pensiero moderno statunitense. Ah, ops, scusate l'antiamericanismo non va più di moda. Ma allora perché questo film? Voto: 6 (perché almeno consente di continuare a parlare della situazione in Yugoslavia, se non altro).
La tragedia viene toccata da Exodus: riedizione pseudo fanta politica della bibbia. Il dubbio è: il regista ha letto la bibbia mentre si drogava, oppure è solamente molto cretino? L'idea iniziale di indagare il clash of civilization non era per nulla male, il resto è una merda. Voto: 4,5.
La prima nota lieta della giornata è Freischwimmer, un bel thriller di marca tedesca dedicato ai piccoli villaggi e alle loro follie endemiche. Il film fa sorridere, mostra la crudeltà del quotidianoe sorprende con un finale in cui il crimine paga. Eccome. Voto: 6/7 (fa molto più di quanto non riescano a fare molte megaproduzioni ed è anche meno mainstream 🙂
La seconda nota lieta è l'egiziano Heya Fawda, polpettone bollywoodiano in salsa araba: divertente, pieno di spunti, un po' lungo e con il finale con tanto di rivolta popolare contro gli sbirri che non può non piacere. Voto: 7.
Come si fa a dire che oltre a una risata non c’è niente di un film tenero e intenso, divertente e fresco, come NON PENSARCI? a parte il fatto che in certi momenti mi sono messo a ridere come non mi succedeva da anni, e poi mi è sembrato un film capace di confrontarsi con il cinema internazionale . in certi momenti mi ha ricordato film memorabili come FackinG Amal o Krampack o I Lunedì al sole. O il tuo è un pregiudizio verso la commedia tout -court?
Non ho un pregiudizio sulla commedia tout-court, anzi, ma a un festival pretendo qualcosa di più. In generale le commedie sono momenti di intrattenimento e solo raramente riescono ad andare al di là .
Anche io ho riso moltissimo con Non Pensarci, ci mancherebbe, e sono stato bene, ma questo non basta per fare un “bel film”.
Peraltro se vogliamo indagare le implicazioni della commedia allora divento pure più critico perché di fatto la commedia non si pone tanti problemi politici, giustificando per benino le necessità di vita e di gestione della classe media piccola piccola, ornando le sue sfighe quotidiane e ipocrite con un sorriso che tende a farti guardare male per esempio gli operai che sabotano la fabbrica perchè da tre mesi non prendono lo stipendio… Vedi che è meglio prenderlo alla leggera il film altrimenti si rischia di incazzarsi con regista e sceneggiatore? Sono sicuro che Valerio Mastrandrea l’ha presa con leggerezza 🙂