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La grammatica di Benni

11 Febbraio 2008

 

Il primo libro che ho letto di Stefano Benni è stato un volume bianco e rosso, edito Feltrinelli, che avevo scovato nell’armadio che nella terza g delle medie George Sand di Affori racchiudeva la biblioteca. Era Terra, forse in assoluto il suo libro più bello, tuttora ineguagliato. Il secondo libro che ho letto è stato il Bar Sotto il Mare, trafugato a mio zio, forse il secondo miglior libro dell’autore bolognese. 

Gli appassionati di Benni dividono le sue opere in tre periodi: i primordi d’oro, che vanno appunto dalla fine degli anni settanta al 1989, racconti e romanzi di grandissimo valore narrativo, oltre che formativo, di un autore ancora non diventato un best seller, ma amato da milioni di persone. Poi c’è la fase della maturità, i romanzi tra Baol, La Compagnia dei Celestini, Elianto,  e a essere generosi Bar Sport Duemila e L’Ultima Lacrima: questa fase sarà matura ma è molto meno fresca e l’ironia è più forzata, meno briosa, ma il tutto rimane piacevole. Benni a questo punto è un autore affermato, conosciuto, invitato. L’ultima fase di Benni è iniziata con il nuovo millennio e penso che tutti coloro che lo amano possano tranquillamente affermare che fa cagare: poco spirito, storielle prive di spessore e di spunti per ragionare, troppo fiaba e poco critica della realtà. 

Sono felice di dire che questo libro apre spero la controfase a Spiriti, Saltatempo e schifezze varie. La Grammatica di Dio è una raccolta di racconti abbastanza sagaci, tetri nei momenti giusti, dolci quando meno te lo aspetti. Mi ha ricordato il Bar Sotto il Mare, anche se siamo lontani da quel capolavoro, e soprattutto in alcuni racconti mi ha strappato un cambio di umore verso quella malinconia scanzonata che Benni ha sempre saputo evocarmi tra una risata e l’altra. Consigliato a tutti, nella speranza che l’autore ritrovi nella vecchiaia il vecchio smalto di quando non aveva nulla da perdere e tutto da godere.

Voto: 7

Categorie:pagine e parole Tag:
  1. 11 Febbraio 2008 a 15:29 | #1

    Ciao,
    solo per dire che io “saltatempo” lo ho apprezzato parecchio. Sono invece abbastanza concorde con il resto dei giudizi sull’opera di benni, mi manca “la grammatica di dio” ma rimedierò presto. Ciao!

  2. cuccurullo
    12 Febbraio 2008 a 12:53 | #2

    Ho letto tutti i libri di Benni, e vorrei sapere perché consideri Saltatempo una schifezza.
    Cuccurullo

  3. nero
    12 Febbraio 2008 a 21:57 | #3

    per i motivi che ho detto sopra. come spiriti e bar sport due mila mi ha sempre dato l’impressione di una minestra stracotta e riservita in tavola: ironia un po’ stantia, e fantasia non particolarmente intrigante.

    e’ un mio parere, eh, mica La Legge 🙂

  4. ppn
    13 Febbraio 2008 a 10:11 | #4

    …infatti Baol, secondo me, come minimo rientra nel periodo d’oro, insieme a quello che per me è il suo libro più bello, che non è Terra ma Comici Spaventati Guerrieri. Sicuramente questo, Terra e Baol sono ben sopra anche al Bar Sotto il Mare.
    Dopodichè come cacchio si fa a dimenticarsi della Compagnia dei Celestini e della pallastrada? Rinneghi forse il tuo passato di bestemmie e stinchi infranti sulle panchine di affori?
    e poi anche Elianto è un gran bel libro, certo la disperazione e le risate acide di C.S.G. non sono più le stesse, d’latra parte renditi conto che solo tu sei sempre uguale a quando avevi sedici anni 😉

    Infine: anche a me Saltatempo ha dato l’idea di un ritorno di fiamma, per quanto poi Margherita Dolcevita, Carolina Bufalina o come cazzo si chiamava il romanzo successivo non mi abbia entusiasmato troppo. Achille Pié Veloce già di più, ma solo il fatto di averne un ricordo nebuloso la dice lunga.

    Bart Sport Duemila sta al resto della produzione di Benni come il tagliarsi le unghie dei piedi sta alla scultura del marmo.

    Però alla fine appena ho finito il malloppo sul comodino passo a quest’ultimo, speranzoso vista la tua opinione. In ogni caso sicuramente non prima di aver letto l’ultima uscita -in italia- di Lansdale, che corona il mio sogno letterario dopo che Tarantino l’anno scorso ha coronato il mio sogno cinematografico (Death Proof):
    Lansdale che scrive di Batman, anzi, del fottuto Dark Knight!
    Altro che cazzi.

    ciao coglioncello.

    f.

  5. nero
    13 Febbraio 2008 a 19:45 | #5

    su lansdale sono curioso anche io, anche se non conosco cosi’ bene la sua produzione (è lì tra le cose da fare).
    Elianto, Compagnia dei Celestini e Baol secondo me sono libri belli ma non hanno quella poesia di quelli che io metto nel “primo periodo”. Sono libri di grande ironia e fantasia, che ho goduto moltissimo (e appunto lo sai), ma non hanno quel quid in più.
    So della tua venerazione per comici spaventati guerrieri, e anche per me è uno dei suoi libri più belli ma Terra e il Bar Sotto il Mare a me sono rimasti nel cuore, forse perché sono i primi che ho letto, forse ero meno sofisticato e più a cuore aperto, chi lo sa.

    Per cui non fare il furbo, io non ho detto che i suoi libri della maturità sono brutti, anzi. Ho detto che sono diversi dai primi, e questo è innegabile.
    Questo ultimo non ti approcciare con troppe speranze, che altrimenti rimani deluso, ma secondo me avvia una fase nuova e assomiglia come spirito a un misto tra la prima fase e la fase “matura”. Speriamo 🙂

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