Home > pagine e parole > Voglio diventare siberiano

Voglio diventare siberiano

22 Settembre 2009

 

Quel rimbambito di un amico che mi ritrovo – ppn – alle volte ci piglia con i cosigli bibliofili. Questo è uno di quei rari casi, ma ciò non toglie che lo debba ringraziare per avermi suggerito Educazione Siberiana di Nicolai Lilim, pseudonimo di un tatuatore di origini siberiane in quel di Cuneo. 

Dopo aver letto il libro c’è solo una possibilità: desiderare ardentemente di diventare siberiani. Già leggere di un’infanzia nella landa sconosciuta ai più della Transdnistria (uno territorio a cavallo tra Moldavia e Russia non riconosciuto da nessuno eppure frequentatissimo da chiunque voglia trafficare e contrabbandare tra i due stati) mi aveva mandato in visibilio, ma avventurarmi nella formazione dell’etica criminale più pura ha aizzato il mio senso di appartenenza. In un periodo di scarse idee e di nulle ideologie, di utopie buttate nel cesso della storia, Educazione Siberiana racconta come sia ancora possibile credere in un sistema di valori diverso da quello dominante: onesto, crudo, integerrimo, solidale, sociale. Forse un tempo anche i banditi italiani avevano qualcosa di simile a quanto descritto nel libro, forse sono tutte cose per inguaribili romantici e anarchici incalliti, però è innegabile che sarebbe bello se un’opzione come quella descritta nel libro non fosse solo un sogno del passato, ma una concreta prospettiva. Ed è tutt’altro che da escludere, considerato come il Paese in cui viviamo si avvii verso l’emarginazione e l’isolamento delle comunità straniere in italia, anche quelle composte da persone nate e cresciute nelle nostre città: come in molte cose cerchiamo di copiare gli Stati Uniti con un ritardo cronico di qualche decennio che non fa che rendere grottesche le dinamiche sociali che scimmiottiamo senza affrontare. Fosse per me, un libro da far leggere a tutti i teppistelli delle nostre periferie, con tutti i rischi nel bene e nel male del caso.

A breve dovrebbe uscire il suo secondo libro, dove racconta la sua esperienza in Cecenia: se anche questo volume sarà diretto come Educazione Siberiana ci sarà da ridere (o meglio da piangere, ma si sa il cinismo trasforma anche la peggiore delle tragedie in una grassa ghignata).

 

Categorie:pagine e parole Tag:
  1. ppn
    22 Settembre 2009 a 18:38 | #1

    …quando mai ti ho rifilato un pacco?
    Fidati di più e vedrai che proverai godimento anche altre volte, so cosa ti piace e certe cose te le propongo, altre no.

    Pezzente.

  2. pwd
    23 Settembre 2009 a 16:17 | #2

    Ma non è il solito libro sui delinquenti che però un codice ce l’hanno? Non è la solita pappa su Padrini (amati dalla destra) e Briganti (amati da noi) che ci propinano da decenni, rivendendocela per una forma di riscatto contro il mercato che appiattisce?

    Come se qualsiasi identità andasse bene, purché sia un’identità. Come se il “libero mercato” non avesse creato identitarismi di reazione. O è solo per caso che Casa Pound presenti Lilin a breve?

    A me il libro non è nemmeno dispiaciuto: c’è molto di peggio, in giro. Ma alla fine mi è parso soprattutto un’operazione di marketing di Einaudi che lascerà il tempo che trova. Lo hanno paragonato a “Gomorra” ma, per quanto ormai sia un paragone trito, il libro di Saviano secondo me contiene più roba in dieci pagine che Lilin in 300.

    Sarà molto più interessante sentir parlare di Cecenia – e più difficile per Lilin farsi reggere i confronti: qui in Italia, di letteratura su guerra e guerriglia ne abbiamo avuta parecchia, e anche di alto livello.

    Camnbia pusher (di libri, dico).

  3. nero
    23 Settembre 2009 a 16:25 | #3

    caro pwd 🙂
    secondo me è il paragone con gomorra che è fuorviante.
    gomorra è un’opera coraggiosa, quella di lilim un po’ meno, primo perché non è pubblicato in russia, secondo perché non approfondisce altro che l’etica criminale, con decisa crudezza.
    E sarà la solita pappina su briganti e padrini, ma è interessante, perché il futuro passa da lì, noi volenti o noi nolenti.
    Il fatto che lo presentino a casa pound non mi stupisce, ma mi stupisce che ancora non vogliamo capire che ogni passo che loro fanno dove noi non ci avventuriamo ci portano via teste e pensieri. Questo è un problema. Innegabile.

    Non beatifico Lilin ma mi ha divertito molto di più la sua lettura che altre ultimamente di autori più vicini a noi.
    E abbiamo un disperato bisogno di ricrerare sistemi di riferimento in cui allevare quello che pensiamo possa essere una nostra prospettiva.

  4. canaglia
    23 Settembre 2009 a 20:28 | #4

    Vieni a roma il 26 settembre a conoscere anche tu nicolai lilin.
    Si esibisce in via napoleone III presso il suddetto centro gutturale casa pound.

    All’anima del commercio.

    e come disse il sinistro e illibertà Smeriglio “Non credo ci siano altre strade che tornare a praticare la sfera del politico e del sociale, intesi come lessico della liberazione, investendo sui processi culturali, sulle parole, sull’interesse generale, sull’indignazione per ciò che non ci riguarda in prima persona. Investire sugli stili di vita, sulla comunanza e la rottura delle solitudini.
    Casa Pound, lo dico con rammarico, in questo senso è un grande esempio. Cultura, contesto, linguaggio, immaginario, politica ma senza l’ansia da prestazione, comunanza, trasversalità, idealità, relazioni e trattativa. Per ora con una buona capacità di sottrarsi alla sottomissione che poi nel loro caso si chiamerebbe cooptazione.”

    e lo dico con nessun rammarico c’e’ una sinistra per bene e una per male

  5. nero
    24 Settembre 2009 a 9:13 | #5

    le parole del sinistro illibertario sono purtroppo veritiere. e noi stiamo sempre più a guardare 🙁

  6. canaglia
    25 Settembre 2009 a 13:43 | #6

    No, non sono vere quelle parole.
    Sono parole cattive.
    Casa pound vive di ansia di prestazione.
    Siete voi piegati a guardare la destra sempre più senza accorgervi, senza voler bene, senza sospingere i giovani del vostro clan, guardati piuttosto con diffidenza e superiorità.
    Che ci sia bisogno di riti battesimali?
    Almeno così da svolgere una funzione con questa superiorità.

    Per favore, se pensi che le parole di smeriglio siano veritiere, sei un macellaio rimasto chiuso nella sua cella frigorifera dove l’impianto di raffreddamento s’è rotto.

  7. nero
    25 Settembre 2009 a 13:59 | #7

    cara canaglia,
    parole forti le tue, chissà se ci conosciamo, considerato quanto ti scaldi.
    io penso che le parole di smeriglio siano meno cieche di quelle di molti compagni che mi sono anche vicini.
    viviamo nell’illusione di una attività, di una solerzia, di una capacità di vivere nella realtà di fianco alle persone e di convincerle che è veramente un po’ ridicola.
    E a Roma penso che sta roba sia pure peggio, proprio perché si vive nella cappa formata dai palazzi che amplificano alcune cose e ne tacciono altre. Io vivo a Milano e valuto quello che ho intorno, cioé il nulla cosmico.

    E non è questione generazionale o di giovani vs vecchi, perché da queste parti nessuno combina un cazzo. E chi si illude di farlo, dal mio punto di vista è appunto un illuso che non vuole guardare in faccia la realtà.

    Casa Pound, quello che rappresenta, i poteri che vuole alimentare, tutto di ciò che ci gira in torno mi fa schifo e se potessi tutti sanno a quale fine la destinerei. Ma è innegabile che vuoi per coperture economiche e politiche, vuoi per “furbizia” sono in grado di collocarsi nella realtà circostante e agire molto più della maggior parte dei “nostri”.
    Mi spiace se tu pensi che io dica questo con acrimonia, perché in realtà lo dico con somma tristezza.

I commenti sono chiusi.