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La dignità della polizia italiana: una valutazione delle dichiarazioni spontanee di Giovanni Luperi al processo Diaz

27 Marzo 2008

Le avvisaglie si avevano avute già ieri con le dichiarazioni spontanee dei capisquadra, con agenti di polizia con servizio pluriennale che imbastiscono storielle su presunti corpi speciali dei black block che sono usciti non visti da nessuno e da nessun apparecchio audio-video e misteriose apparizioni delle ferite sugli occupanti della diaz probabilmente per un fenomeno mistico  simile a quello delle stimmate di Padre Pio.   Ma le dichiarazioni di oggi di Giovanni Luperi sono ampiamente al di là di quello che ci saremmo aspettati.

Giovanni Luperi all’epoca del g8 di genova nel 2001 era Consigliere Ministeriale Aggiunto in missione alla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, mentre ora è stato promosso a un non ben specificato compito alla Presidenza del Consiglio – anche se da quello che ne sapevo io era interno alla struttura che sono diventati i servizi segreti dopo l’ultima ennesima ristrutturazione. Ho studiato un po’ l’organigramma della polizia italiana, ma quando si arriva a un certo livello apicale è difficile distinguere chi sia il superiore di chi, questo perché quando uno arriva a un determinato livello è difficile fargli accettare di essere subordinato a qualcuno che non sia il padre eterno. Per ovviare a questo kafkiano problemino, di solito si procede a nominare la gente nei ruoli più disparati che sono null’altro che giri di parole per dire: altissimo livello della polizia italiana destinato a compiti superiori e di fatto senza sovraordinazione che non sia politica. Il ruolo di Luperi del 2001 significava questo, nonostante oggi in aula al processo per i fatti della  Diaz  che lo vede imputato abbia speso una buona mezz’oretta a girare intorno alla struttura della Polizia di Stato per spiegare che lui ormai è un poliziotto che fa analisi e raccoglie informazioni e che in ogni caso è subordinato ai direttori delle due principali direzioni del DCPP (la struttura che ha raccolto le varie eredità dell’UCIGOS e di altre branche dei servizi informativi della Polizia di Stato, e considerate che la modifica dell’organigramma della PS è in costante evoluzione): in pratica è tra le dieci persone più importanti nella Polizia di Stato – non saprei collocarlo con più precisione – ma vuole farsi passare per un agente scelto qualsiasi, a cui nessuno dice nulla, a cui nessuno chiede nulla e che non sente di avere alcun ruolo durante una operazione evidentemente importante (considerata la presenza di Dirigenti Generali e Prefetti come se piovessero).

E’ francamente un po’  allibente sentire Giovanni Luperi che dice che durante la riunione con tutti i più alti in grado della PS in cui si decide dell’operazione lui non si rende conto di nulla perché "esce a sciacquarsi la faccia", "gioca a cambiare la suoneria del telefonino di Fiorentino", o "fuma una sigaretta". Vi ricordate la canzone di Elio che usava come scusa per non parlare dei problemi con la tipa "ho un gomito che fa contatto con il piede"? Beh non ci andiamo molto lontani. Nella descrizione di Luperi poi lui semplicemente per dovere accompagna il prefetto La Barbera: da questo punto in poi il suo interrogatorio è un indecoroso scarica barile su altri imputati, possibilmente defunti e quindi in condizione di non controbattere. In pratica il capo di tutto sarebbe il prefetto La Barbera (pace all’anima sua), in subordine Berrettoni che doveva essere lì al suo posto, ma non c’è; della perquisizione sarebbero responsabili i dirigenti locali della DIGOS e della mobile che li dovevano guidare lì e che erano i più alti in grado con funzioni di polizia giudiziaria (che lui si guarda bene dal fare nelle sue parole, e più va avanti e più uno si chiede perché prenda lo stipendio); dei pestaggi sono responsabili gli agenti del Reparto Mobile e in particolare Canterini che li nega in sua presenza più volte, anche se erano giustificati secondo Luperi dalle aggressioni subite e che gli avevano raccontato sul posto (tipo Nucera); infine delle Molotov che lui non sa da dove vengano e perché finiscano in mano proprio a lui che è un povero agente scelto che non conta nulla, sono responsabili "coloro che illegalmente le portarono lì" (Troiani, Burgio, Di Bernardini, per chi non avesse seguito il processo, ovvero altri poliziotti). Onestamente ci saremmo aspettati qualcosa di meglio per giustificare tutto quello che è successo che patetiche scuse e una specie di grottesco gioco "ce l’hai" con i morti e i propri subordinati (quantomeno gerarchicamente se non funzionalmente come amerebbe dire il Dirigente).

Ah, dimenticavo il modo in cui racconta gli eventi. Passi che debba raccontare un sacco di balle per salvarsi la carriera, lui che ben prima di altri aveva individuato i membri delle nuove BR-PCC (con tutta sta gente che ha fatto cose contro le BR non si capisce come questi possano aver fatto due omicidi, o sono dei maghi o la polizia italiana è un branco di dementi), ma che si permetta di fare ipotesi fantasiose circa la gente che ha rischiato di lasciarci la pelle nella Diaz per "rimettere sulla bilancia" la situazione (come dice lo stesso Luperi, lapsus freudiano forse) è veramente al di là del bene e del male: "io quando sono entrato nell’atrio ho visto una quarantina di persone e un sacco di operatori che andavano e venivano, di sangue non ne ho visto, non escludo che le pozze che si vedono in tanti documenti video possano essersi creato quando le persone sono state portate dai piani superiori o fossero celate sotto le persone sedute che io avevo visto". Ovvio, no? D’altronde ci eravamo dimenticati di dire che l’operazione alla Diaz l’ha diretta Babbo Natale a cui si sa tutti i poliziotti di buon cuore, compreso il Capo della Polizia, sono subordinati. Ci saremmo aspettati una misura un po’ più ampia della dignità della Polizia Italiana che questa volgare dimostrazione di pochezza e di viltà. Con tutta franchezza, nonostante il fatto che siamo e saremo sempre dall’altra parte della barricata: abbiamo diritto ad avversari più degni di così. <g>

  1. geenmens
    2 Aprile 2008 a 4:07 | #1

    Non credo vi sia nulla di dignitoso nel fare il poliziotto. Dignita’ la polizia non ne ha mai avuta. Se poi la vilta’ aumenta, quello e’ un altro discorso ;x

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