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Inter in Wonderland: psichiatria unica via

30 Ottobre 2009

 

La Terra dei Cachi e la Serie di Oz sono luoghi dell’impossibile e dell’improbabile, spazi in cui storie tramandate di generazione in generazione possono vivere una nuova, diversa e incredibile vita. Mourlino lo sa e intende perfettamente lo spirito guascone di Halloween, decidendo per l’occasione di vestire i panni di Dick Dastardly. I nostri eroi per una notte saranno tutti simulacri di Mutley e insieme cercheranno di riscrivere una versione di Stop the Pigeon in cui a vincere siano finalmente i cattivi, e non i dannati piccioni picciotti dalle piume rosanero guidati da un vecchio eroe nerazzurro che lo stadio incita e saluta più della squadra stessa. Chi ha più di vent’anni si è certamente commosso vedendo Walter calcare ancora una volta il terreno di gioco di San Siro. Lui ci ripaga dando una sola indicazione ai suoi: "giocatevela". Peccato che la sagacia di Mourlino Dastardly abbia preparato un gioco in cui i rosanero sono prede e i nostri eroi cacciatori, senza alcuna intenzione di finire con un "…e vissero tutti felici e contenti."
Il piano funziona perfettamente e in campo si sparge il panico. Ne succedono di tutti i colori: catapulte infernali, aerei carichi di tritolo in picchiata sui piccioni, trappole aeree, fionde, lazos, cannonate alla mia destra, cannonate alla mia sinistra. E poi, mettetevi nei panni dei poveri pigeons: vedere tre Mutley grandi come un Drago, un Leone e un Supereroe dalla pelle scura ghignarvi in faccia sbraitando "medaglia medaglia medaglia" mentre danzano sul pallone manco fossero Nureev è una storia di merda. Proprio una storia di merda. Il cui risultato sono quattro gol tondi tondi e almeno altri quattro divorati. Medaglie per tutti.
Intervallo: relax; Mourlino Dastardly non si avvede che la simbiosi con la mente di Mutley sta per giocare un brutto scherzo ai suoi. Nella fortunata serie a cartoni animati il canovaccio prevede che a un certo punto il cagnaccio ne combini una di troppo, mandando all’aria i piani del suo mentore Dick. Supermario si è calato un po’ troppo nella parte: rientra in campo, finge un attacco febbrile ed esce recando con sé un sacchetto sospetto grondante sangue. Non sono gli scalpi dei piccioni picciotti, ma i cervelli originali dei suoi compagni. Qualcuno giura di aver visto un ghigno satanico illuminargli il viso d’ebano lungo gli scalini degli spogliatoi. Ecco il patatrac che fa chiedere a tutti i tifosi a gran voce l’intervento di una unità di emergenza psichiatrica: in quindici minuti prendiamo tre pere in azioni così demenziali da essere degne di un cartone animato, più che della realtà perquanto non tanto solida, della Serie di Oz.
Improvvisamente Mourlino Dastardly capisce cosa sta succedendo. Scende negli spogliatoi e strappa di mano il sacco a Mutley Balotelli. Al suo rientro le borracce che arrivano ai giocatori in realtà contengono la loro identità e magicamente i nerazzurri tornano a giocare.
E qui arriva il classico colpo di culo Mourliniano: il Colosso, che dimenticandosi del turno infrasettimanale aveva deciso di uscire con gli amici il mercoledì per la sbronza del secolo, sceglie proprio questa fase della partita per avere lo scatto del tossico, l’istante in cui il tasso alcolemico scende sotto il livello di guardia. Infoiato semina il panico sulla fascia, entra in area, scodella il pallone in mezzo e il Principe redivivo la butta nel sacco. Mancano sette minuti più recupero, ma ormai la situazione è sotto controllo. Mourlino ha finlamente dato un senso al titolo del suo serial a cartoni preferito.
Cala la nebbia su Milano e sulla partita: speriamo che raffreddi i cervelli troppo sollecitati e che convinca ulteriormente il Mou a far riposare chi deve riposare. Con il Livorno deve bastare anche la Primavera – tera-sgraaaaaat – sempre che il cervello dei nostri eroi rimanga al suo posto. Halloween finisce la notte del 31 ottobre, chiaro?
 

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