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Morte feroce, morte indifferente

15 Settembre 2008

 

Ieri nella prima fredda domenica di autunno milanese vero e proprio, un ragazzino di 19 anni è stato ammazzato a bastonate. Ci è voluto un attimo perché la canea politica prendesse il sopravvento, tra chi faceva notare – giustamente – come questo omicidio sia frutto dell’aizzamento razzista e fascista che ormai riempie il nostro quotidiano e la quotidiana sfera pubblica del comunicare e del sociale, e chi sgattaiola definendo la morte di Abdoul un banale episodio di violenza metropolitana – e ci permettiamo di dissentire sulla definizione che tali persone possono dare di banalità o normalità. 

Io non conoscevo Abdoul, quindi non mi permetto di dire niente sulla sua storia, sulla sua vita e sulla sua morte. Ma vivo nella zona in cui è stato ucciso, vivo Milano da quando sono nato, combatto la parte più orrenda e oscena di questa città da quando sono nato – non la odio, la combatto. Per cui qualcosa da scrivere ce l’ho, soprattutto dato che la canea ha sommerso le affermazioni più vere e più semplici: quello di Abdoul è un omicidio esemplare, un momento che riassume perfettamente e atrocemente la ferocia e l’indifferenza di questa città e non solo, di tutto il Belpaese schifoso. Infatti nessuno si cura di far notare che il luogo dove è avvenuto l’omicidio di un ragazzino di 19 anni per un pacco di biscotti è a 500 metri da dove le unità militari volute dall’esimio La Russa poltriscono tutto il giorno per "garantire la sicurezza dei cittadini" – ma forse Abdoul non è un cittadino, anche se tutto fa pensare il contrario. Nessuno dice che intorno al luogo ci sono tre (3!) commissariati di polizia e una stazione dei carabinieri (che io sappia, ma forse sono di più), e che le strade intorno alla zona sono un pullulare di volanti a tutte le ore del giorno. Ma anche senza scomodare i tutori dell’ordine in pausa pranzo o caffé, quello che qualsiasi persona dotata di un briciolo di cervello e ancora di un briciolo di umanità dovrebbe chiedersi è: ma non passava nessuno in quei minuti, in quei momenti, che potesse alzare una mano o una parola per fermare il pestaggio? E se passava, perché non ha fatto nulla?

La risposta più feroce di Milano è quella a questa domanda. Ve lo dico io: passava sicuramente qualcuno, ma ha tirato dritto. Ha tirato dritto perché non ci si fa mai i cazzi degli altri, soprattutto quando serve, perché la gente ha paura, e piuttosto che fare una cosa che ritiene giusta ma che è pericolosa, preferisce subire qualsiasi umiliazione e qualsiasi violenza. E ognuno di noi dovrebbe guardarsi allo specchio e chiedersi che cosa avrebbe fatto lui: la risposta onesta a questa domanda distingue chi ancora pensa che ci sia una speranza – in un miliardo – per essere umano, e chi ormai ha perso anche questa ultima triste battaglia. 

à la prochaine

  1. mina
    15 Settembre 2008 a 22:12 | #1

    io non avrei tirato dritto e lo sai, ma questo non mi assolve. Io come te combatto, a volte odio,ma evidentemente nessuno di noi ha fatto abbastanza se questo paese è precipitato in questo deserto.
    Nemmeno tu, che sei uno schiacciasassi e hai fatto molto più di quanto abbia fatto la maggior parte della gente che conosco.
    Nessuno di noi.
    C’è stato un momento in cui ci siamo momentaneamente arresi, forse perchè intorno non avevamo più nessuno.
    Ma non è una giustificazione. Pensieri neri e cattivi e stupidi mi attraversano.

  2. ppn
    16 Settembre 2008 a 9:24 | #2

    A sto giro il cinico lo faccio io al posto del nero:
    il deserto lastricato di merda non l’ha certo voluto chi si è sbattuto per qualcosa in più, come il nero o mina o chi per essi.
    Questa E’ una giustificazione.
    Cosa dovremmo fare?
    Esattamente?
    Oltre alla propria sfera personale, cosa?
    Mi sembra già difficile ostinarsi a comportarsi secondo le proprie convinzioni.

  3. mina
    16 Settembre 2008 a 11:05 | #3

    io penso che le città siano fatte di luoghi e di azioni. vi sono luoghi e azioni che creano cultura e che sono in grado di trasmettere concetti.
    le librerie, i bar, i centri sociali, le scuole sono veicoli potenti.
    le persone medesime sono veicoli potenti.
    sbattersi perchè luoghi di questo genere esistano, siano forti e veicolino una cultura antrazzista è fondamentale.
    ad esempio.
    ma ci sono centomila altre cose.
    quando si smette di fare (io ho smesso di fare, e l’ho fatto anche per il deserto che avevo intorno a parte nero e pochi altri superstiti) non dico si diventi il primo colpevole ma nemmeno ci si può assolvere.

  4. spacecozza
    16 Settembre 2008 a 13:25 | #4

    Sicuramente si può fare molto di più di quello che normalmente facciamo, ma non è comunque solo colpevolizzando noi stessi che si affrontano tragedie di questo tipo.
    Esistono colpevoli, esistono parole che aizzano i colpevoli, esistono sistemi che proteggono chi aizza (e anche i colpevoli medesimi), esistono centri culturali come cuore nero che diventano fucine di prossimi colpevoli (che aprono con il benestare del comune, ad esempio). Esiste il fascismo, esiste il razzismo.
    E non siamo noi a propagandarlo.

  5. spacecozza
    16 Settembre 2008 a 14:22 | #5

    Cito da un articolo di recente uscita:
    “ROMA – Decreto antiprostituzione, giro di vite sulla sicurezza e riforma scolastica: sono questi i temi che spingono in alto la popolarità della maggioranza. Gli italiani hanno più fiducia nel governo, ma soprattutto nel presidente del Consiglio.”
    Se siamo circondati da gente che apprezza l’inapprezzabile, è colpa nostra? Non si diceva “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”?
    A costo di sembrare menefreghista…Le loro colpe non sono le mie.

  6. tro
    16 Settembre 2008 a 18:57 | #6

    e nemmeno le mie
    bravi ppn e spacecozza

  7. 17 Settembre 2008 a 8:53 | #7

    @spacecozza
    Articolo del C*****. Di quelli che vogliono manipolare l’opinione. Non ho sentito nessuno che azzarda un parere sulla prostituzione e a cui piaccia la riforma scolastica.
    @mina
    chi ha fatto qualcosa ha fatto più che abbastanza. Non siamo onnipotenti. Ci sono momenti per gridare e momenti per riprendere voce e fiato.

    Un abbraccio a tutt*

  8. spacecozza
    17 Settembre 2008 a 14:52 | #8

    @ cometa: mi auguro che sia veramente come dici tu, ma negli ultimi 15 anni non ho mai sentito nessuno dire che aveva intenzione di votare il nano maledetto.
    Però poi lo vota la stra-grande maggioranza della gente.
    C’è un’ inversione di tendenza? Non me ne ero accorta.

  9. nero
    17 Settembre 2008 a 15:29 | #9

    il problema è che sul decreto sulla prostituzione nessuno parla a viso aperto ma alla fine tutti sono benpensanti in fondo in fondo
    sulla riforma gelmini ti stupiresti di quanti sono a favore, pure tra gli insegnanti, per pura sussidiarietà alla frasetta fatta “risparmiamo quindi va bene”. A nessuno viene in mente che nel caso della formazione il risparmio non è tutto. Dopodiché sulla gelmini mi pare che delle cose importanti non parli nessuno e tutti mi scassino il cazzo con il voto in condotta o il maestro unico: e l’abolizione de facto del tempo pieno? e la scriteriata proposta di bocciare alle medie con UNA insufficienza senza badare al giudizio complessivo sull’alunno? ecc ecc.

  10. mina
    17 Settembre 2008 a 15:57 | #10

    ppn, space etc: manco io mi merito questo paese, le loro colpe non sono le mie grazie al cazzo. però se si sta chiusi nel proprio essere-nel-giusto a guardare la barbarie che arriva non è esattamente utile e innocente…

  11. ppn
    17 Settembre 2008 a 17:02 | #11

    …è vero, starsene a farsi i cazzi propri non serve.
    Purtroppo mi pare che non serva neanche cercare di fare qualcosa.
    Per come la vedo io, leggasi: non ho la pretesa che sia sempre la cosa più giusta per tutti, tra il non cambiare un cazzo e sentirsi un po’ in colpa e il non cambiare un cazzo e beccarsi una frustrazione cronica preferisco la prima.

    Chettedevodì?

    🙂

    🙁

  12. 17 Settembre 2008 a 17:10 | #12

    non so se sto chiuso nel mio essere nel giusto a guardare la barbarie e a inorridire e a dire quanto fa schifo questo paese e starmene bene a distanza dalla merda per non essere infettato,
    a dirla tutta non so neppure se sono nel giusto,
    ma proprio quello che non capisco è: cosa significa oggi e nel concreto ‘sbattersi’? quale può essere oggi un’attività politica sensata? andare a picchiarsi con i fascisti? farsi menare dalla polizia? votare veltroni? occupare una casa? frequentare un centro sociale? fare volontariato due ore alla settimana?

    @nero la domanda che poni fa male e provo a rispondere sinceramente: avrei provato a fare qualcosa, tipo urlare, chiamare la polizia, soccorrere i feriti, ma passando di li dubito fortemente che avrei rischiato la mia incolumità personale per uno sconosciuto magari senza conoscere neppure bene le dinamiche dell’aggressione, andando ad affrontare un uomo fuori di testa armato di bastone. non ho problemi ad ammetterlo, la violenza mi fa paura e orrore, mi paralizza, soprattutto quando è cosi cieca e immotivata.

  13. 18 Settembre 2008 a 12:46 | #13

    @ spacecozza
    una cosa è votare un personaggio bieco ma di successo, un’altra è condividere quello che fa il suo governo. Come dire: una cosa è considerare il papa come un’autorità morale e politica indiscutibile, un’altra è essere credenti cristiani cattolici ecc. ecc..
    Questa mancanza di logica, di etica, di coerenza è la realtà attuale (almeno) di questo paese.
    Rimane da vedere se i precari della scuola (migliaia!), i genitori che rimasti senza tempo pieno dovranno trovare altre soluzioni onerose, i lavoratori Alitalia che rimarranno a casa, i dipendenti pubblici vessati dalle alzate d’ingegno del Brunetta, i lavoratori del settore privato che sono i prossimi che lo prenderanno in quel posto, ecc. ecc., si ostineranno a rivotare il nano bugiardo. O gli preferiranno uolter, l’ectoplasma con gli occhiali.

    Se vivi con il cuore hai infiniti modi quotidiani di fare politica, di cambiare la realtà. Ogni istante, con la tua consapevolezza, metti il tuo granello di sabbia nell’ingranaggio del sistema. Non prendetela per della newage a buon mercato. Non mi illudo che mio figlio vivrà in una società anarchica, sarei un idiota. Ma gli ho dato gli strumenti per pensare.
    Ognuno fa la sua rivoluzione se non si fa sommergere dalla frustrazione o dal senso di colpa. A volte sopportare mezz’ora di discussione con un leghista è più rivoluzionario di andare al centro sociale a guardarci in faccia tra di noi.
    Baci!

  14. spacecozza
    18 Settembre 2008 a 14:59 | #14

    @ cometa
    concordo a pieno con l’ultima frase che hai scritto. Chiudersi nelle riserve non serve a nulla, è la testa di chi “sta fuori” che va cambiata.
    Sul resto invece non mi sembra che ci siano stati grandi progressi: è la terza (3)(TERZA) volta che questo paese vota berlusconi, non ostante le leggi personalizzate, le puttanate di tremonti, le tasse alzate e gli altri ottomila motivi per cui avrebbero dovuto smettere dopo la prima. E lo voteranno ancora, quelli di alitalia, i genitori senza tempo pieno, gli statali* etc. etc.

    *a differenza delle altre situazioni, questa dei dipendenti pubblici vessati non è che mi faccia propriamente soffrire. Senza rancore.

  15. 19 Settembre 2008 a 11:44 | #15

    Beddi beddissimi i tempi della scola. Mi rricordo bene sopra a tutto i primi due (cheppoi sono gli unici che vidi e feci prima che si abbruciasse la scola). Ma, si sape, la vita iè maestra di scola e dunque mi permettessero vossiggnorie di dare qui le mie indicazzioni di vera rriforma rriformista, adatta ai tempi, e conforme alle indicazzioni di voto già decise per i prossimi 25 anni:

    1) Grembiule di cuoio per tutti, beddi e brutti, che evita di macchiare, e resiste agli acidi (sisà, i carusi amano scherzare)

    2) Calze autoreggienti per le professoresse precarie che così possono conquistare lattenzione e arrotondare macari u stipendio

    trè) Libbri di testo pochi e riciclabbili, macari commestibbili. Basta con le informazzioni scritte che lasciano traccia compro mettente, bisogna abbolire i fatti e rriciclare le opinioni macari con grandi foto accolori.

    4) Abbolizzione della storia, geografia, letteratura, che distraggono e fanno pensare troppo pure nella cabina lettorale. (Macari tra poco aboliamo pure la stissa cabina lettorale e ci facciamo legna di falò).

    5) Introduzzione dellinzegnamento: del dialetto vostro, dei proverbi a rima baciata, delle danze tipiche del quartiere, del ricamo floreale (macari fatto al compiuter), della palla elastica, del salto alla cavallina storna. Lo so, sono minchiatone ma servono a tenere buoni i carusi e a fare un bel tempo pieno che li aiuta a non penzare inutilmente

    sei) Obbligo del braccialetto satellitare alla caviglia per i profissori che così tutti sappiamo dove si nascondono quando nescono dal programma

    7) Separazzione tra maschi di panza e fimmine di pilu fino alluniveristà, per aiutare la concentrazzione sulle materie e evitare la socializzazione inutile e contaggiosa. Di qui viene la conzeguente introduzzione del voto di pugnetta per iddu e di anoressia per idda

    8) Possibilità dinseguire le lezzioni col cellulare se si è, ad esempio, a travagghiare in nero per la rriscossione delle prime tangenti alle giostre o alla gelateria in piazza

    9) Obbligo di corsi di cutiddu, autodifesa, tiro al niuro e cosivvia pecché in questo mondo fatto di gnoranza, meneffreghismo, interessi privati e abbusi in ufficio, bisogna sapersi addifendere. Anche prima di essere davvero attaccati (celo devo dire a Alfanuccio mio di mettere nella lista il reato di autodifesa preventiva).

    10) U maestro unico, quello nò. Ci succedesse un incidente meritato iè megghio che cè già quaccuno pronto che prende in silenzio il posto suo.

  16. laura
    19 Settembre 2008 a 14:54 | #16

    Il fatto è che il maestro unico, oltre ad essere giustificato con una cazzata immane (l’insegnante NON deve essere una figura materna!), comporta di fatto l’abolizione del tempo pieno. E anche di una simpatica cosetta che si chiama “inserimento dei portatori di handicap nelle classi”. potremmo ritrovarci le scuole differenziali in un momento, a questo punto.
    e questa è una catastrofe per la scuola pubblica.
    giusto per precisare che non si tratta proprio di “una cazzata” come il voto in condotta.

  17. 22 Settembre 2008 a 13:29 | #17

    @spacecozza
    secondo me sei miope. L’obiettivo dovrebbe essere quello di estendere a tutti i dipendenti le garanzie dei dipendenti pubblici (statali o enti locali, senza sottilizzare), non di far diventare tutti precari come me!

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