Venezia a Milano, due: miracolo
Dopo Locarno cominciamo a vedere i film di Venezia. Ne avevamo in programma uno solo, e due di Locarno, ma sfighe varie ci hanno impedito di vedere questi ultimi. Ci siamo dovuti accontentare per quanto riguarda il secondo giorno di rassegna del solo Lo Spazio Bianco di Francesca Comencini, da più parti indicato come meritorio del premio per la migliore attrice a Margherita Buy, poi sfumato. Io ero diffidente: la Buy è brava, ma non ne posso più di vederla recitare sempre lo stesso ruolo, sé stessa sostanzialmente. Invece la ragazza mi sorprende con una prova fuori dagli schemi soliti e anche la Comencini e il montatore (o la montatrice, non lo so) si danno da fare per tirare fuori il meglio dalla sceneggiatura non originale tratta da un romanzo di Valeria Parrella. Tra un essere umano e l’altro stoccate all’Italia che si fa finta di non vedere tra scuole serali sballottate come mandrie (a Milano le chiudono direttamente, per chi non si fosse accorto di altri effetti della ricetta Gelmini-Tremonti, così che chi non ha potuto studiare possa rimanere privo di titolo di studio per sempre a meno di pagare fior di quattrini a qualche pretaccio o qualche squalo tipo CEPU e via dicendo) e figli illegittimi se non denunciati da entrambi genitori (epica la scena con lei – prof d’italiano – che dice ‘ma come illegittimo se è figlio mio?’). L’Italia fa schifo, gli esseri umani forse si possono ancora salvare (questa l’opinione della Comencini, io sono più drastico). Film da vedere. Voto: 7.