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Genova, sicurezza e auspicabile crisi di governo

31 Ottobre 2007

 

Intanto che lavoro freneticamente per la chiusura del prossimo numero di city of gods, gli eventi intorno a genova e alla questione repressione/sicurezza tengono banco nella politica nazionale. Mi diletto in un breve post per cercare di mettere alcune castagne sul fuoco che secondo me vengono un po' prese alla leggera.

Ieri il governo è riuscito ad approvare un pacchetto sicurezza palesemente anticostituzionale, in cui le misure più gravi portano la firma invisibile del trio parisi/violante/amato: l'allungamento dei tempi di prescrizione (che per la sinistra giustizialista à la violante  equivale a minacciare i "criminali" che non sfuggiranno alla legge, ma che di fatto significa intasamento ulteriore delle aule di giustizia per tutta una serie di reati minori che rimarranno appesi per ulteriori anni in attesa di giudizio) e carcere diretto dopo il primo grado per i reati che causano allarme sociale. Ora ci sono due problemi gravissimi in questa seconda misura: il primo è la definizione di reati che causano allarme sociale, che include la rapina, ad esempio. Forse non tutti frequentano le aule di tribunale e non sanno che una rapina è anche quando io ti strappo un giubbino di dosso, in pratica un furto con esercizio anche di moderata violenza su una persona per il codice si chiama rapina. Questo significa che tutta una serie di furtarelli ridicoli come anche quelli dei cellulari tra pischelli a scuola saranno punibili con il carcere dopo il primo grado, con implicazioni non difficili da prevedere: affollamento di carceri, vite spezzate, in generale una situazione che più lontano dal fine rieducativo della pena non si può. Inoltre il problema è che questa norma causerà un cambiamento radicale negli appelli di secondo grado, che spesso ora si concludono con una riduzione di pena o addirittura con un ribaltamento della sentenza di primo grado. Gli appelli avvengono dopo un anno e rotto dalla prima sentenza, e vorrò vedere quale giudice in secondo grado ribalterà la sentenza costringendo lo stato a pagare indennizzi per ingiusta detenzione a  mezzo mondo. Anche qui sono evidenti le implicazioni: appelli duri, e in pratica una svalutazione dei successivi gradi di giudizio. Giustizialismo come si diceva.

Come se non bastasse, ieri Italia dei Valori e Udeur, nella loro lotta intestina contro la "sinitra radicale" hanno votato insieme alla destra per bocciare il progetto di commissione parlamentare sul g8, al grido di "non si può processare la polizia". Attenzione perché questo grido, che era già stato sollevato quando la commissione era stata messa all'ordine del giorno dall'avvocato Ligotti, sottosegretario della commissione giustizia in forza a IdV e difensore di uno dei più alti papaveri coinvolti nel processo Diaz, Francesco Gratteri, è  uno specchietto per le allodole che nasconde movide politiche ben più tristi sulla pelle della storia e della gente.  Io in realtà sono contento che la commissione sia stata bocciata – su questo ho già litigato con tutti quindi potete aggiungervi alla lista di chi mi insulta – per diversi motivi: la forza di chi proponeva la commissione come parte del programma (inclusa la povera Heidi che su questo prende secondo me un grave abbaglio anche se in buona fede) è pari allo zero assoluto, cosa chiarissima sin da quando per uno dei garanti della commissione era stato proposto il nome di Gianni De Gennaro. La commissione in queste condizioni avrebbe avuto una conclusione scontata: "ci sono state sì violenze, ma ad opera di poche mele marce delle forze dell'ordine e in ogni caso per colpa dell'attività sconsiderata della parte violenta dei manifestanti"; in pratica tutta colpa del bb. Per questa versione della storia, non abbiamo bisogno di una commissione parlamentare bulgara che dia man forte all'operazione giudiziaria di insabbiamento della verità molto più complessa che si cela dietro gli eventi di Genova, e perseguire con forza l'obiettivo (un po' sbandierato) della commissione senza avere la forza di garantirne una funzione realmente storica è un errore politico marchiano.

Ma c'è un altro motivo per cui non è un male che la commissione sia stata bocciata. Forse Rifondazione e compagnia varia a furia di prendere portellate in faccia (di cui quelle citate sopra sono solo le ultime due) si renderà conto che questo governo è in preda a una crisi democratica che ricorda veramente il sudamerica dei tempi andati, in balia di interessi forti e obiettivi miseri di politicanti da strapazzo. Manca poco e metteranno fuori legge pure la bestemmia, o il lavoro forzato come misura di redenzione dei criminali. Non mi stupirei più di nulla. Forse sarebbe il caso che Rifondazione (che negli ultimi giorni ci ha fatto sudare cinquanta camicie prima confermare la propria partecipazione al 17 di novembre al corteo genovese, lamentandosi della mossa disobbediente di indire il corteo senza confronto – cosa vera, ma di cui si lamentano solo perché non hanno potuto farlo loro al posto dei veneti, per cui un po' in malafede) si decidesse a dare una spallata a sta crisi, e facesse cadere questo governo di merda. Forse un bagno nella palta dell'incertezza istituzionale e dei veri problemi di territori e persone farebbe bene a molti che siedono nei palazzi. 

Ho scritto di fretta e alcuni passaggi saranno abbozzati, ma se non lo facevo adesso non avrei più trovato il tempo.

 

  1. jjRamone
    31 Ottobre 2007 a 11:42 | #1

    condivido totalmente
    ma cosa ci resta? solo il “tanto peggio tanto meglio”?
    non mi soddisfa

  2. Kundo
    31 Ottobre 2007 a 15:27 | #2

    Ragione sull’inutilità della commissione… quando mai una è stata utile.

    Solitamente servono solo ad avallare menzogne o a far così tanta confusione che non si sa più da che parte girarsi…

    K

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