Home > spalti e madonne > Scuola di sofferenza

Scuola di sofferenza

27 Aprile 2008

 

All’Inter piace soffrire, è una vocazione, qualcosa di più di un destino. Contro un Cagliari in forma e che – onore delle armi – ha risalito un punto per volta la china che lo vedeva retrocesso all’inizio del girone di ritorno, lasciamo fin troppo spesso spazio, facendogli credere di poter dominare la partita. L’illusione dura dieci minuti e poi comandiamo noi. Purtroppo sprechiamo moltissimo, e se un gol di Matrix (il primo stagionale) non ci portasse sul due a zero sarebbe una di quelle partite che manifestano la scuola di pensiero nerazzurra. Ogni interista infatti conosce fin troppo bene due tipi di gare: quelle che prendi quaranta pali e poi perdi per un gol al 44esimo; quelle  che sbagli cento gol e poi ne prendi uno nel recupero. Fortunatamente non è andata così e facciamo un passo avanti verso l’obiettivo. Ma domenica contro un Milan che – come già la juve il 22 marzo – non aspetta nient’altro che questo derby per metterci i bastoni tra le ruote, il cinismo sarà l’arma necessaria. 

Qualche commento a caldo sui giocatori, dato che quanto a modulo e variazioni tattiche sono sempre quelle: rombo all’inizio e poi 4-4-2 di sicurezza, con troppa svagatezza sia dietro che a centrocampo che davanti, forse per un po’ di braccino forse per la testa che è viaggiata troppo alta questa settimana.

JC è una sicurezza ma oggi non dovrebbe figurare tra gli stipendiati. Maicon macina chilometri ed è fonte costante di preoccupazioni per la fascia avversaria, se solo avesse davanti qualcuno in grado di aiutarlo costantemente. Maxwell a sinistra meno bene, ma fa il suo, se non che non capisce che è un terzino e non un centrocampista arretrato a coprire i centrali. Tra i centrali Burdisso rischia di lasciarci in dieci quando per coprire una sua stronzata quasi afferra per un piede l’avversario, mentre Chivu gioca con una spalla che entra o esce a piacimento. Matrix segna il suo primo gol e benedice vittoria e folla: con tutti i limiti che ha gliene siamo grati.

A centrocampo Cambiasso da il meglio quando gioca a ridosso delle punte, coperto da Zanetti, anche se si mangia TRE gol fatti che spero non si mangerà settimana prossima. Vieira ancora un po’ lento, ma con grande classe, anche se alcuni giocatori non l’aiutano. Stankovic da tutto quello che può anche se non è abbastanza. Davanti Balottelli conferma i suoi numeri e solo un miracolo del secondo portiere sardo gli leva la gioia del gol. Cruz fatica e spende quello che ha, senza contare che segna il suo centesimo gol in serie A: chapeau. Suazo invece si conferma il nostro contributo alla quota di categorie protette, mentre Crespo evidentemente non viene più visto da Mancini e la sua entrata a cinque minuti dalla fine significa: " se rimango io in panchina, tu è meglio che ti levi" Noi non siamo d’accordo, ma alla fine noi tifiamo Inter e speriamo che tutto sia per il meglio della squadra.

Categorie:spalti e madonne Tag:
I commenti sono chiusi.