La giusta distanza, un segno dei tempi
Ieri dopo le fatiche notturne e diurne per chiudere il quarto numero
di City of Gods che uscirà il 9 novembre in occasione dello sciopero
generale e generalizzato, io e blanca ci siamo goduti un meritato
cinema serale, prima di collassare per sopraggiunto limite di ore di
veglia in due giorni 🙂
La Giusta Distanza non è il primo film di Carlo Mazzacurati,
ma per quanto mi riguarda è sicuramente il primo che mi fa un ottima
impressione. L’ambientazione è realistica e precisa, fatta con semplici
tocchi che dipingono un quadro generale estremamente vicino alla vita
di chi guarda il film: la dimostrazione che per fare un buon
noir/giallo non c’è bisogno di grandi invenzioni e di personaggi
caricaturali. Il film è un ottima operazione di popolarizzazione di
temi sociali, e drammaticamente di attualità. Mazzacurati sceglie una attrice di bellezza quotidiana ma rara (Valentina Lodovini), e un attore nordafricano
(Ahmed Hefiane) molto bravo, mentre il personaggio di Giovanni tutto
sommato ha qualche sbavatura (il vaffanculo all’avvocato io l’avrei
fatto rigirare, onestamente…)
Il film racconta dell’ordinario
razzismo delle città e della provincia italiana, della difficoltà di
integrazione, ma della facilità di oltrepassare gli stereotipi. Anche
la scelta del finale non è scontata e non cerca di rifugiarsi da un
mostro emergenziale a un altro, ammettendo la quotidianità del male
senza nessun indugio o velo giustificatorio. Un film molto godibile e
altamente consigliato, anche a Veltroni, che spero adesso si compiaccia dei risultati ottenuti con le sue esternazioni da auto eletto ministro degli esteri della UE.