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Cannes a Milano: esistenzialismo e pacchi

14 Giugno 2008

 

Oggi durante la rassegna di Cannes a Milano c’erano i due film argentini della Quizaine (Liverpool e Salamandra): due pacchi assoluti, che non fanno onore a una terra ricca di intelligenze e di cultura. Tecnicamente insulsi, narrativamente inutili, contenutisticamente irritanti. Non c’è altro da dire che: perché? Voto complessivo per i due: 4.

Viceversa Un conte de Noel di Desplechin è stato per me una sorpresa. Negli ultimi anni i film con protagonista Catherine Deneuve mi hanno sempre fatto rimpiangere un suo ritiro a vita privata, e quindi sono arrivato in sala molto scettico. Invece ho trovato un film di due ore e mezzo che però scorre liscio come l’olio, con attori di altissimo livello, una sceneggiatura fantastica che racconta una saga familiare ed esistenziale profondamente e senza scadere nel patetico, nonostante sia molto facile. Se a questo si somma un’ottima colonna sonora e la voglia del regista di dimostrare con quanta naturalezza può gestire diversi registri narrativi e cinematografici ne viene fuori un film di grandissima qualità, che avrebbe meritato il premio per la sceneggiatura, andato invece per necessità di concorso al film dei fratelli Dardenne. Voto: 8

Le Silence de Lorna appunto è stata una piccola delusione. Il premio per la miglior sceneggiatura non lo merita e resto dell’idea che gli sia stato dato per non lasciare i pregiati fratelli  a bocca asciutta. Il film è tecnicamente ben fatto, non c’è discussione, ma è un po’ neutro. Il tema di fondo della tratta degli esseri umani rimane tinteggiato molto sfumato, mentre la trama del piccolo noir resta in primo piano molto prepotentemente: peccato. Inoltre il finale lascia molti nodi un po’ aperti, e quindi lo spettatore è portato a interrogarsi sulle altre piccole imperfezioni di sceneggiatura. Proprio per questo il premio per me non è meritato. In ogni caso è un bel film. Voto: 7

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