La paziente ferocia del Leviatano: sgomberata Conchetta a Milano
Il mostro attende paziente che le vittime si accoccolino nelle sue fauci e poi con feroce voluttà stringe la mandibola e digerisce tutto ciò che vi è rimasto imprigionato. Non ha fretta, può aspettare, non ha bisogno di rinascere costantemente dalle sue ceneri per avere un senso, come i movimenti. Milano da anni grida di dolore, stranziante e straziata, si fa più cupa, più sorda, più gelida, come la luce del suo sole invernale che sembra un raggio congelante emesso da una stella ormai avviata a morire. Chi vi abita non la sente, non la ascolta, con costume tutto italiano si abitua, si ammutolisce, pensa al suo. I milanesi stanno tradendo la loro città, la sua vita, la sua anima, e lei lo sa. E allora anche prendere e passare una giornata al gelo di fronte a un cordone schierato di sbirri al soldo del vero sindaco della città (sua merdosità De Corato) ha ancora un senso: quello di affrontare il Leviatano con dignità, quello di guardare in faccia Milano per dirle che non tutti hanno perso la capacità di soffrire per le sue grida inarticolate. La strada per cambiare non la conosce nessuno, sarebbe troppo facile, ma si può almeno sperare che a un certo punto erompa dall’asfalto in tutta la sua rabbia. Come è già successo altre volte nella storia.
Magari molti che seguono questo scarno blog non sanno neanche che cos’è Conchetta, e quindi per loro il suo sgombero vuol dire poco, un minuscolo granello nella marea di sfiga e violenza che sono costretti a subire ogni giorno. Ma per Milano vuol dire molto. Conchetta è (era) uno degli spazi sociali più longevi di Milano: in piena zona di movida milanese ha continuato da un ventennio a produrre cultura alternativa, e ad ospitare ogni alito di agitazione politica che attraversasse la metropoli. In conchetta è nata e cresciuta la Shake Edizioni, il gruppo di Decoder, vi si sono rifugiati i punx degli anni ottanta milanesi e non solo, vi si è stabilita la libreria Calusca e l’archivio del suo fondatore Primo Moroni, uno dei pochi angoli di memoria storica dei movimenti in città ancora sopravvissuto.
Stamattina alle sei 20 anni di storia sono stati aggrediti da un manipolo di sbirri e canazzi agli ordini di De Corato che senza uno straccio di mandato e con la sola fregola politica di mostrare un po’ di muscoli in tempi di incipiente campagna elettorale provinciale, ha deciso di forzare i tempi della vicenda di Conchetta 18. Tutti infatti si aspettavano che prima della pronuncia di un giudice sull’istanza di sgombero non si muovesse nulla, ma si sa che ormai chi da 25 anni governa questa città impunemente non si interessa molto né della legge (non saremo noi a farne un’elegia) né ai sentimenti della città e della sua storia. Cancellare tutto, radere al suolo, sbranare il nemico fino a farne brandelli. Questo è tutto ciò che conta. E l’unica speranza è che la ferocia prima o poi ripaghi a dovere chi l’ha seminata.
PS: sabato anche i locali di via Pergola 5 verranno riconsegnati ai proprietari. Un altro pezzo importante della vita di Milano che se ne va. Ho vissuto tre anni splendidi in quell’isolato e prima di me chi vi lo ha fatto nascere e crescere ha segnato momenti altissimi della vita sociale e culturale della città. Gli ultimi hanni – è vero – non hanno reso merito alla storia di quel posto, e per me è difficile digerire l’opportunismo che vi si è installato, ma per chi non è stato così coinvolto e vuole omaggiare le serate che ha amato e le giornate che ha goduto in quei luoghi, sabato c’è l’ultimo party. Non perdetevelo.
pur avendo vissuto più il presente che non il grande passato del Conchetta, oggi quando ho visto il post sul loro blog sono rimasto secco. Mi sembrava uno di quei posti che tra alti e bassi, naturalmente, sarebbe vissuto per sempre.
Su Pergola non mi esprimo, perché anche le parole sono finite nel fondo del pozzo.
un abbraccio socio
b.
..altro che secch*
l’aridità fa paura ai poveri d’Anima
..come nelle più lontane galassie
ogni stella diventa una Cometa
prima della sua Rinascita
vi stringo da Lontanissimo
p.s. nn mankate al party!!!!! 🙂
…urla strazianti e una città ferita?
Se lo dici tu…
Io vedo una città stupidamente felice di avere un’ora in più di metropolitana la sera, così da sentirsi più europea. Certo, se vai all’ultimo spettacolo al cinema torni comunque a piedi, ma fischiettando potrai convincerti che comunque è una bella cosa.
Conchetta…conchetta chi?
(poi, che ci siano ancora in giro persone che si ricordano quando potevi andare in calusca invece che a scuola, a leggere quel che ti pareva con Moroni che ti osservava sornione da sotto le pile di libri, ce ne saranno anche, non dubito, e si sentiranno più sole, non dubito, ma il destino è quel che è, non c’è scampo più per me)
Niente più conchetta?
Amen, però hai visto che ha aperto un nuovo negozio monomarca D&G in centro?
…e pergola?
Quanto mi spiace… :)))
Non ci saranno più giovani meneghini che si esprimono come chi si è appena risvegliato dal coma, che danzano in uno scantinato convincendosi di essere anche loro un po’ jamaicani perchè hanno i dreadlocks e si fanno le canne?
Noooo, è un duro colpo.
Certamente la produzione di idee politiche alternative e di socialità ‘ggiovanile ne uscirà sminuita, sissì.
sono abbastanza d’accordo con ppn
probabilmente milano ha solo quello che si merita
confondete i milanesi (abitanti o frequentanti) con milano. una città è più di chi ci vive.
certo certo
milano e’ prima di tutto uno spazio geografico
se fosse popolata da tanta bella gente, probabilmente, sarebbe un posto bellissimo.
la realta’ e’ che, mediamente, il milanese e’ stronzo e fichetto;
e sembra godere piu’ della tristezza altrui che del proprio star bene
e questo e’ trasversale, e’ un atteggiamento che ho visto e provato sulla mia pelle in gruppi sociali differenti.
nel senso, per tagliarla con l’accetta:
il milanese, mediamente, e’ stronzo e grigio… non so come dirlo meglio
preso atto di questo
l’attuale governo della citta’ e’ specchio dei suoi elettori,
una dittatura della maggioranza, ignorante e becera, appunto.
mi viene in mente una polemica di quest’estate
dove i milanesi-bene si lamentavano dei sudamericani che la domanica facevano i barbeques al parco
e non perche’ gli tolglievano lo spazio o erano rissosi
ma, principalmente, perche’
sembrava gli desse fastidio il fatto che ci fosse gente che si stesse godendo quello che la citta’, proprio come spazio fisico gli stava offrendo.
questi stronzi preferiscono i parchi vuoti, le vie deserte, con la gente in casa ad ingrigirsi davanti alla televisione, anche se fuori c’e’ il sole.
preferiscono l’ignoranza all’immaginazione,
la noia al divertimento
la solitudine allo stare assieme
questi i miei due cent da quaggiu’
dove in centro c’e’ una specie di shopping mall di lusso che si chiama milano
dove trovi Gucci, Versace e D&G
alla faccia dello zio Ho, che se ne sta in vetrina qualche migliaio di kilometri piu’ a nord, e a cui non ho mancato di portare anche i tuoi omaggi.
possano milano e i suoi abitanti destarsi e rinascere dalle ceneri di un fuoco purificatore
solid
gizero, non ti facevo così materialista… 🙂
non lo sono e lo sai 😉
sono edonista
ed anche se apprezzo e rispetto il bdsm
i ritmi che mi impone quotidianamente milano mi mandano ammale, ma questo gia’ lo sai
per il resto arraffo e scappo
detto questo
spero fortemente che quella minoranza che amo possa con intelligenza e immaginazione sovvertire il grigiume e strapparsi la liberta’ che si merita.
si vive una volta sola!
(hahaha in questo internet point, proprio ORA, e’ entrato un charlie con la maglia dell’inter, o mio dio)
e tanto per fare il poliglotta
Chúc Mừng Năm Mới !!!
Apprezzo la dottissima citazione di PPN…
K
…un palazzo d’oro abitato da stronzi diventa una latrina d’oro.
E’chi vive (in) una città che ne determina l’essere, non diciamo stronzate.
…milano è abitata da stressati, fighetti e provinciali -che si credono invece per niente tali-, per lo più.
(anche dentro molte cosiddette realtà “alternative”, in cui le alternative sono solo sinonimi)
Questo si becca.
E non gliene frega un cazzo.
Punto.
E perchè dovrebbe?
Un sacco di gente frequentava conchetta e si dispiacerà, nessuno dice il contrario, ma Milano conchetta non la voleva. That’s it.
Idem pergola, con la sola eccezione che non mi riesce -a me- di essere altrettanto dispiaciuto.
Ma certo ci sarà anche chi ne soffrirà, peccato che anche qui a Milano non gliene frega un cazzo.
certamente la città (o almeno la sensazione che si deriva di una città) la fanno in buona parte chi la vive, ma è altrettanto vero che esiste anche una storia di una città che risiede nelle sue pieghe e che esercita un fascino e un’influenza sul suo mood generale.
E a Milano ci sono anche molte persone diverse da quelle che accusate voi, anche perché quel tipo di persone non ci sono SOLO a Milano, ma sono abbastanza sparse sul territorio (non credo che entrambi considerando i vostri trascorsi pavesi abbiate trovato la manna dal cielo delle persone simpatiche, tanto per fare un esempio).
Dissento: Milano merita di più dei milanesi che ha. Io la penso così.
Intanto cuccatevi un po’ di foto da ieri sera e ricordate che domani alle 15.00 in Porta Ticinese c’è un corteo a cui partecipare
non mi sembra di aver detto che TUTTI sono cosi
sei solo tu che generalizzi quanto ho scritto
ho parlato di maggioranza
quella maggioranza, provinciale e sfigata, che governa e applaude
e fa di milano cio’ che e’
e secondo me e’ un’attitudine che e’ trasversale a molte classi o gruppi sociali
che poi ci sia anche bella gente, lo so bene e ho conosciuto ottimi amici, ma questo non basta a dererminare la qualita’ della vita.
sulla distribuzione degli stronzi sul territorio, non mi sbilancio troppo, sicuramente ce ne stanno di piu’ al nord, probabilmente piu’ in lombardia che altrove
ma milano rulleggia, forse suo malgrado causa anche le sue dimensioni
ma alcune cose sono folli e dimostrano tutta la sua provincialita’ che in una citta’ europea con le pretese di milano rendono il tutto ancora piu’ grottesto
perche’ che certe cose accadano a pavia, poco mi sorprende, ma se succedono a milano hanno tutto un altro spessore
– tagliare gli alberi e non ripiantarne mai di nuovi
– i parcheggi sotto santAmbrogio
– il ruolo della cultura, con mostre d’arte censurate (vedi VadeRetro) o relegate in secondo piano e non pubblicizzate (vedi Withkin e Saudek) mentre la mostra di RedRonnie sui cimeli delle rock star se ne sta in piazza duomo… per MESI!!
– i restauri dei palazzi storici ricoperti di pubblicita’ (vedi i pannelli sul Duomo)
– la chiusura degli spazi di aggregazione (legali o illegali) vedi centri sociali o le polemiche sulle colonne di san lorenzo
– la questione moschea
– la distruzione degli obej obej
e questo per dire le prime cose che mi vengono in mente
bye
‘azz, mi tocca concordare con nero…
milano si merita qc in + dei milanesi che ci vivono, detto ciò non co se sperare nel miracolo o cosa… di ragionamenti se ne sono fatti tanti e, per dirla con un filo di cinismo, i risultati si vedono, guardate dove ci hanno portati…
se c’è una cosa però che mi schifa sempre di più è vedere tanta gente scappare da milano, per sfinimento, suppongo, e la voglia l’ho anch’io. poi magari mi manca l’inventiva o il cash, o un buon lavoro all’estero o checcazzoneso… però, però voi non sentite la mancanza di tutti quelli andati a vivere altrove? mi spiego: do u know DIASPORA?
sono parecchio sconfortato non solo dalle tristi vicende che ben conosciamo ma perchè nella morta milano stiamo morendo anche noi.
solo che no, io non voglio morire! vado dritto per la mia strada, coltivo i miei interessi, resto sveglio, cosciente, sempre più consapevole… ma non basta. E intento lo sconforto cresce. ma, perdio, anche da solo, non mi arrendo, non mi fermo.
scusate il post ‘di pancia’.
un caro saluto a tutti.
m.
Oh nero, ma il mood di cui parli ce l’hanno i muri o tu -o chi per te- nella testa?
Mi sei diventato animista?
Milano si merita di più di chi la vive?
E cosa?
Quale tipo di entità?
Milano si potrebbe meritare qualcuno di migliore che la viva, ma non sarebbe più milano… 😉
Se fosse per te, se ci fossero Neri ovunque -minchia, aiuto!- non sarebbe più milano, sarebbe metropolis (remember cult?)…! :)))
Dopodichè, e per la prima volta mi spiace dirtelo, è presunzione pensare che i milanesi non trattino milano come dovrebbero.
Alla luce di quanto sopra: che i milanesi sono milano, quindi la trattano come si merita(no).
Ergo, voi che volete un’altra milano (massì, mi ci metto anch’io) potete o rassegnarvi a vivere nelle pieghe della città, o lottare per far vivere un’altra città dentro milano (ma non chiamatela milano), nonostante tutto e nonostante tutti, oppure levarvi di culo.
Io mi sono levato di culo.
Sarà diaspora, cazzomene.
Il punto molto semplice -per me- è che di vivere in una città -qualsiasi- a me aveva rotto il cazzo. Che fosse milano, pavia o gotham city.
Ci fosse la possibilità di vivere a Laputa un pensierino ce lo farei, ma un conto è sognare, un conto è vivere – ehi, non ho detto sopravvivere… 😉 -.
quoto gi0 tutta la vita e mando un abbraccio ai pergolati vicini e lontani
vivere ok, per vivere – e non sopravvivere – ti sei ‘levato di culo, come dici tu. fin qui tutto bene. buon per te. non so cosa fai ma immagino, visto che son qui a merdopolis non posso fare altro che sognare/immaginare, che tu scriva convinto di aver fatto la scelta migliore per te… va bene. ma la diaspora, che pure non ti tange, dovrebbe. perché l’individualismo è una cosa, il solipsismo un’altra… cioé anche il più intransigente individualista non vive solo… tu si? 🙂 andare a VIVERE altrove non sarà mai negativo, immediatamente, per chi va via. ma volevo semplicemente dire che se siamo in clima di diaspora, come sostengo, allora siamo minoranza destinata a fare una brutta fine, specie in via di estinzione. ok, magari non ti tange. a me però fa pensare, mi fa tirare le somme di anni di cose fatte, mi fa intravedere il futuro.
con simpatia,
m.
…si, infatti siamo una specie in via d’estinzione, e chi lo nega?
Perchè, pensavi invece in un futuro radioso?
Mi spiace, lo dico sinceramente.