Il Divo Giulio e l’Antico Testamento
Il Divo conferma quello che scrivevo a proposito di Gomorra: i talenti in italia ci sono, in ambito cinematografico, ma spesso è il coraggio a mancare, dato che si preferiscono polpettoni di qualità indigeribile della combriccola di Greggio, De Sica, Boldi e company, a film di fattura e proposizione eccellenti. Il Divo è prima di tutto un film molto ben fatto: teatrale e ieratico, corale e frastagliato, complesso – come dice il protagonista stesso interpretato da un insuperabile Toni Servillo – e profondamente legato alla storia politica italiana. Non è solo un film ben fatto: è un film molto coraggioso. Parla di un personaggio vivo e ancora molto potente, e lo fa senza sconti. Parla del potere, di come logora e di come non ammetta tentennamenti, parla di un Giulio Andreotti in versione IHVH dell’Antico Testamento, disposto alle crudeltà più assolute per assicurare un bene maggiore e futuro. Il potere non logora chi non ce l’ha, il potere assorbe chi ce l’ha, lo trasforma, agisce sulla mente degli uomini in forme feroci. Il Divo parla di una verità assoluta: la storia non è fatta di parole gentili, è fatta di epica, di scelte gravi, di violenza, di spietata determinazione nel realizzare un progetto. La storia è fatta di scelte, di complesse rappresentazioni della realtà, e non si può sempre ridurre tutto a uno schemino facile da digerire e giustificatorio di prese di posizioni leggere e poco interessanti. La composizione narrativa del film mi ricorda il libro di Sarasso e la sua più recente graphic novel United We Stand, e si inserisce perfettamente nel ragionamento wumingiano sulla New Italian Epic, dando ragione delle finalità e dei motivi di quanto scritto da WM1. Devo dire che io l’ho apprezzato addirittura più di Gomorra, anche se probabilmente sconta la difficoltà di rappresentare i cunicoli della politica italiana e della sua storia: ho idea che un giovane italiota non capirà molto di vicende che presuppongono un interesse per ciò che accade nel tuo paese e circa chi prende le decisioni e perché. E’ un film molto speranzoso del livello di intelligenza medio della meglio gioventù, e per questo lo ringrazio, pur restando scettico come e più del Divo.
Voto: 9 (come Gomorra, ma meriterebbe anche di più; ma sopra il 9 uno deve ponderare bene i voti 🙂
“ho idea che un giovane italiota non capirà molto di vicende che presuppongono un interesse per ciò che accade nel tuo paese e circa chi prende le decisioni e perché”
mia figlia, che ha 18 anni, dice di andare un po’ a farti fottere.
gentilmente, ovvio..
Ancora non sono andata a vedere nessuno dei due, rimedierò questa settimana. Cmq “Il Divo” lo aspetto da un po’, considerando che Sorrentino è attualmente il mio regista italiano preferito e Servillo il mio attore italiano preferito (non è così bravo a caso..viene dal teatro, e che teatro..) Sono sicura che li hai già visti, ma se per caso hai perso gli altri suoi tre film, rimedia con un noleggio/scaricamento immediato. Ciò che mi piace di lui è la capacità di crescere sulla sua ricerca. Ogni film è più potente di quello prima, la sua caratteristica di narrare la realtà in maniera assolutamente surreale e allo stesso tempo così cinica e tagliente, prende forme geniali.
Spero che questo riconoscimento sia il primo di una lunga serie..
Aspetto di gustarmi quest’ennesimo capolavoro e poi farò sapere..
baci
…interessante scoprire se il Vecchiaccio si è visto e quale verbo ha proferito…
Tu ne sai qualcosa?
(comunque vai fare nelle chiappe, hai presente che dovevamo andare insieme a vederlo, grandissima faccia di cazzo? Buttati per terra e non rialzarti mai più.)
Il gobbo è stato invitato alla prima e ha detto: “non sono così cinico come mi dipinge il film, ma vorrei partecipare agli utili”. Genio, cmq. Odiato ma genio.
Mmh…
mi sa che si è casualmente dimenticato un “poco” tra “così” e “cinico”…